GENTE CHE SI FA di Maria Laura Rodotà
GENTE CHE SI FA GENTE CHE SI FA Maria Laura Rodotà Cha trentatré anni e un posto di responsabilità nel mondo dei media. Carina, bravissima, innamorata • del suo lavoro, si fa di qualunque- cosa. Canne, alcol, cocaina se capita, psicofarmaci se l'amore va male, ecstasy se finisce a ballare. Una notte aveva mescolato un po' tutto; l'ha salvata un vicino svegliato dal rumore, mentre il gruppetto che l'aveva trovata in strada e portata su aveva organizzato un party e le stava ripulendo casa. A. ne ha quaranta da poco, t- uno di quelli che tra globalizzazione consulenze e fondi sta ri-rendendo grande la Milano da ri-bere. Bere beve bene, costoso e barrictato; ma più che altro tira coca, con giudizio. Nelle sere di weekend, o quando té nervosismo in famiglia. Sa che che potrebbe dargli dipendenza, che se esagera ha attacchi di mania di persecuzione che imbrogliano vita pubblica e personale. Ma se si agita troppo si rolla una canna, e alla riunione del mattino è bello disteso. T. ha cinquantanni passati, e un noto manager multimediale, e un ali olista. Capace di aprire gli occhi, vedere un fondo di whisky sul comodino, e scolarselo senza bisogno di tirarsi su. Ha sempre fatto così. Se è con amici e ce di che, fuma. Se deve finire un progetto in fretta, un po' tira. Una volta è andato in discoteca con una ragazzina, e s'e impasticcato anche lui. Benvenuti nella società civile che manda avanti il Paese, legge i giornali, viene ora bombardata da compunti commenti sull'emergenza ecstasy. E che non si può stupire più di tanto: perché se i ragazzi non sono "puliti" e sono a rischio, loro non sanno berte cosa sono. O forse sì: si sentono giovani anche loro (i sociologi americani dicono che oggi ci sono cinque generazioni di giovani o autopresunti tali) e sono cresciuti nei paraggi di droghe varie, anche legali, li in tutto l'Occidente, sono uno zoccolo duro e diffuso di "multi-addicr", con molti vizi ma non disperati e improduttivi come gli eroinomani. Anzi, portano ambizione-dedizione femminile (come C), creatività nell'ingessato mondo manageriale (come A.), intelligenza e carisma in ambienti un po' cialtroni (come T.). Sono da condannare? Da perseguire come trasgressori e cattivo esempio per i più piccini? E ai più piccini, che si può dire perché non si facciano troppo male.-' Bisogna punire e disintossicare tutti e disprezzare i recidivi? Dio solo lo sa. Intanto, questo é il mondo che abbiamo in dotazione. Che ai più intellettualmente onesti, e/o ai piti svaporatamer.te peccatori, regala solo domande.
Luoghi citati: Milano
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