UNA VOCE CHE INCANTA

UNA VOCE CHE INCANTA UNIQNE MUSICALE UNA VOCE CHE INCANTA La rivelazione Eteri Gvazava con il pianista Peter Nelson Hi A tralasciato per un momento il repertorio operistico di Mozart per abbandonarsi alle avvolgenti linee melodiche del Lied: è Eteri Gvazava, la cantante-rivelazione che, dopo la clamorosa affermazione nel ruolo di Fiordiligi in «Così fan tutte» al Piccolo di Milano l'anno scorso, ha all'improvviso abbracciato una intensa carriera internazionale e giunge adesso al Conservatorio (mercoledì 10, ore 21) per la serie gialla dell'Unione Musicale. Eteri è nata a Omsk trent'anni fa - nel 1969 - e ha studiato al Conservatorio di Novosibirsk; ben presto, tuttavia, ha abbandonato la terra natale per affrontare un indispensabile periodo di perfezionamento che l'ha portata in Germania, dapprima alla Bachakademie di Stoccarda, in seguito alla celebre Hochschule fùr Musik di Karlsruhe sotto la guida dell'altrettanto famosa Maria Venuti. Il curriculum didattico, tuttavia, da solo non è sufficiente a spiegare il fulminante successo europeo e mondiale della Gvazava, che proprio a Milano ha lavorato nell'ultima regia mozartiana - purtroppo incompiuta - di Giorgio Strehler: l'apprezzamento unanime e concorde di colleghi, critici e pubblico è giustificato dalla presenza di una voce naturalmente pura, forte ed espressiva sulla quale ha giocato un ruolo non indifferente lo studio appropriato e la scelta oculata del repertorio. Si parla tanto della cantante e solitamente si trascurano gli accompagnatori: in questo caso è doppiamente un peccato, sia perché Peter Nelson, che siede al pianoforte, è davvero bravo, e in secondo luogo perché nel Lied, come tutti sanno, voce e strumento sono un tutt'uno che non può né essere scisso né tanto meno giudicato separatamente. Il virtuosismo, in questo particolare ambito della vocalità da camera, non è presente, o almeno non nella comune accezione teatrale; è presente, invece, e corre sotterranea, una tensione interna, una dinamica agogica e poetica continuamente mutevole che richiede non solo perizia tecnica ma soprattutto sensibilità e affiatamento ai due interpreti. Peter Nelson è tutto questo: ottimo pianista anche da solo, è in grado di supportare la parola cantata, cantando a sua volta con la tastiera, e realizza benissimo il pensiero musicale in perfetto accordo con la partner. Nato a Boston, ma di formazione europea, Nelson ha studiato anche con Elizabeth Schwarzkopf - l'ultima divina del canto da camera - e con artisti del calibro di Sena Jurinac e Hilde Zadek. Il programma è in realtà una lunga antologia di aria tardoromantiche e moderne: origina, in sostanza, da quel nucleo culturale e artistico mitteleuropeo e slavo che, tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del secolo, ha prodotto lavori di altissima ispirazione e, talvolta, di concezione rinnovata rispetto alla precedente tradizione classica e romantica. La serata si apro con quattro canti di Brahms a cui seguono tre suggestive e delicatissime pagine - «Nacht», «Im Zimmer» e «Die Nachtigall» - dai «Sieben frùhe Lieder» di Alban Berg e quattro melodie di Richard Strauss; il programma è completato da composizioni di Rimskij-Korsakov, Ciaikovskij e Rachmaninov. Il biglietto, disponibile presso la sede dell'Unione Musicale (piazza Castello 29) costa 35 mila lire; ingressi, in vendita solo la sera del concerto a partire dalle 20,30, 25 mila. Informazioni allo 011/544523. Alfredo Ferrerò PeterNelson accompagnerà al pianoforte la giovane e straordinaria Eteri Gvazava nel concerto di mercoledì 10. Nellefoto sotto Alexander Lonquich e il direttore Mario Lamberto

Luoghi citati: Boston, Germania, Milano, Stoccarda