LA VITTORIA SNOBBATA di Paolo Passarini

LA VITTORIA SNOBBATA LA MOTA ROMAMA LA VITTORIA SNOBBATA Paolo Passarini Adispetto di alcune apparenze, a dispetto cioè del fatto che Berlusconi abbia trascinato i suoi «forzisti» in una coreografica standing ovation dopo il voto sul giusto processo, il principale beneficiario dei voti parlamentari di ieri è D'Alema, che ha tutto il dMtióWàpj^rré, nel suo personale calendario, un cuoricino accanto alla data del 10 novembre, san Leone Magno. Il governò e riuscito a condurre in porto (sia pure dopo troppo tempo) due riforme costituzionali con voto bipartiticq, spuntando una maggioranza ben superiore ai due terzi richiesti, Non solo D'Alema ha evitato un possibile agguato, ma adesso è autorizzato a sostenere che «questo» Parlamento e «questo» governo possono ancora fare delle cose buone in «questa» legislatura. Può legittimamente sostenerlo, ma purtroppo deve anche riuscire a dimostrarlo. DISSONANZE. Il fatto più curioso della giornata di ieri, comunque, è che in questo quadro generale siano stati proprio due esponenti della Quercia, Veltroni e Folena, a prendere per così dire le distanze da un successo che avrebbero invedovuto impugnare. Piuttosto che sfidare il Polo ad altre imprese riformistiche unitarie, Folena ha preferito mettere le mani avanti, dicendo di non vedere «altra possibilità di dialogo con questa opposizione» né un cammino semplice per le altre riforme. E Veltroni, invece che vantare l'allineamento dell'Italia ai Paesi più civili su un delicato problema della giustizia italiana denunciato da numerose agenzie internazionali, ha preferito esternare la sua preoccupazione per «un brutto clima» contro i giudici. Leggere in queste dissonanze un disegno veltroniano di danneggiare D'Alema è forse riduttivo da una parte e esagerato da un'altra. Se Veltroni (e Folena) rischiano, con la loro reazione scontenta, di regalare all'opposizione una vittoria che avrebbero potuto rivendicare alla maggioranza, ci deve essere una ragione, che forse è questa: la Quercia teme che gli elettori la vedano piegarsi alla «restaurazione» anti-giustizialista, laddove i prodiani (astenutisi ieri con Antonio Di Pietro in testa) tengono duro. La preoccupazione per voti anti-berlusconiani in uscita verso l'Asinelio induce la Quercia a scartare e questo non aiuta il governo. COSStGA 3, IA VENDETTA. E' un aiuto, invece, di cui D'Alema avrebbe un gran bisogno, perché adesso, dopo il successo di ieri, sarà per lui più difficile ottenerne altri. Il socialista Boselli, per esempio, ha già detto di scordarsi uguale «compat tezza» di maggioranza sulla riforma della legge elettorale. E il solito Francesco Cossiga, con una serie di battute trasparenti, ha fatto capire che adesso intende lavorare ancora più seriamente a una crisi. E il giorno di san Leone Magno ricorre solo una volta all'anno. paopass@tin.it

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