«Libero ingresso in Italia per gli albanesi» di Maurizio Molinari
«Libero ingresso in Italia per gli albanesi» Meta atteso domani, Berisha lo attacca: non fidatevi di lui, è il referente dei boss «Libero ingresso in Italia per gli albanesi» La richiesta del nuovo premier di Tirana in visita a Roma Maurizio Molinari ROMA Il neo premier albanese, Ilir Meta, arriva domani a Roma per chiedere all'Italia la liberalizzazione dei visti di ingresso, ma l'ex presidente schipetaro Sali Berisha avverte Palazzo Chigi: «Non vi fidate, chi arriva è solo il referente politico dei boss del traffico clandestino». Il viaggio a Roma di Ilir Meta è il primo all'estero dopo la ratifica da parte del Parlamento a maggioranza socialista di Tirana della sua successione al collega di partito Pandeli Majko. Il cambio della guardia - avvenuto sotto la regia politica di Fatos Nano, uomo forte del partito socialista - sembra preannunciare un'offensiva politica verso l'Italia. In vista dell'incontro di domani a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio, Massimo D'Alema, Meta ha infatti predisposto un'agenda di richieste che ieri ha anticipato durante un'intervista a «Radio3 Mondo»: liberalizzare la concessione dei visti di ingresso in Italia; piano economico di aiuti straordinari per la regione di Valona (da dove partono la maggioranza degli scafi che trasportano i clandestini); apertura di un consolato italiano a Valona; impegno per raggiungere un'«intesa regionale» per arginare il traffico di clandesti- ni e le attività della criminalità organizzata a cavallo dell'Adriatico e dello Ionio. Ma è soprattutto la richiesta di liberalizzare gli ingressi in Italia il piatto forte dell'agenda romana di Meta. «L'unica maniera per tagliare le gambe all'immigrazione clandestina ed evitare episodi drammatici ha detto il premier - è quella di togliere ai trafficanti di uomini i loro clienti, rendendo possibile a tutti di entrare legalmente in Italia presentando semplicemente il proprio documento di identità». In merito all'ultimo tragico episodio avvenuto nel Canale di Otranto a causa del naufragio di un gommone, Me¬ ta ha affermato che «quanto è avvenuto si deve all'incertezza che c'è stata in Albania durante il passaggio dei poteri alla guida del governo», assicurando che «la vigilanza ora è ripresa e questi episodi non si ripeteranno più». Proprio ieri era in visita a Roma ospite del Polo l'ex presidente albanese, Sali Berisha, uomo forte dell'opposizione del partito democratico e acerrimo nemico dei socialisti (contro cui nel 1998 tentò invano anche un colpo di mano). Berisha non si è lasciato sfuggire l'occasione per attaccare duramente il programma del premier albanese in arrivo in Ita¬ lia. «La liberalizzazione dei visti che propone Meta - ha dichiarato Berisha a "La Stampa" - ò una buona idea ma impossibile da realizzare perché l'Italia non la può accettare in quanto aderisce ai rigidi accordi europei di Schengen in materia di immigrazione». «Massimo D'Alema e il governo italiano farebbero bene a non fidarsi troppo di Ilir Meta incalza Berisha - che guida il quarto governo socialista in meno di due anni e rappresenta gli interessi del più vasto insieme di clan responsabili di gravi atti di corruzione, referenti del traffico di clandestini, e fino a quando questi individui corrotti restanno anche nell'esecutivo non sarà possibile per noi dell'opposizione collaborare con la maggioranza socialista». Sul capo di Sali Berisha pende un'accusa di «tentato colpo di Stato» per i moti di piazza che ebbero luogo nell'autunno del 1998, ma lui non si tira indietro e rilancia la sfida agli avversari del partito socialista: «Non ho paura, sono pronto ad affrontare il processo se vorranno farmelo davvero, ma solo a patto che si processino anche i responsabili delle truffe finanziarie ai danni dei cittadini, chi mise a ferro e fuoco il Sud del Paese nel 1997 e chi assassinò nel 1998 l'esponente politico democratico Hazem Aidani».
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