La signora delle pulsar

La signora delle pulsar ASTROFISICA La signora delle pulsar Jocelyn Bell festeggiata a Palermo DOPO che Chadwick noi 1932 ebbe scoperto il neutrone, il fisico teorico sovietico Landau ipotizzò che stelle con una massa maggiore a 1,44 masse solari (limite di Chandrasekhar) dopo essere esplose come supornovae, avrebbero arrestato il collasso gravitazionali: quando la loro massa residua l'osse divenuta tutta di neutroni. Onesta ipotesi permise a Baade e Zwicky di trovare una soluzione teorica alle equazioni riguardanti l'evoluzione delle stelle di grande massa. I due astrofisici, seguendo l'ipotesi di Landau, ipotizzarono, in un articolo del 1935, che quando una stella esplode come supernova smette di collassaro quando nel suo nucleo, compresso da altissime densità, i protoni che lo costituiscono catturano elettroni, l'ormando neutroni: cosi la massa residua della supernova, so è maggiore a 1,44 masse solari, sarà costituita da neutroni che, a causa dell'elevala densità non si scinderanno in pochi minuti, come normalmente accado, in elettroni, protoni e antineutrini, e saranno in grado di esercitare una pressione di gas degenere regolato dal principio di esclusione di Pauli. La ricerca di Baade e Zwicky era sostenuta da precisi calcoli matematici, e quindi era più che probabile che masse residuo di supernovao, costituite da neutroni, potessero esistere nell'universo: Zwicky ne era cosi convinto da denominarle stelle di neutroni. Trent'anni dopo, nell'estate del 1967,.iniziò a funzionare il nuovo radiotelescopio di Cam- bridge: progettato per rilevare le rapide variazioni del flusso radio emesso dagli oggetti celesti che gli transitavano sopra, e specialmente dei quasar, ebbe tra i responsabili delle analisi dei dati Jocelyn Bell, che stava preparando il dottorato sotto la guida di Hewish. Il 28 novembre di quell'anno la Bell come sempre analizzava i tracciati ottenuti con il radio telescopio; aveva ormai l'occhio cosi abituato a leggere quei rotoli di carta simili ad elettrocardiogrammi che notò subito uno strano «picco» al di sopra del consueto livello di «rumore»: un'insolita interferenza, che si ripeteva solamente quando una certa regione della Galassia transitava sopra il radiotelescopio. La Bell studiò gli impulsi e scoprì che erano spaziati tra loro di 1,3 secondi; trovando strana questa regolarità, ragionò sulla natura del segnale e scartò subito l'ipotesi che esso fosse d'origine locale, per il fatto che l'interferenza si manifestava ogni qualvolta il radiotelescopio riceveva i segnali provenienti da una determinata regione della volta celeste. Quando la Bell avvertì Hewish della sua scoperta, questi volle analizzare i tracciati ponendo particolare attenzione a quegli impulsi con l'intento di comprenderne l'ori- gine, ma nonostante l'impegno non seppe indicare quale potesse essere la sorgente che li generava: i due ricercatori, non trovando nessuna spiegazione logica al costante ripetersi del segnale si convinsero, di aver scoperto un impulso radio di origine artificiale, forse emesso da una civiltà aliena. Qualche settimana dopo la Bell scopri un'altra interferenza, questa volta caratterizzata da impulsi regolari ogni 1,2 secondi, riconducibili ad un'altra regione della Galassia: cadeva così l'ipotesi della natura artificiale del segnale. Alla fine di febbraio del 1968 la Bell rilevò altre due interferenze, con impulsi spaziati regolarmente: in pochi mesi aveva scoperto quattro sorgenti d'impulsi radio dai periodi brevi e regolari: impulsi che potevano essere emessi soltanto da alcuni oggetti celesti sconosciuti. In pochi giorni gli astrofisici fecero diverse ipotesi per chiarire l'origine dei segnali: i vari modelli proposti si basavano sull'unico dato noto, la regolari¬ tà degLi impulsi radio. Alcuni pensarono che gli impulsi fossero generati dalle oscillazioni di nane bianche, ma ben presto questa ipotesi si dimostrò insostenibile. Tra le teorie proposte suscitò particolare interesse quella di Gold, che indicava come sorgenti degli impulsi stelle di neutroni in rapida rotazione che, come aveva suggerito Franco Pacini in un articolo del 1965, erano dotati di un potente campo magnetico che lasciava sfuggire soltanto dai poli magnetici un fascio di emissioni elettromagnetiche il quale «spazzava» come un faro la Galassia. L'ipotesi di Gold era esatta. Le stelle di neutroni erano dunque una realtà: la scoperta da parte di Jocelyn Bell di un aspetto peculiare di esse, le pulsar, fruttò inspiegabilmente, nel 1974, a Hewish il premio Nobel; mentre, chissà perché, la giuria di Stoccolma non tenne conto delle ricerche della Bell, tanto che non fu neanche menzionata. Pippo Battaglia JOCELYN Bell Burnell, la scopritrice delle pulsar, sarà sabato in Italia, a Palermo, per tenere una conferenza e riceverela «Targa Giuseppe Piazzi», un prestigioso riconoscimento che si assegna sotto il patrocinio della Regione Sicilia e del Comune e della Provincia di Palermo, sotto l'egida del ministero dolla P. Istruzione (Sovrintendenza regionale) e con il contributo organizzativo del Cnr (Area di Palermo). Piazzi fondò l'Osservatorio di Palermo, e qui il 1 ° gennaio 1801 foco la sua scoperta più importante: quella del primo pianetino in orbita tra Marte e Giove, poi battezzato Cerere. La premiazione di Jocelyn Boll sarà il momento culminante di una serie di serate dedicate alla divulgazione dell'astronomia (3-6 novembre). Ci saranno, tra gli altri, interventi di Rosolino Buccheri (Cnr), Walter Ferreri (Osservatorio di Torino), Roberto Pallavicini (Società Astronomica Italiana), Salvatore Serio (direttore dell'Osservatorio di Palermo), Bruno Sacco (Istituto di fisica cosmica). La «Targa Piazzi» vorrà anche consegnata a Piero Angela, che venerdì sera terrà una conferenza su «Scienza e divulgazione» e a Piero Bianucci, che giovedì tratterà del Sole o della «vita» delle stelle, per la loro attività nella diffusione della scienza. Jocelyn Bell, «Targa Piazzi» per il 1999 Nel '67 una giovane dottoranda scoprì le stelle di neutroni Ma il Nobel andò al suo boss Hewish A sinistra, la nebulosa del Granchio: al centro si trova una stella di neutroni rappresentata nel disegno a destra. E' il prototipo delle pulsar, una nuova categoria di corpi celesti individuata da Jocelyn Celi nel 1967 MECCANISMO DI EMISSIONE DI UNA PULSAR • CONO DI . \-4 9 EMISSIONE ' rS' + + LINEE DI FORZA DEL CAMPO MAGNETICO <-~ CONO DI r-f EMISSIONE b = 90 Distribuirne delle • : '•"« —\ pulsòvnello 1 = 180 (';•' ^V-P.^^i^K^V---''- ./'VJI--T80.

Luoghi citati: Italia, Palermo, Sicilia, Stoccolma, Torino