«Sempre più difficile stare con D'Alema» di Fabio Martini

«Sempre più difficile stare con D'Alema» Cossiga polemico anche con D'Antoni «Sempre più difficile stare con D'Alema» Fabio Martini ROMA Di prima mattina, adagialo nel suo lotto, Francesco Cossiga ha leggiucchiato i giornali, ha dato una scorsa al discorso parigino di Massimo D'Alema e a quel punto ha deciso di collegarsi con palazzo Chigi: «Cercatomi Marco Minniti...». E quando il braccio destro del premier ha preso la telefonata, Cossiga lo ha investito cosi: «Caro Minniti, dopo il discorso del presidente del Consiglio sull'Ulivo mondiale, devo dirti che la mia meraviglia si è accresciuta, credo proprio che i margini della nostra collaborazione si siano ulteriormente assottigliati...». Nessuno è in grado di prevedere come si comporterà Francesco Cossiga nelle ore decisivo di questa crisi al ralenti, ma in questi giorni l'ex capo dolio Stato resta irritatissmo noi confronti di un presidente del Consiglio che pronuncia sempre più spesso e ovunque può, quella parolina tanto invisa al senatore avita: Ulivo. Già da diverse settimane la quasi-crisi di governo ruota tutta attorno allo stesso perno e cioè a dire dove si collocherà il baricentro del prossimo esecutivo. L'Asinelio vuole fare del Nuovo Ulivo la cabina di regia di questo e dei futuri governi, mentre Cossiga fa di tutto per non perdere il ruolo di «padrino» che vanta con l'attuale governo. Certo, con i Democratici da qualche giorno Cossiga si sforza di apparire conciliante, ma il suo è un «buonismo» ad intermittenza, soprattutto se ad attaccarlo è un personaggio come Antonio Di Pietro con il quale ha ingaggiato ieri un bruciante botta e risposta. E quanto al suo concittadino Arturo Parisi, l'ex capo dello Stato aveva fatto di tutto per provocarlo, affibbiandogli buffi nomignoli («Artullo») e spiacevoli etichette («porta alla rovina i suoi amici»). Parisi lo ha ignorato, Cossiga ha cambiato registro anche se in privato, ha fatto questa provisione: «La sfida nel collegio di Bologna e difficile, ma se l'arisi perde, la sua carriera politica entra in crisi...». E in questo periodo ili protagonismo, seguito ad una fase di eclissi e di umore non brillante, Cossiga si toglie lo sfìzio di prendere di mira tutti coloro che non concorrono al suo disegno. Come Sergio D'Antoni, che ieri Cossiga ha sottilmente «sfottuto»: «Lui vuole entralo in politica, ma non mi è chiaro so nel contro, nel centrosinistra o nel centro-destra...». Cossiga non lo dice, ma probabilmente sa che qualche );mn>" la il segretario della Cisl si è visto a quattr'occhi con Silvio Berlusconi, dopo che, una ventina di giorni fa, sempre D'Antoni ora andato a cena con Cossiga. E questa mattina, in gran segreto, il leader della Cisl si incontrerà «in terreno neutro» con dieci parlamentari dol Ppi, guidati da Cocilovo e Cutrufo. E in questi giorni vissuti a tutto gas, a Cossiga e ai suoi è venuto anche un altro sospetto: «Da una lunga serio di elementi dice Angolo Sanza - siamo arrivati alla conclusione che a febbraio, la rottura tra noi e Mastella non sia stala ostacolata dal presidente del Consiglio, anzi sospettiamo che l'abbia assecondata nella convinzione che buona parte dei parlamentari sarebbero restati con Mastella. E in tutti questi mesi D'Alema ha insistito nella logica del dividi' et impera : a parole diceva di volere un centro più forte, ma poi separatamente dava indicazioni diverse». E come prova del patto d'acciaio Mastella-D'Alema i cossighiani elencano le presidenze offerte all'Udeur: «Quella di indagine sulla Federconsorzi dice ancora Sanza - quella sull'Infanzia e ancora una presidenza negli enti previdenziali. A noi, nulla...».

Luoghi citati: Bologna, Roma