Folena, professione guastafeste di Filippo Ceccarelli

Folena, professione guastafeste IL «COLONNELLO» PI BOTTEGHE OSCURE CHE IRRITA BERLUSCONI E NON PIACE A COSSIGA Folena, professione guastafeste Un «antipàtico» per vocazione e per dovere personaggio Filippo Ceccarelli ' ( IEL giorno in cui finalmente, con voto quasi unanime e sbalordimento pressoché generale, maggioranza e minoranza riuscirono per una volta a cambiare la Costituzione, prese la parola Pietro Folena e... Semplice: tornò tutto come prima. Atmosfera gelata, sospetti reciproci, interruzione del dialogo, guai in vista, anzi in arrivo. Al solito è bastato un commentino del coordinatore della segreteria Ds, due minuti dopo il voto: ottimo il risultato, diceva più o meno Folena, ma non fatevi illusioni, nemici siamo e nemici resteremo. Berlusconi deve esserci rimasto male. Quella dichiarazione, ha replicato, «spegne la speranza» e «fa venire meno l'ottimismo». Perciò il Polo non può dare credito a una maggioranza «che si esprime attraverso questo Folena», guastafeste nato e politico contundente per vocazione e ispirazione. Far anabbiare la gente è infatti un'arte, una tecnica e una dannazione. In politica talvolta anche un mestiere e una necessità. Folena copre da sempre l'intero arco delle evenienze. Ieri, nel tanto, troppo disprezzato «teatrino della politica», la sua fama s'è accresciuta: un conto è suscitare una crisi di nervi, altro conto è fermare le riforme. O suppergiù. «Questo» Folena, in ogni caso, Berlusconi lo conosce bene. Nel luglio dell'anno scorso disse - o gli attribuirono: la questione è aperta, c'è una causa in piedi -: «La strategia contro di me e contro il nostro partito è stata decisa due mesi fa durante una cena che Folena ha organizzato con i giudici». Non si sa come il leader di Fi se ne fosse convinto. Si sa invece che Folena querelò Berlusconi. Questo per dire i rapporti pregressi e la loro deriva extrapolitica. Si può aggiungere che il mese prima di quello scontro, Folena era reduce di un altro bel corpo a corpo con Cossiga. Tema specifico della controversia: il «giustificazionismo» su mafia e su processo Andreotti. Fu in quell'occasione che l'ex presidente della Repubblica maturò sul personaggio quel giudizio - non immediata- mente connesso alla vita parlamentare - che da allora è andato ripetendo con qualche insistenza. In poche parole Cossiga ritiene Folena un indossatore: «Quando lo vedo penso sempre a quanto ha perduto la moda e quanto poco ha guadagnato la politica. Con la sua eleganza, la sua finezza, Folena è chiaramente un mancato indossatore». E così via. Ora, il coordinatore dei Ds non è affatto brutto. Ha spalle quadrate, un bel portamento, non è afflitto dalla pancetta, le giacche gli «cascano» bene. Ma il marchio di Cossiga è inesora¬ bilmente sprezzante ripetuto fino all'ossessione, pure in forma anonima e plurale, tipo «gli eleganti ragazzotti delle Botteghe Oscure» della penultima lettera al Corriere della Sera. Inutile dire che per Folena può addirittura suonare come la prova della propria effica¬ cia. Ma il fatto che Cossiga e Berlusconi, pur così distinti e distanti, possano oggi trovare un accordo sul suo nome è anch'esso un fatto rimarchevole, l'ennesima conferma di quel misterioso dono di natura che è appunto l'attitudine a fare incavolare il prossimo. Prima di Berlusconi, infatti, e di Cossiga, restando agli ultimi mesi Folena - che ha 42 anni, è sposato con un figlio e non sembra affatto uno che cerca rogna - era riuscito a suscitare ire anche nel suo campo. Prima criticando con una certa asprezza, e per due volte di seguito, l'Unità, colpevole di riconoscere la paternità dei Ds solo (piando bussa a quattrini. Poi, dopo la sconfitta europea, sottolineando l'inopportunità di aver sollevato il tema pensioni. Per cui, a conti fatti, si deve (anche) al contributo di Folena l'apertura, o meglio l'aggravamento della crisi di rapporti tra il partito veltroniano e il governo (e lo staff) di D'Alema. D'altra parte, raffreddare il clima, mettersi di traverso, allargare le distanze, muoversi un attimo prima e parlare con un tono pili alto può anche diventare un abitudine. Nel 1985, quand'era segretario della Fgci e i compagni lo chiamavano «Sturiti und Drang» (Tempesta e Assalto), riuscì a inandare in bestia il segretario del Konsomol, la Fgci sovietica, Silin. Cinque anni dopo, inviato nel Pci-Pds siciliano, raccolse collere multiple, articolate e rinforzate. Fra solo l'inizio. L'ex Capo di Stato: un mancato indossatore la moda ci perde la politica non guadagna Il Cavaliere disse (o gli attribuirono) «La strategia contro di me decisa in una cena coi giudici» Il numero due della Quercia Pietro Folena; è anche responsabile del settore Giustizia