Mondo del lavoro diviso sui fendi pensione

Mondo del lavoro diviso sui fendi pensione I sindacati schierati con Cofferati. Contrari imprenditori, commercianti e artigiani Mondo del lavoro diviso sui fendi pensione Confindustria: non serve un altro Inps Vanni Cornerò ROMA La proposta di Sergio Cofferati per un'adesione automatica dei lavoratori ai fondi pensione e dell'utilizzo immediato del trattamento di fine rapporto, la cosiddetta «liquidazione», per far decollare la previdenza integrativa ha aperto un dibattito di vaste proporzioni nel mondo del lavoro. Al «no» di Confindustria all'idea di Cofferati risponde Sergio D'Antoni: «Francamente non si capisce perchè gli industriali siano contrari - ha detto il segretario generale della Cisl - oltretutto è anche una posizione un pò contradittoria, perchè la Confindustria ha fatto sapere di essere invece favorevole alla destinazione di quote del Tfr e ad un potenziamento della previdenza integrativa. Se si è favorevoli bisogna contribuire a questo potenziamento, altrimenti vuol dire essere d'accordo, ma sempre a spese degli altri». Poi D'antoni ha aggiunto una stoccata alla Cgil, per essersi attribuita il merito dell'iniziativa: «finalmente ci arrivano anche loro», ha detto, sottolineando che la stessa proposta la Cisl l'aveva fatta cinque anni fa. La risposta alle considerazioni del leader Cisl sulla Confindustria arriva da Giampaolo Galli, responsabile del centro studi di Viale dell'Astronomia: «A parte il costo che un sistema del genere comporterebbe per le imprese, visto che sarebbe gestito con i fondi di Tfr (trattamento fine rapporto), mi pare si equivochi un po'sull'istituto spiega Galli - se l'automatismo dei fondi si va ad aggiungere alla pensione obbligatoria si rischia di creare un secondo Inps. Noi vorremmo, invece, un sistema concorrenziale: ogni lavoratore metta i suoi soldi dove vuole e se lo vuole. Non c'è bisogno di creare automatismi, i fondi possono stare da soli sul mercato. Per quanto riguarda la possibilità di usare il Tfr per la pensione integrativa si dovrebbe studiare una sorta di compensazione, che potrebbe essere una riforma del sistema di pensioni obbligatorie che consenta di ridurre le contribuzioni. Ad esempio, pagando contributi più bassi per i nuovi assunti». E anche le piccole impresse che aderiscono alla Confapi sono contrarie alla proposta di Cofferati. «Questa operazione metterebbe a rischio gli investimenti delle piccole e medie imprese dice il presidente, Attilio Bolzoni - il Tfr è ora una fonte di finanziamento interna delle aziende e se venisse a mancare si dovrebbero approvigionare presso il sistema bancario con conseguente aumento dei costi e riflessi negativi sulla competitività e sull'occupazione». Intanto, però la commissione di vigilanza sui fondi pensione sembra orientata favorevolmente ad un'automaticità dell'adesione ai fondi pensione integrativi. Il presidente della commissione, Mario Bessone, è dell'idea che su questa materia bisogna seguire i pronunciamenti della Corte di Giustizia europea. «Alcune recenti sentenze hanno dato indicazioni sulla possibile obbligatorietà dei fondi pensione», fa presente Bessone, ribadendo la necessità di incentivi fiscali per sviluppare la previdenza complementare. Ma in prima linea dei fondi pensione non ci sono soltanto Confindustria e sindacati, avverte il presidente di Confartigianato, Ivano Spalanzani: nella partita entra anche il 33% della forza lavoro che opera in imprese artigiane, commerciali ed agricole. «Per l'artigianato aggiunge Spalanzani - la proposta di adesione automatica non è compatibile con l'attuale sistema di previdenza complementa¬ re, fondato per intero, per quanto concerne i dipendenti, su l'ondi chiusi e quindi rigidi». E, mentre i tecnici dibattono, divisi sulla possibilità di un' adesione automatica ai fondi integrativi, dal sindacato arriva una voce contraria alla proposta di Cofferati: «Se ci sono difficoltà nelle adesioni dei lavoratori ai fondi pensione - puntualizza il segretario generale della Fiom Piemonte, Giorgio Cremaschi bisogna andare alle cause, cioè alla precarizzazione del lavoro, e non trovare soluzioni di semiobbligatorietà dell' istituto che, in ogni caso, richiederebbero la modifica di tutto il sistema contrattuale». D'Antoni: l'industria vuole La Commissione vigilanza potenziare la previdenza «Vanno seguite le indicazioni però a spese degli altri della Corte di giustizia Ue» I FONDI-PENSIONE IN ITALIA * FONDI CHIUSI NASCONO DA ACCORDI TRA IMPRESE E LAVORATORI. CONTRIBUTI DEFINITI E TASSO DI RENDIMENTO FINANZIARIO GARANTITO • VERSAMENTO MASSIMO ì% DELIA RETRIBUZIONE DA PARIE DEL LAVORATORE, IL}% PALI IMPRESA E QUASI IL 30% DEL TFR (L'INTERO PER I NUOVI ASSUNTI). * ISCRITTI AL 31 GENNAIO 3BO.O0O LAVORATORI DIPENDENTI Al 21 FONDI AUTORIZZATI (I LAVORATORI CON HENO DI 30 ANNI SONO APPENA IL 9% DEL TOTALE) 'TOTALE CONTRIBUTI CIRCA461 MILIARDI. • NUOVI FONDI AUTORIZZATI NEL 199910 FONDI CHIUSI (31 QUINDI IL TOTALE). • GU ADERENTI METALMECCANICI (2S9.000 ISCRITTI. 11% DEGLI ADDETTI): I CHIMICI HANNO 78 00Q ISCRITTI • FONDI APERTI POSSONO ISCRIVERSI TUTTI I LAVORATORI CONTRIBUTO DEFINITO E TASSO DI RENDIMENTO FINANZIARIO • PROMOTORI SOPRATTUTTO ASSICURAZIONI MA ANCHE SIM E BANCHE ISCRITTI AL 31 GENNAIO OLTRE )0 000 LAVORATO»,! SU ZS FONDI. NUMERO SALITO A SS A (ITU OTTOBRE • TOTALE CONTRIBUTI il MILIARDI * GLI ADERENTI LAVORATORI IN PROPRIO (49%). ALTRI LAVORATORI AUTONOMI (Z8.2S); UBERI PROFESSIONISTI (9.4%); LAVORATORI DIPENDENTI (1.9%) * FONDI PENSIONE PREESISTENTI 7)4. DI CUI 609 Di COMPETENZA DELLA COVIP * LAVORATORI INTERESSATI 1.6 MILIONI * RISERVE PATRIMONIALI 30 000 MILIARDI * FLUSSI CONTRIBUTIVI ANNUI 4.000 MILIARDI * NUMERO FONDI SOTTO 1100 ISCRITTI ATTIVI SI COLLOCA QUASI LA META DEI FONDI; 01TRE110.000 ISCRITTI SONO APPENA 141 FONDI PREESISTENTI LA LEGGE

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