«Non lasciamo soli i sindaci coraggiosi» di Gabriele Beccaria

«Non lasciamo soli i sindaci coraggiosi» I PIANI DI BATTAGLIA PER CANCELLARE I MOSTRI DEL CEMENTO «Non lasciamo soli i sindaci coraggiosi» Legambiente: «Subito la legge contro le ecomafie» retroscena Ni Gabriele Beccaria QN lasciamo soli i sindaci coraggiosi, come quello di Eboli», incalza Enrico Fontana, studioso di Legambiente. In Italia scatenare le ruspe contro i cementificatori abusivi ò ancora un alto d'eroismo e agli uomini-simbolo si deve - giustamente - rispetto. Con sforzi immensi gli intrepidi San Giorgio della Repubblica hanno abbattuto in un anno un migliaio di ecomostri, ma non hanno pollilo impedire che ne spuntassero altri 25 mila. Se si aggiungono ai 040 mila degli ultimi 15 anni, si capisce che a Eboli è in atto nient'altro che «un segnale forte», come si ripete con enfasi ogni volta che uno sterminato Fuenti o un'orrida villetta vengono sbriciolati. Al ritmo attuale non basteranno 10 secoli per ripulire l'ex Bel Paese dalla vergogna - unica nel mondo industrializzato - del mattone illegale. Tra un segnale forte e l'altro (prima di Natale sarà il turno della Valle dei Templi, ha promesso di recente il ministro dei Lavori Pubblici Enrico Micheli), Fontana spera che il punto di svolta sarà la primavera-estate del 2000, quando il Parlamento avrà approvato la legge Micheli-Mattioli contro l'abusivismo, «la prima nella nostra storia». Allora, i sindaci coraggiosi, saranno davvero un po' meno soli. Le procedure di demolizione verranno accelerate, i Comuni disporranno di soldi e mezzi adeguati per blitz ad alta efficacia chirurgica, ai prefetti saranno dati pieni poteri d'intervento in caso di latitanza delle autorità locali. «E a quel punto non ci saranno più margini di giustificazione». Intanto, perché le testarde punture di spillo diventino ener¬ gici calcioni, Fontana consiglia due soluzioni. Da subito. Prima: «Bloccare gli allacciamenti di luce, acqua e gas. Così le case fuorilegge si degradano a gusci vuoti, scheletri inutilizzabili. E' semplice. Sono sufficienti i controlli incrociati tra amministrazioni ed enti, oggi inesistenti». Seconda: «Applicare finalmente con rigore, e sempre, la legge 47 dell'85 che prevede, in caso di sentenza definitiva per il reato di abusivismo edilizio, l'immediata demolizione del manufatto». Per intaccare le mura massicce di Abusivopoli, Legambiente conta poi su un altro disegno di legge, che trasformerà 1 reato contravvenzionale i litto contro l'ambiente l'esempio virtuoso del res l'Europa. Aprire cave no; rizzate e alzare in un costruzioni-fantasma significherà finire in cella. «Il carcere, le demolizioni e gli allacciamenti negati aggrediranno e finiranno per sgonfiare un mercato che - spiega Fontana - è benzina per i mafiosi e i camorristi e permette loro di riciclare enormi quantità di denaro/sporco». Linea dura, quindi, l'unica capace «di garantire il controllo e la prevenzione», aggiunge Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme, il Centro di ricerche economiche e sociologiche per l'edilizia di Roma. Così, per esempio, si comincerà a colpire un semisconosciuto scempio nello scempio: nei parchi naturali italiani sorgono 18 mila costruzioni abusive. Agli spietati signori del mattone clandestino non manca un certo buon gusto.

Persone citate: Enrico Fontana, Enrico Micheli, Fontana, Lorenzo Bellicini, Mattioli, Micheli

Luoghi citati: Eboli, Europa, Italia, Roma