Un tedesco per la successione di Lepri

Un tedesco per la successione LA CORSA VERSO WASHINGTON Un tedesco per la successione In corsa Koehler e Kock-Weser. Draghi insegue analisi Sfela.,o Lepri ROMA LAMBERTO Dini l'ha sempre sognato, c anche il direttore generale del Tesoro Mario Draghi è reputato noi mondo un candidato ottimo. Ma al Tesoro si sa benissimo che per il momento non e un posto che tocca all'Italia, quello di managing director del Fondo monetario lasciato libero dal francese Michel Camdessus. E queste cariche internazionali si lottizzano, si, tra nazioni. Per tradizione cinquantennale, o accordo di gentiluomini tra Europa e Stati Uniti, il capo del Fmi è sempre stato un europeo. Sarà così anche questa volta; ed e probabile elio tocchi alla Germania designarlo. Solo se la (irati Bretagna, che è pure interessata, insisterà molto, nello stallo potrebbe riemergere una candidatura italiana. I governi del continente si stanno consultando da qualche tempo. Già un paio di settimane fa, quando il ministro delle Finanze tedesco, Hans Eichel, è venuto a Roma a trovare Giuliano Amato, la successione al Fmi era stato uno degli argomenti del colloquio. Domenica scorsa il primo ministro lussemburghese, Jean-Claude Juncker, ha confermato pubblicamente che la discussione è in corso, facen¬ do capire che un accordo ancora non c'è. La Francia, che senza Camdessus resterebbe a corto di cariche internazionali, ha fatto circolare il nome di un suo candidato, il banchiere Philippe Lagayette; ma potrebbe dare via libera a un tedesco, forse per spianare la strada al suo Jean-Claude Trichet quando Wim Duisenberg lascerà la presidenza della Banca centrale europea, o con qualche altro contraccambio. Il tedesco potrebbe essere Caio Koch-Weser, attuale viceministro delle Finanze, che vanta una esperienza a Washington nell'istituzione gemella del Fmi, la Banca mondiale; è un socialdemocratico, ma della versione moderata, tipo «nuovo centro», consigliere ascoltato del cancelliere Gerhard Schroeder e del ministro Eichel. In alternativa è corso anche il nome dell'attuale presidente della Banca europea per lo sviluppo dell'Est (Bers, con sede a Londra) Horst Koehler; si tratta di un cristiano-democratico, non omogeneo all'attuale governo tedesco, ma consentirebbe di lasciare il posto alla Bers libero, magari per un francese o per un inglese. E' una favola inventata non si sa da chi, ma ampiamente ridiffusa dalla stampa mondiale, che il cancelliere dello Scacchiere (ministro del Tesoro) britannico Gordon Brown desiderasse per sé il posto di direttore generale de! Fmi. Anzi, l'unico ostacolo a una candidatura inglese è proprio che Brown sia succeduto a Carlo Azeglio Ciampi alla testa dol «comitato interinale», l'organo governativo del Fmi; è difficile per gli altri Paesi accettare che Londra detenga entrambe le cariche. I nomi che Brown potrebbe proporre sono quelli del vicegovernatore della Banca d'Inghilterra Mervyn King o del direttore del Tesoro Nigel Wicks (inviso agli italiani quando dirigeva il comitato monetario europeo); l'attuale direttore generale della Bri Andrew Crockett ha dichiarato che non si vuole spostare. I tedeschi non reputano moìto forti le candidature inglesi. Ma che la Germania voglia assommare il Fmi e la Bers potrebbe sembrar troppo ad altri Paesi. Così, le speranze italiane si reggono sulla possibilità di veti, o veti incrociati. Il ministro degli Esteri Lamberto Dini, capo di una formazione politica in via di sparizione e a rischio di riconferma in caso di rimpasto, sembra interessato a farsi avanti per dirigere una istituzione come il Fmi che conosce bene, dove è ben conosciuto e per la quale ha svolto compiti importanti e delicati. Nei pettegolezzi romani è stato subito notato che proprio ieri Dini si trovava a Washington con un'ampia delegazione della Farnesina. L'occasione per il viaggio l'hanno fornita un convegno del «Consiglio per le relazioni tra Italia e Usa» (fondato da Giovanni Agnelli e David Rockefeller) e l'inaugurazione della nuova ambasciata italiana; e non è mancato un colloquio con il segretario di Stato Usa, Madeleine Albright. Può essere una coincidenza che tutto questo sia avvenuto negli stessi giorni delle dimissioni di Camdessus; ma i maligni osservano che Dini è sempre ben informato sulle vicende del Fmi. Ieri il quotidiano 7/ Foglio ha scritto che anche il direttore generale del Tesoro Mario Draghi ambisce alla carica. Di sicuro il suo nome è molto quotato tra i governi e le istituzioni internazionali; ma chi gli è vicino smentisce che si senta candidato. Il direttore del Tesoro, Mario Draghi „„„.™