La gestione dinamica

La gestione dinamica La gestione dinamica LA convenienza dei Pac risulta, scorrendo gli esempi, in tutta evidenza; potrebbe addirittura aumentare adottando tecniche di «gestione» dell'accumulo. Una di esse è costituita dalla variabilità dei versamenti periodici. 1 ) LIMITE Si tratta di una strategia d'investimento realizzata in forma sia automatica (nei casi in cui è previsto dal regolamento) sia personale. - Nel primo caso il cliente sottoscrive un Rid (la procedura di addebito automatico in conto) d'importo indeterminato, fissando solo il limite «minimo» (ad esempio 300.000 lire). Fùiché le quotazioni del fondo crescono, oppure decrescono in maniera contenuta, l'importo versato rimane costante; se però le quotazioni scendono al di sotto di un certo livello percentuale prefissato (ad esempio, il 5%), l'importo è raddoppiato. In questo modo, nelle fasi di ribasso si possono accantonare più quote, per beneficiarne nella ripresa. - Nel secondo caso è il cliente stesso che si prefigge di provvedere a incrementare i versamenti (raddoppiandoli o triplicandoli, o effettuando versamenti «straordinari») nel caso di flessione temporanea delle quotazioni. 2) PREZZO CONGRUO Un secondo esempio è costituito da una strategia di «gestione mobile» del Pac, attuata attraverso il «consolidamento» dei risultati conseguiti da un piano in un fondo azionario attraverso il trasferimento degli utili su un fondo obbligazionario. In questo caso, il sottoscrittore che apre un Pac nel fondo azionario fissa, fin dall'inizio, un limite di prezzo che ritiene congruo per «monetizzare» l'utile: quando la quotazione del fondo supera tale livello, trasferisce l'utile maturato in un fondo obbligazionario. Ogni volta che il fondo azionario sale oltre la percentuale fissata si effettua un nuovo consolidamento; ma (e qui sta il punto interessante) se il fondo scende sotto di un certo livello, il capitale parcheggiato è reinvestito nel Pac. IN SALITA... Un risparmiatore avvia un Pac azionario e si impone di prelevare l'utile maturato quando la quotazione del fondo supera, nell'arco di 12 mesi, il 15%, livello consideralo «medio» per una performance annua. Se, ad esempio, alla fine del primo anno (in cui ha versato 12 rate da 500.000 lire, per un totale di 6 milioni) la quotazione del fondo è salita da 10.000 a 13.000 lire a causa di un «boom» del mercato azionario, il sottoscrittore preleva la differenza tra il totale dei versamenti effettuati (6 milioni) e il controvalore finale maturato. L'importo viene versato su un «tranquillo» fondo obbligazionario con l'obiettivo di consolidare l'utile, sottraendolo al rischio (tutt'altro che improbabile) che un'inversione di tendenza del mercato azionario lo «bruci». ...EIN DISCESA Se poi si verifica un ribasso delle quotazioni pari al 10% nel corso dell'anno seguente, il capitale «consolidato» viene reinvestito nel fondo azionario, nella convinzione che, superata la fase di ribasso, le quotazioni del fondo, nel lungo periodo, sono destinate al ricupero. 3) ABBINAMENTO Un terzo esempio di «gestione dinamica» può realizzarsi mediante un investimento in «unica soluzione» in un fondo obbligazionario, abbinato a un piano d'accumulo in un fondo azionario. In questo caso, i proventi che a mano a mano maturano non sono reinvestiti nello stesso fondo, bensì sono indirizzati verso un investimento «a rischio». Un esempio. Si sottoscrive un fondo obbligazionario e ci si prefigge di prelevare ogni 6 mesi la plusvalenza versandola in un Pac azionario. EQUIVALENZA Alla fine del primo semestre si apre il Pac versandovi la plusvalenza maturata disinvestendo un numero di quote equivalente all'utile; in seguito, allo .scadere del 1" anno, si ripete l'operazione, trasferendo la nuova plusv.'le:.za, e così via. In questo modo si punta a migliorare la performance complessiva dell'investimento grazie al settore azionario che, nel lungo periodo, è sempre stato più brillante di quello obbligazionario, senza rischiare il capitale.

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