«Tutti dentro ai fondi pensione» di Gian Carlo Fossi

«Tutti dentro ai fondi pensione» La proposta del leader della Cgil unisce il sindacato e divide le categorie «Tutti dentro ai fondi pensione» Cofferati: ma si può rinunciare Gian Carlo Fossi ROMA Adesione automatica dei lavoratori ai fondi pensione, salvo possibilità di disdetta, ed utilizzo immediato del Tfr (trattamento di fine rapporto) per far decollare la previdenza integrativa: è la proposta, lanciata ieri dal leader di Cgil Sergio Cofferati in un seminario sui fondi della Taft Hartley, e su di essa le tre centrali sindacali ritrovano improvvisamente l'unità dopo parecchi mesi di laceranti scontri. L'adesione ora è volontaria, ma è ancora molto bassa a causa della scarsa conoscenza dello strumento e della distrazione dei giovani verso le prospettive di pensione. «Si potrebbe - suggerisce Cofferati invertire il meccanismo attuale. Adesso chi vuole aderisce, l'adesione non è obbligatoria. Si potrebbe pensare ad una adesione automatica e alla possibilità di recesso per chi invece intende restare fuori. L'adesione dovrebbe valere per tutti e non soltanto per i nuovi assunti, e dovrebbe riguardare soltanto i fondi contrattuali. Questo potrebbe far crescere molto velocemente la previdenza complementare». Al volo, arrivano i «sì» dei segretari generali della Cisl e della Uil Sergio D'Antoni e Pietro Larizza, mentre Confindustria e Confesercenti si dichiarano subito nettamente contrarie insieme al responsabile economico di Forza Italia Antonio Marzano. «E' una proposta inaccettabile nel merito e nel metodo», replica Rinaldo Padda, vicedirettore generale di Confindustria. E sulla linea del «no», paradossalmente, si schiera anche Piergiorgio Tiboni, coordinatore nazionale della confederazione unitaria di base (Cub). Contrario pure Giuliano Cazzola, qualificato esperto previdenziale: «Sui fondi pensione Cgil-Cisl-Uil cercano il monopolio perché sanno di non poter reggere la concorrenza. Se i futuri accantonamenti del Tfr dovessero andare ai fondi, bisognerà lasciare i lavoratori liberi di scegliere tra fondi chiusi contrattuali e aperti». Nel condividere la proposta di Cofferati, D'Antoni rivendica la primogenitura alla sua confederazione. «L'adesione automatica - ricorda - è una vecchia idea della Cisl, alla quale a suo tempo Cofferati disse no. Noi crediamo che si possano fare grandi cose allargando la previdenza integrativa a tutti e destinando gradualmente ai fondi il Tfr da maturare». Larizza aggiunge: «Lo sosteniamo da tempo: una soluzione di questo tipo potrebbe consentire una maggiore conoscenza dello strumento anche a chi lavora nelle imprese medie e piccole. L'unico modo per superare l'impasse è rendere obbli¬ gatoria l'adesione ai fondi. Altri dicono che debba essere vincolante, io dico obbligatoria con la possibilità di darne disdetta». Comunque i dati indicano chiaramente che il numero degli iscritti agli 872 fondi è ora molto limitato: 420 mila, pari al 25% dei 6 milioni di lavoratori potenzialmente interessati (senza contare l'area del pubblico impiego) con contributi raccolti per 462 miliardi: una dimensione lillipuzziana rispetto al capitale complessivo dei fondi pensione americani che ammonta a 1000 miliardi di dollari, cioè 1 milione 800 mila miliardi di lire, più o meno l'equivalente del Pil italiano. Così in Australia (dove dall'85 si è già arrivati a 30 miliardi di dollari), ma anche in Germania e nel Regno Unito.

Luoghi citati: Australia, Germania, Regno Unito, Roma