Al bando l'ecstasy e le nuove droghe di Francesco Grignetti

Al bando l'ecstasy e le nuove droghe Ecco il piano di Palazzo Chigi: alleanza fra istituzioni e discoteche, reclutati i cantanti per farsi ascoltare dai ragazzi Al bando l'ecstasy e le nuove droghe Il governo cerca un dialogo con i giovani Francesco Grignetti ROMA Il governo lancia la sua battaglia all'ecstasy. «Sarà una campagna su tre fronti. 11 più importante è però parlare in positivo ai giovani», annuncia Sergio Mattarella, vicepresidente del Consiglio. Tre linee, dunque. Primo, la santa alleanza tra istituzioni e discoteche per creare ambienti più sicuri, per contrastare lo spaccio, e per riuscire a farsi ascoltare dai giovani. Ci saranno spot radiofonici e televisivi e nelle scuole, ma soprattutto interventi di persona in discoteca di dee-jay, cantanti, attori e sportivi. Secondo, adeguamento delle leggi: ieri è stata aggiornata la tabella delle droghe con l'inserimento di quattro nuove sostanze chimiche, ma serve una modifica al macchinoso sistema delle tabelle. Il governo presenterà presto un disegno di legge. Terzo, imponente campagna di repressione da parte della polizia per contrastare i nuovi spacciatori. Dice Rosa Russo Jervolino: «Da un anno all'altro i sequestri sono cresciuti del centoventi per cento. Chiederemo più collaborazione all'Olanda». Ma si conta sui gestori di discoteca e sui loro buttafuori, prossimamente tutte guardie giurate. Al vertice di palazzo Chigi, ieri, erano in sei: Sergio Mattarella, Rosy Bindi (Sanità), Livia Turco (Affari Sociali), Rosa Russo Jervolino (Interno), Giuseppe Ayala (sottosegretario alla Giustizia) e Carla Rocchi (sottosegretario alla Pubblica Istruzione). Ma la campagna anti-ecstasy promossa dalla presidenza del Consiglio conta molto sugli enti locali e sui privati. «Abbiamo registrato che da tempo c'erano iniziative», premette Mattarella. Bindi e Ayala hanno firmato il decreto che mette al bando quattro nuove droghe nel corso del vertice. L'ultimo parere era arrivato giusto ieri mattina. Ma Bindi dice: «Abbiamo dovuto interpretare la norma. Non ci erano giunte segnalazioni dalle foze dell'ordine, ci siamo basati su una direttiva dell'Unione europea e sulla diffusione in Olanda e in Belgio. Diciamo che c'ò stata una valutazione presuntiva. In futuro occorre una modifica alla legge: penso alla possibilità di un inserimento temporaneo nella tabella delle sostanze vietate, per darci il tempo di fare tutti gli accertamenti con calma e semmai provvedere all'inserimento definitivo». Concorda Ayala: «Il meccanismo delle tabelle è tropo rigido, fu pensato nel '90 quando eravamo davanti al problema delle droghe classiche. Vista l'estrema flessibilità di queste sintetiche, e siccome l'inserimento in tabella è la precondizione per far scattare la repressione, bisognerà pensare a un sistema più flessibile di aggiornamento». Ayala ci tiene anche a precisare: «Non ho mai chiesto la chiusura delle discoteche. Avevo semplicemente indicato questa possibilità già prevista dal codice. C'è stata un'incomprensione». La sua precisazione è la risposta a chi aveva gridato al neo-proibizionismo. E a chi, come Walter Veltroni, aveva bollato come una «fesseria» l'idea delle chiusure. Ma anche la magistratura crede poco alla repressione: «Da sola - dice Saverio Borrelli, da Milano non basta. Serve la prevenzione. Certamente è un problema serio, che probabilmente impone di rivedere certe riflessioni fatte tempo addietro su forme di distribuzione controllata o addirittura sulla liberalizzazione della droga». La parte del leone, comunque, è riservata a Livia Turco. E' lei, al mattino, a incontrarsi con i gestori di discoteche. Si parla di un protocollo d'intesa per arrivare a un Albo delle discoteche di qualità. Il ministero chiede ai privati di investire sulla formazione del personale - «Sono loro che possono farsi sentire meglio e spiegare quanto sono pericolose queste pasticche», dice Livia Turco - e sulle strutture. Ha proposto la sala del sollievo. Ha chiesto di differenziare le tariffe al bar per favorire gli analcolici. Ma loro, i gestori, hanno ribattuto che esistono problemi fiscali. Persino per fare un mini-concerto dal vivo, che potrebbe attirare i giovani in discoteca prima della mezzanotte, ha ri- svolti fiscali. Sempre gli Affari Sociali rilanceranno la campagna di informazione. Il ministro Turco sventola in conferenza stampa gli opuscoli preparati un paio di anni fa. «Di questi ne abbiamo già distribuiti sei milioni di pezzi in stadi, discoteche, scuole e polisportive». D'altra parte i ministri si sono tutti trovati d'accordo che serve informazione. Dice Rosy Bindi: «Mi ha fatto impressione che la sera dopo il morto, nella stessa discoteca già facevano uso di pasticche. I giovani non si rendono conto della pericolosità di queste sostanze. Anche le famiglie sanno poco. E' benemerita l'informazione dei mass media di questi giorni». Ecstasy sequestrata ieri a Napoli

Luoghi citati: Belgio, Milano, Napoli, Olanda, Roma