«Le primarie per il premier» di Antonella Rampino

«Le primarie per il premier» Parigi, il segretario della Quercia s'appella agli alleati. «Grave che Bertinotti presenti candidati alle suppletive» «Le primarie per il premier» Veltroni rilancia il «patto» e attacca Prc Antonella Rampino inviata a PARjGI «Depauperamento di valori e progotti nella politica, ai quali la sinistra reagisco essendo sempre più aperta». Chiosa così Walter Veltroni, al volgere del congresso dell'Internazionale Socialista. E gli accade quel che era successo a Massimo D'Alema ventiquattr'ore prima: leggere il proprio discorso, mentre i grandi leader europei sono assenti. Perché poi, alla chiusura del congresso di un'organizzazione dalla storia gloriosa, e i cui azionisti sono per la stragrande maggioranza del T'orzo Mondo, è successo ancora una volta che esso fosso anzitutto la tribuna nella quale l'Occidente europeo misura se stesso specchiandosi nel suo omologo, pur protestando impegno per un «nuovo mondo», consapevole della globalizzazione come dei diritti umani e di cittadinanza. Si spiegano così anche il peso e i riferimenti, non esattamente secondari, alle strategie politiche nazionali, e segnatamente anche l'irrompere dell'Ulivo e delle sue conflittualità sulla scena dell'Internazionale. Ieri, dunque, è toccato a Walter Veltroni, nuovo vicepresidente dell'Internazionale, clic dal podio ha proposto uno scenario nel quale il Secolo Breve si chiude con la sconfitta ormai definitiva del comunismo, con la sinistra davanti all'opportunità della globalizzazione, con la necessità di scommettere sullo innovazioni senza abbattere lo Stato sociale, li chiedendo ufficialmente che venga sostenuta all'Orni, istituzione con la quale l'Internazionale si promette di serrare il dialogo, «la moratoria della pena di morte di cui si sta discutendo in questi giorni», una proposta salutata da un significativo applauso titilla platea. Un intervento di mediazione, com'era prevedibile, tra la linea di Jospin e quella di Blair, senza mai citare il «caso italiano». Al quale invece Veltroni dedica attenzione dietro le quinte. Tra vari motivi di ottimismo, a cominciare dal rilancio di un patto nella coalizione, c'è anzitutto un affondo contro Bertinotti: «E' molto grave, è il secondo gesto grave di Bertinotti dopo aver fatto cadere il governo Prodi, che Rifondazione prosenti in violazione del patto di desistenza quattro candidature alternative a quello della coalizione, per le prossime elezioni supplettive». Così, è il ragionamento di Veltroni, «si ottiene solo di far vincere la destra». E per Rifondazione vale quel che «vale per tutti i partiti della coalizione: con l'Ulivo si vince, senza si è solo più deboli». Nuovo patto per la maggioranza dunque, «su questo io e D'Alema siamo d'accordo»: «Stiamo insieme adesso, staremo insieme fino al 2001, e così staremo insieme anche dopo». Già, ma se la prospettiva si allunga oltre la fine di questa legislatura, come si risolverà il problema della leadership dell'Ulivo? «Anche qui, Massimo e io l'abbiamo detto da tempo: con le primarie». E poi Veltroni lancia sorridendo un messaggio rassicurante, «per og- gi e per domani, la leadership è quella di D'Alema». Sarà, ma mentre Veltroni parla nel «Transatlantico» dell'Internazionale, sul palco del congresso stava per intervenire il socialista Enrico Boselli, il quale sostiene che «la globalizzazione impone una revisiono complessiva dei tradizionali programmi delle so- cialdemocrazie», ma anche che in Italia, in quanto a nuovi rapporti a sinistra, «lo Sdi va facendo con il Trifoglio quel che i Ds fanno con l'Ulivo». Come dire: due sinistre che aprono entrambe a forze di «centro». Veltroni, che lunedì mattina vedrà Boselli avendo avuto contezza «della loro assoluta e inequivoca determinazione a restare nel centrosinistra», non se preoccupa. Anche perché considera poco più di una «maliziosa fantasia» la possibilità che si stringa il rapporto tra il principale alleato di Boselli, Cossiga, e Berlusconi, «se si mettono insieme tutte le cose che di Berlusconi Cossiga ha detto in passato, be', o non erano vere quelle, o non è vero quel che ne dice oggi». E però, sulle primarie, Boselli fa sapere subito che «è un po' prestino per parlarne» e lancia una sua provocazione: «Perché non facciamo decidere la leadership della coalizione ai parlamentari, con voto a scrutinio segreto?». Una proposta che avrebbe come risultato l'apertura di scenari imprevidibili. Nel clima di ecumenismo che soffiava dall'Internazionale, Veltroni ha anche spezzato una lancia per la proposta di Costituente lanciata da Nicola Mancino, «sono d'accordo col presidente del Senato, ne discutiamo a settembre del Duemila, mi pare abbia detto». Ma intanto, «sarebbe bene si riuscisse ad approvare insieme, e sottolineo insieme, le riforme che ci sono, quella sul processo giusto e quella per l'elezione diretta dei presidenti di regione». Provvedimenti in calendario per la votazione in aula oggi, e poi saltati: ma questo Veltroni, mentre parlava, non lo sapeva ancora. Dopo Parigi, da dove anche l'Ulivo appare più solido, e più che una speranza il «patto strategico per la coalizione, un patto che può riguardare un periodo lungo della storia italiana», si torna a Roma. All'Internazionale intervento di mediazione fra Blair e Jospin del leader Ds Ma poi tiene banco la politica italiana «Un nuovo accordo nel centrosinistra» La replica di Enrico Boselli alla proposta di Botteghe Oscure «Sì, potrebbero votarlo tutti i parlamentari della coalizione a scrutinio segreto» Il presidente israeliano «La pace è più facile in una regione socialdemocratica» Il capo palestinese «Festeggiamo a Betlemme il nuovo millennio» Il primo ministro israeliano Ehud Barak con il presidente dell'Autorità palestinese Yasser Arafat ieri mattina a Parigi A destra il presidente dell'Internazionale Antonio Guterres Il neoeletto vicepresidente dell'Internazionale socialista Walter Veltroni

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