Trentini i Savoia devono tornare

Trentini i Savoia devono tornare Anche l'ex esponente Cgil firma la mozione al Parlamento di Strasburgo Trentini i Savoia devono tornare dal corrispondente a BRUXELLES I ndietro i Savoia. E' giusto che possano tornare in Italia «con pieni diritti civili», e che la stessa possibilità abbiano nei rispettivi confini nazionali i rappresentanti della monarchia greca e gli Asburgo. Firmato, tra gli altri, Bruno Trentin. Ma che ci fa uno dei padri nobili della sinistra italiana in un appello per riportare in patria i Savoia, in compagnia di Gianfranco Fini e di un monarchico dichiarato come il capodelegazionc di Forza Italia al Parlamento europeo Antonio Tajani? Semplice, risponde lui: «Mi sembra che la Repubblica non sia più in discussione, che il problema del rientro dei Savoia è superato, e credo di non di essere l'unico a pensarla cosi». E così Trentin, nella sua recente veste di eurodeputato dei Ds, ha accettato l'invito fatto dal collega conservatore britannico - e britannicamente monarchico - CharlesTannock a firmare una mozione per una risoluzione d'urgenza del Parlamento europeo in questo senso. Un centinaio di eurodeputati chiedono al governo di Roma, come a quelli austriaco e greco «di onorare i loro impegni presi nei trattati restituendo alle ex case reali dei loro rispettivi Paesi pieni diritti civili, compreso il diritto di entrare liberamente nei loro Paesi di origine». «Lo conosco, mi ha chiesto di filmare e l'ho fatto, anche perché il mio convincimento è questo», dice un Trentin forse un po' seccato dalla compagnia non propriamente di sinistra che si ritrova con lui nelle due pagine di euroautografi: la pattuglia radicale guidata da Marco Pannella e Emma Bonino, An doc come Adriana Poli Bortone o di nuova acquisizione come Mario Segni e perfino un collega da sempre schierato dall'altra parte, l'ex segretario della Cisnal Mauro Nobilia. Del resto anche Tannock - italiano fluente e passione per i reali di mezza Europa - conferma: «Ha firmato anche Trentin, gliel'ho chiesto di persona. No, agli altri italiani del gruppo socialista non l'ho chiesto perché non li conoscevo, ma la mia è una mozione interpartitica, non l'ho fatta sotto l'egida di nessun gruppo». Ma se Trentin accetta il principio di un rientro dei Savoia in Italia, un abisso lo divide da Tannock: «La condizione irrinunciabile per ristabilire i loro diritti civili. Visto che sono stati esiliati per motivi istituzionali, sarebbe che giurassero fedeltà alla Repubblica - spiega l'ex segretario della Cgil - e su questo finora hanno nicchiato». Li tutt'altra opinione il deputato britannico, interessato alle sorti dei Savoia «fin quando da bambino abitavo a Calais ed ero quasi vicino di casa di re Umberto»: «Perchè mai dovrebbero giurare fedeltà alla Repubblica? Così come uno può vivere in Gran Bretagna e essere repubblicano allo stesso modo in Italia si può essere monarchici. Anzi, penso che Vittorio Emanuele avrebbe tutto il diritto di formare un partito politico, non credo proprio sia una minaccia alla sicurezza dell'Italia». Ma, Savoia a parte, è una battaglia ideologica quella che Tannock sta conducendo, sebbene il suo testo con ogni probabilità non verrà nemmeno votato dall'aula di Strasburgo: «Qui la sinistra fa tante mozioni per difendere i cittadini di mezzo mondo e non solo quelli europei, mentre nessuno si preoccupa di difendere gli ex monarchi. Ormai sono gli unici cittadini che nonhannogli stessi diritti degli altri», (f. man.] fx L'eurodeputato diessino Bruno Trentin

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