Riforme, suspense sul quorum

Riforme, suspense sul quorum Riforme, suspense sul quorum Oggi si vota per giusto processo e presidenti regionali si gioca la premiership futura. Se venissero indette più in là nel tempo, quasi a ridosso delle politiche del 2001, i tempi per cambiare cavallo si restringerebbero e, con ogni probabilità , l'attuale capo del governo resterebbe in sella come candidato anche della prossima legislatura». Ma l'incognita del «quorum» pesa anche sul «giusto proces¬ so». Una cospicua fetta del centro sinistra avrebbe voluto rinviare quel voto per armonizzare il codice di procedura penale alla nuova legge costituzionale, pena la paralisi di migliaia di processi. Per ovviare a questo inconveniente, la maggioranza ora sta accelerando l'iter del pacchetto di leggi ordinarie che giacevano in commissione Giustizia al Senato. Ieri è stato compiuto un notevole passo avanti sull'articolo 192, quello che riguarda le dichiarazioni dei pentiti. Oggi dovrebbe essere approvato, poi la commissione chiederà che il provvedimento gli venga riassegnato in sede deliberante per saltare il passaggio in aula e e fare prima. Tutto ciò è stato possibile grazie a un'intesa (sul metodo, non sui contenuti) tra Polo e maggiorali- za che ha sbloccato dopo quasi duo anni la legge. Ma non tutto è stato risolto. I tempi, comunque, rischiano di essere ugualmente troppo lunghi. Eppoi, lo divergenze tra l'opposizione e il centro sinistra restano tutte. Restano anche altri provvedimenti da approvare per armonizzare il codice alla nuova norma costituzionale. Così come rimane sul tappeto l'accusa rivolta dal responsabile Giustizia dei ds Carlo Leoni a Forza Italia di puntare in realtà alla paralisi dei procossi. Per evitare questa possibilità la maggioranza tiene in serbo la carta del decreto, a cui, naturalmente, il Polo si oppone. E' in questo clima, mentre qualche esponente della maggioranza (Stefano Passigli, per esempio) chiede esplicitamente di far mancare i due terzi al «giusto processo», che oggi la Camera affronta il voto. [r. r.l Se l'elezione diretta non avrà i due terzi dei consensi ci sarà uno stallo di almeno tre mesi

Persone citate: Carlo Leoni, Stefano Passigli