D'Ambrosio: così hanno ucciso Mani pulite di Paolo Colonnello
D'Ambrosio: così hanno ucciso Mani pulite D'Ambrosio: così hanno ucciso Mani pulite 7/procuratore attacca: «E' un salto indietro di secoli» Paolo Colonnello MILANO «l'acciaino così: il legislatore è sovrano e noi ci adegueremo». E f}ui inizia e finisce la parto diplomatica del discorso. Dopodiché, il procuratore Gerardo D'Ambrosio, testo della nuova legge sul «giusto processo» alla mano, scuote la testa e dichiara: «Se si voleva trovaro un modo per bloccare le inchieste di Mani l'olite o quelle sulla mafia, eccoci accontentati. Abbiamo fatto un salto indietro di secoli». La norma che spinge il procuratore a giudizi così drastici, ponendolo al di fuori del coro di unanimi consensi che accompagna la nuova leggo, è contenuta nel terzo comma dell'articolo uno, dove; si dice che «la persona accusata di un reato sia, nel più breve tempo possibile, informata riservatamente della natura e dei motivi dell'accusa elevata a suo carico». «E' in pratica la reintroduzione dell'informazione di garanzia, della comunicazione giudiziaria che esisteva prima del nuovo codice dell'HO, la cui abolizione permise la nascita di indagini comi: Mani Pulite. E' un'idea che venne proposta e bocciata già nel '.)'.! proprio pur tentare di bloccare le inchiesto. E adesso ce la ritroviamo nella Costituzione»*» --a■ * - «'• l'er la verità D'Ambrosio non vorrebbe parlare, commentare, discettare. Ma la rabbia per quello che considera un vero e proprio smacco è tanta e i giornalisti, diabolici, lo incalzano: «dunque i processi fatti finora erano ingiusti?». D'Ambrosio ha uno sfogo pieno di amarezza: «Ragazzi, io tra un paio d'anni vado in pensione, almeno potrò dire di averci provato. ( )ra il problema è solo vostro». Poi aggiunge: «lo sono qui e mantengo le mie promesse: abbiamo appena finito di riordinare l'archivio della procura circondariale che era una bolgia, per dicembre avremo smaltilo lutto l'arretrato, ci mancano soltanto gli spazi fisici e noi saremmo pronti a incominciare con la riforma del giudice; unico anche tra quindici giorni. E direi che si tratta di una vera rivoluzione. Il resto sono chiacchiere». Solo chiacchiere? «No. Ci sono alcune formulazioni che considero davvero pericolose: cosa vuol dire ad esempio informare nel più breve tempo possibile una persona sottoposta a indagine? Che se indaghiamo su un mafioso glielo dobbiamo andare a dire? Che se abbiamo il sentore del pagamento di una tangente dobbiamo informare i sospetti? La verità ò che in ernesto modo tutte le inchieste caratterizzate dalla presenza di elementi di omertà acquisteranno il carattere dell'impenetrabilità». Davve¬ ro tutto sbagliato, tutto da rifare in questa legge costituzionale approvata ieri a larghissima maggioranza e in un battibaleno? «Ci sono alcune affermazioni di principio che suonano cos'i ovvie da essere impossibile non condividere. La facoltà delle difese di controinterrogare i testi o. gli imputati l'abbiamo sempre sostenuta e anzi, lo abbiamo sempre considerato un principio indispensabile. Di più: mi stupisco che non si sia fatto ancora un passo concreto per introdurre questa facoltà nel codice di procedura. Ce ne sono altre che francamente non capisco. Per esempio: cosa significa mettere la difesa nelle stesse condizioni dell'accusa? Che gli avvocati potranno interrogare nei loro studi? E chi stabilisce il tempo a disposizione di un indagato per preparare la propria difesa?». D'Ambrosio insomma vede un futuro nerissimo per il lavoro nelle procure. «Mi sembra che nel complesso questa legge contenga condizioni abbastanza oscure e pericolose». Tra giusto processo e giudice unico, riforme che scatteranno con il nuovo millennio, il rischio sarà la paralisi? «Ma no, dipenderà dal legislatore e dalle leggi che verranno varate per supportare i cambiamenti. Se ci sarà accordo nel Parlamento questo rischio non esisterà. E poi, tutt'al più nel Parlamento più che il rischio paralisi può esistere il rischio dell'inerzia». Sicuramente più cauto e possibilista nei giudizi 6 il procuratore generale Francesco Savorio Borrelli. Il quale avverte: «Se le innovazioni del giusto processo non vengono integrate in una più ampia riforma del sistema, rischiamo di andare incontro a una paralisi cronicizzata dei processi penali». Ma in generale il giudizio, a differenza di D'Ambrosio, è positivo: «Que¬ ste norme - spiega Borrelli vanno nella direzione di un equilibrio tra parte pubblica e parte privata del processo. Purtroppo, come avevamo già detto nell'89, il nuovo proceso e in generale tutte queste innovazioni che vanno nel senso dell'oralità e della parificazione delle parti, sono estremamente costose. E inoltre andrebbero accompagante da altre misure: per esempio, come abbiamo detto molte volte, la depenalizzazione e la semplificazione di alcune forme processuali, per renderle compatibili con la dimensione del sistema e le risorse messe a disposizione». ... .A'...,. ... GLI ASSOLTI DI MANI PULITE Roberto Mazzotta POLITICI Vittorino Colombo Clelio Oorlda Barbara Pollastrini Ut!. 1. 0.' Gianni Cervelli Carlo Radice Fossati (nella foto sopra) assolto in Cassazione Bruno Tabaccl Remo Gasparl (nello foto sotto) ■m>V'- ; IMPRlNOPTORi Lorenzo Crosta (varesino) assolto in Cassazione Sergio Bonelli (editore di Tex Willor) prosciolto a Brescia STILISTI Mariticela Mandelli (Krizia) IL RlSCHIOPRESC^IONE , ^, Richieste di rinvio a giudizio 3138 Iassolta in appello (nella foto sopra) Gianfranco Ferré assolto in appello Santo Versace assolto in appello Rinvii a giudizio disposti 1304 -condanne SOT - casi pendenti OSS - assoluzioni e proscioglimenti 183 per merito 79 per estinzione delreato 103 Condannati dal Gup STO Prosciolti dal Gup 431 per merito 258 per estinzione del reato 173 Gerardo D'Ambrosio con Francesco Saverio Borrelli
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