Segreti del canto degli uccelli

Segreti del canto degli uccelli ETOLOGIA Segreti del canto degli uccelli Soltanto da pochi anni se ne capisce il significato UANDO ai primi chiarori dell'alba si ascolta la _ meravigliosa sinfonia degli uccelli canori che sembra salutare il nascere del nuovo giorno, basta tendere l'orecchio per accorgersi che allodole, merli, cince, fringuelli, pettirossi, dispongono di una straordinaria ricchezza di vocalizzazioni, anche se noi percepiamo solo una parte del loro frasario, quella compresa entro i limiti della nostra sensibilità acustica. Da tempo immemorabile l'uomo si domanda che significato abbiano i canti degli uccelli e da dove sgorghi il loro stupendo impetuoso torrente sonoro. Un vero studio scientifico del canto degli uccelli incomincia però solamente intorno al 1950, quando appare sulla scena il fonospettrografo, l'apparecchio che ci dà un'immagine grafica del canto e la possibilità di analizzarla. Ma, sembra incredibile, fino a un decennio fa, i biologi brancolavano ancora nel buio e si limitavano a fare semplici supposizioni sulla possibile fonte dei suoni. E' solo di pochi anni fa la scoperta che gli uccelli canori posseggono due minuscole scatole vocali, il che significa che possono emettere due voci, come se cantassero un duetto da soli. Ci si può chiedere come mai ci sia voluto tanto tempo per arrivare a questa scoperta. Lo si può capire quando si fa l'autopsia di un uccello. Si scopre così che la siringe, fonte dei suoni negli uccelli, è una struttura piccolissima a forma di noce, grande come un pisellino, sepolta in profondità nella cavità toracica del volatile. Gli uccelli, a differenza dei mammiferi, hanno ampi sacchi aerei che forzano l'aria attraverso i bronchi e fanno sporgere nel lume bronchiale una membrana elastica che vibra producendo il canto. Nelle anatre, nei polli, nei pappagalli e in altri uccelli relativamente primitivi la siringo si trova nella trachea, proprio al disopra della sua biforcazione nei due rami dei bronchi. Invece negli uccelli canterini, è presente, un po' più in basso, una struttura doppia che si dirama nei due bronchi. Per capire il meccanismo grazie al quale l'uccello canta, bisognava vedere la siringe ir azione. Cosa^ che sembrava praticamente impossibile. Sicché per decenni i ricercatori sono andati a tentoni, recidendo questo o quel muscolo per vedere quale effetto avesse quella resezione sul canto dell'uccello. Solo nel 1990 Roderick Suthers, un fisiologo dell'Indiana University a Bloomington, escogitò un'altra tecnica. Inserì chirurgicamente nei bronchi di due specie di uccelli canterini minuscoli congegni che misuravano il flusso dell'aria. Quando qualche giorno dopo l'intervento gli uccelli ripresero a cantare, Suther fu in grado di dire esattamente quali note provenivano da ciascuna delle due voci. Da allora sono stati fatti altri esperimenti dello stesso tipo, dai quali è emerso chiaramente che. la-.doppia si*. ringe fornisce agli uccelli cano- ri un vasto assortimento di voci per comporre canti complessi. Alcune specie cantano un vero e proprio duetto, in cui le due voci risuonano assieme. Può darsi ad esempio che l'una emetta note basse mentre l'altra emetta note alte. Uno straordinario cantore come il cardinale emette dal lato sinistro della sua siringe una nota che scivola dolcemente verso l'alto. Parte da un kilohertz e arriva a sette kilohertz, ma a circa tre kilohertz e mezzo il suono passa bruscamente al lato destro. Suthers ha scoperto che i canarini usano un altro sistema. Cantano attraverso il lato sinistro e inalano aria dal lato destro. Una strategia resa possibile dal fatto .che i..polmoni dell'uccello sono collegati tra loro in modo che l'inalazione attraverso un lato riesce a riempire entrambi i polmoni. Questa "divisione del lavoro" consente agli uccelli di emettere una serie di trenta sillabe al secondo. Inoltre i canarini che cantano riescono a fare un veloce respiro dopo ciascuna sillaba. La velocità di emissione ha la sua importanza. Una recente ricerca ha dimostrato che le femmine dei canarini preferiscono i maschi che cantano più velocemente. Ma qual è il meccanismo che produce il suono? Questa domanda è rimasta senza risposta fino a due anni fa, quando Franz Goller dell'Università di Utah e Ole Larsen dell'università danese Odense sono riusciti a infilare un sottile visore a fibre ottiche nella trachea di un uccello canterino e a vedere la siringe in funzione. Ed ecco la sorpresa. La siringe degli uc- celli funziona in maniera molto simile alla voce umana. Durante il canto, i muscoli spingono nel corridoio aereo due pesanti pliche di tessuto, le "labbra interne ed esterne". Oui il flusso d'aria le fa vibrare, proprio come avviene nelle corde vocali dell'uomo. E' assai probabile che gli uccelli odano come realmente sono le rapide modulazioni così caratteristiche del loro.canti e che anche frasi relativamen¬ te semplici forniscano una quantità di informazioni. Si capisce allora facilmente come uccelli della stessa specie possano riconoscere i vari individui dalla finezza del canto impercettibili ad un ascoltatore umano. Ma non possiamo paragonare le impressioni che il canto produce nell'orecchio umano a quelle che produce in un uccello. Gli uccelli non cantano per noi, ma per individui come loro, per attirare e sedurre una femmina vogliosa o per tenere lontano un potenziale rivale maschio. Noi tendiamo a interpretare in chiave antropomorfica tutto ciò che vediamo o sentiamo e andiamo in estasi quando udiamo il canto di un usignolo o di un tordo proprio perché questi uccelli cantano entro i limiti della nostra sensibilità musicale. Ma ci sono rapide modulazioni che producono un suono per noi sgradevole. Quando la frequenza sale a cento o più hertz noi avvertiamo non più un canto armonioso, bensì una nota di tipo ronzante. Così le splendide complessità del canto di uno zigolo di Lapponia sono completamente perse alle nostre orecchie, mentre è assai probabile che madama zigolo le tro/i deliziose ed estremamente eccitanti. I. Lattes - Coifmann A produrrei suoni è un piccolo organo chiamato siringe Un esemplare ; di Gubemates yetapa, chiamato popolarmente Tiranno dalla coda a racchetta polli, nei pappagalli e in altri uccelli relativamente primitivi la siringo si trova nella trachea, proprio al disopra della sua biforcazione nei due rami dei bronchi. Invece negli uccelli canterini, è presente, un po' più in basso, una struttura doppia che si dirama nei due bronchi. Per capire il meccanismo grazie al quale l'uccello canta, bisognava vedere la siringe ir azione. Cosa^ che sembrava praticamente impossibile. Sicché per decenni i ricercatori sono andati a tentoni, recidendo questo o quel muscolo per vedere quale effetto avesse quella resezione sul canto dell'uccello. Solo nel 1990 Roderick Suthers, un fisiologo dell'Indiana University a Bloomington, escogitò un'altra tecnica. Inserì chirurgicamente nei bronchi di due specie di uccelli canteriA produrrei suoni è un piccolo organo chiamato siringe loro in modo che l'inalazione attraverso un lato riesce a riempire entrambi i polmoni. Questa "divisione del lavoro" consente agli uccelli di emettere una serie di trenta sillabe al secondo. Inoltre i canarini che cantano riescono a fare un veloce respiro dopo ciascuna sillaba. La velocità di emissione ha la sua importanza. Una recente ricerca ha dimostrato che le femmine dei canarini preferiscono i maschi che cantano più velocemente. Ma qual è il meccanismo che produce il suono? Questa domanda è rimasta senza risposta fino a due anni fa, quando Franz Goller dell'Università di Utah e Ole Larsen dell'università danese Odense sono riusciti a infilare un sottile visore a fibre ottiche nella trachea di un uccello canterino e a vedere la siringe in funzione. Ed ecco la sorpresa. La siringe degli uc- ri un vasto assortimento di voci per comporre canti complessi. Alcune specie cantano un vero e proprio duetto, in cui le due voci risuonano assieme. Può darsi ad esempio che l'una emetta note basse mentre l'altra emetta note alte. Uno straordinario cantore come il cardinale emette dal lato sinistro della sua siringe una nota che scivola dolcemencelli funziona in maniera molto simile alla voce umana. Durante il canto, i muscoli spingono i e i ¬ Coifmann o Un esemplare ; di Gubemates yetapa, chiamato popolarmente Tiranno dalla coda a racchetta

Persone citate: Coifmann, Franz Goller, Lattes, Ole Larsen, Roderick Suthers

Luoghi citati: Indiana