Simenon d'autunno

Simenon d'autunno Simenon d'autunno Si conclude il nostro feuilleton: Elsa ha ritrovato il suo vero Giacomo e tra loro è rinato l'amore, sognano un futuro sereno, una piccola fattoria con le mucche, un bambino... XIX PUNTATA RIASSUNTO lo guardò e poco mancò che non si precipitassi! verso di lui per abbracciarlo. Ma prima preferì finire. «L'ultimo allo 6 il più banale...Dopo sei settimane non andavo piìt allo sbarco dei piroscafi chi; per un debito di coscienza... E ti ho veduto...Eri completamente trasformato, stentai a riconoscerti e al tuo braccio c'era una donna. Il resto lo sai, o per lo meno, lo indovini...Non avrei dovuto fuggire... Avrei dovuto tornare a casa, ma mi è mancato il coraggio e son rientrata nella pensione per piangere, per piangere tanto...Da quel giorno non ho piti sentito parlare di te...Che cosa ho pensato? Mille cose differenti, contraddittorie... In ([nei casi si soffre, non si pensa. Ho dovuto incominciare a guadagnarmi il pane e una volta, una sola son tornata al dispensario popolare...Ma ero sola! Non ho più trovato il mio posto di dattilografa, Un giorno, passando per il Broadway, ho letto un avviso manoscritto che cercava delle girls. Mi sono presentata... Ed e tutto. Si guadagna dieci dollari alla settimana e si fa della ginnastica,..Ecco.., Ascolta, Giacomo... Ascoltami bene... Io non ti serbo rancore per ciò che hai l'atto... Tengo che tu lo sappia avanti di parlare...Non ho mai credulo a quanto mi aveva detto Smitt sul tuo conto. Da alcuni giorni ho l'impressione di aver compreso... Ho letto i giornali... Ho riflettuto... E' lei, vero, che ha ucciso?». Giacomo abbassò la testa in segno di assentimento. «E l'altro?... Smitt... Dimmi la verità, te ne supplico!...». «E' stato ucciso alle spalle mentre gli parlavo!...» articolo con voce rauca Arbaud. Cosi dicendo alzò la mano e l'appoggiò sulla spalla di Elsa. A sua volta cominciò: «Ascolta...». Due parole gli tornarono in mente e non riuscì a non pronunciarle: «Elsa, sono slato un vile... Ti dirò tutto!». Chiusi! gli occhi e parlo con un tono di voce che diventava a mano a roano sempre più aspra. Elsa l'ascoltava suo malgrado... Le parole di Giacomo facevano nascere nella sua mente delle immagini che comparava con quella di Giacomo (piale l'aveva veduto in faccia al dispensario popolare, con quella di Giacomo portante sulle spalle il «T» luminoso, con quella di Giacomo indossanti! l'uniforme verde-oliva. Poi un Giacomo tutto differente, quale l'aveva veduto discendere dal transatlantico... Un terzo uomo infine, capelli in disordine, camicia strappata, un demonio, una belva, lino al momento che in ginocchio, grondante sangue, aveva gettato un grido di disperazione. Tutte questo immagini si fondevano e si trasformavano nell'ultima immagine, quella di Giacomo che parlava, che si accusava. Perché ella moriva dalla voglia di serrarlo fra lo braccia, di gridargli di tacere, di dirgli che aveva capito? Ella non aveva bisogno di tante parole e mentre egli continuava a parlare, a confessare tutti i suoi torti, ella non guardava che le sue labbra, quelle labbra pallide che si muovevano e che ella non aveva ancora baciato... e alle quali, bruscamente, avvicinò le sue... Uscendo da New York, come da una qualsiasi altra città dogli Stati Uniti, ci si trova in un sobborgo simile a quello che ricorda quasi tutte le città della vecchia Europa. Ma attraversato questo sobborgo, si trova una cosa assolutamente unica, così unica che non c'è ancora una parola per designarla. La parola campagna, è inesatta por quanto ci sia talvolta: dell'erba, degli albori, delle fattorie e anche dello vere foreste. La parola autodromo sarebbe più giusta poiché, la strada è una pista meravigliosa dove lo vetture si susseguono in Illa indiana su un asfalto ammirevole. Ma la parola autodromo non è propria. Bisognerebbe inventare una parola capace d'evocare questo paesaggio speciale dove domina la preoccupazione di inculcare nel corvello del passanti; determinate parole. Per esempio vi trovate d'improvviso davanti ad una torre del più puro stilo gotico! Essa è sormontata da un cartello grande ((minto la torre quando non è addirittura il doppio, che vi annuncia: «Potete avere anche voi una torre identica con garanzia d'autenticità, rivolgendosi alla ditta Mover e C. 122'' Avenuc, New York. Costruzione in tre giorni nella località prescelta. Terroni da vendere». E la torre non è un caso isolato, senza parlare dei volgari cartelloni reclamo che vi giurano essere i pneumatici Hutchinson i migliori per la vostra automobile oppure che i vostri denti si decideranno ad essere sani soltanto quando userete la pasta Dentclar. Scorgete, per esempio, uno chalet o un bungalow, un villino, insomma, che vi sembra il nido che avete sempre sognato per voi e la vostra giovane sposa e pensate: «Como devono essere felici gli abitanti di questo paradiso terrestre!». Helà! Nel momento che la vostra vettura vi passa davanti, una freccia rossa v'impone di fermarvi e voi leggete: «Bungalow per due persone. Un figlio previsto. Bagno, garage per una vettura. Il bungalow si smonta in ventiquattro ore e si rimonta in trentasei. Non è necessario l'intervento di specialisti. Indotto speciale contro il caldo. Indotto interno contro il freddo. Muri brevettati contro i rumori. Finestre ultimo modello contro mosche e zanzare. Non esitate! Acquistate questo chalet e noi vi offriamo gratuitamente il terreno in una graziosa e pittoresca regione». Non vale la pena di continuare la lista. Non dubitato certamente che a un chilometro di distanza vi attende una casetta moresca col falso minareto. Il minareto soiamonte costa cinquecento dollari e si smonta anche osso por piazzarlo su non importa quale casa a vostra scolta. Ci sono dei castelli del XV secolo o dello capanne normanne con il tetto in finto falasco brevettato contro il solo o sala da bagno beninteso. I costruttori di certe fattorie offrono a scolta al compratore, come premio, una vacca oppure un paio di maiali da ingrassare. Talvolta un commerciante fa «un sacrifizio» e durante otto giorni lo sue offerte sono sensazionali. E così accadde in febbraio a trenta miglia da Chicago. Fin dalle sei del mattino era un continuo affluire di operai, ciclisti, motociclisti che si mettevano tranquillamente in fila. Un cartello annunciava: «Per una settimana soltanto: caso a duecento dollari, con apparecchio radio a sei valvole compreso. Terreni da conto dollari in su. Terreni gratuiti nell'Arizona». Appollaiata su una motocicletta senza sidecar arriva una coppia la quale, dopo aver installato la macchina noi recinto apposito, prende posto nella fila. Due policemen mantenevano l'ordine e facevano rientrare nella fila le persone che avevano troppa premura e che cercavano di passare avanti alle altre. Alle dieci un impiegato avvertì con l'aiuto di un megafono: «Non ci sono più terreni a meno di quaranta miglia da Chicago!». Una ventina di persone se ne andarono senza pronunciar parola. Un'ora dopo si annunciava: «I terreni disponibili si trovano a cento miglia da Chicago». Una trentina di persone uscirono di fila, ma gli altri, ostinati, continuarono ad avanzare a passo a passo verso l'ufficio, dove le formalità erano presto sbrigate. Le richieste erano già preparate con l'indicazione del prezzo adeguato. Non rimaneva che riempire due o tre spazi bianchi e fare una firma. Uscendo dall'ufficio si era proprietari. Non si aveva che da attendere una settimana, il tempo di ricevere una lettera poligrafata, che diceva: «Signore. Abbiamo l'onore di comunicarvi che la vostra casa tipo 224 B 45 è terminata. La troverete nel tal posto. La strada nazionale più breve per raggiungerla è la 222, la ferrovia vi porta alla stazione di X... distante dalla vostra proprietà solamente venti miglia. Distinti saluti, Brooks and C». La coppia arrivata in motocicletta attendeva pazientemente e alcuni presenti rimarcarono che si doveva trattare di due sposini novelli, perché durante le quattro ore d'attesa l'uomo aveva sempre tenuta nella sua mano quella della ragazza. A mezzogiorno l'impiegato urlò nel megafono: «Tutti i terreni sono esauriti eccettuati quelli nell'Arizona! Regione di allevamento, coltivazione dei cereali e del cotone. Regione meravigliosa!». Questa volta almeno la metà di quelli che aspettavano esitò, poi si diresse verso le vetture e le motociclette e si allont aliarono. l.a coppia rimase e guadagnò di colpo sei metri. «Conosci l'Arizona?» domandò Giacomo Arbaud alla compagna. «Ne ho inteso parlare» rispose Elsa sorridendo. «Credi che sarà bello là?». «Mi pare che sia una località molto deserta!». «Allora tutto va bene!» si accontentò di affermare Arbaud. Un quarto d'ora dopo giungeva la sua volta. «Pagate con chèque, a rate mensili o a contanti?». «A contanti!». «Allora avete diritto ad una riduzione del dieci per cento oppure ad un piccolo bosco: a vostra scelta». «Un piccolo bosco?». «Sì, attiguo alla proprietà. Firmate qui...». «E' tuttofano?». «Tutto. Fra otto giorni avrete l'avviso...». «Vorrei una sala da bagno...». «E'compresa...». «E una camera per un figlio...». «Sono trenta dollari di supplemento». «E...». Ma Elsa gli toccò il braccio per fargli capire che esagerava. Arbaud sorrise e firmò. «Sapete presso a poco dove sarà situata la casa?». «Sarete avvertito per lettera». «Circolate, circolate!» grido un policenian! E la coppia fu spinta fuori dove impiegò dieci buoni minuti per ritrovare la motocicletta. Giacomo Arbaud non era mai stato così allegro. «Eccoci proprietari!» esclamò mettendo la moto sulla strada. «Coltivatori!» rettificò Elsa. «Coltivatori e proprietari - concesse Giacomo -. Non vedo l'ora che mi arrivi la lettera...». «Se hanno detto otto giorni, giungerà fra otto giorni...». «Evidentemente! - sospirò Arbaud un po' contrariato dalla perfezione dell'ingranaggio dell'affare -. Purché non sbaglino scontrino e mi diano un bungalow nel sobborgo di Chicago... Ho fame... E tu?». «Allontaniamoci un po'... Nel sacco ho tutto ciò che bisogna!». Si fermarono lungo la strada e si sedettero sull'erba di un prato in faccia ad un cartello che parlava di prodigiosi castelli del XV secolo. Masticando un «sandwich», Giacomo affermò: «Incomincio ad amarla la nostra fattoria...». Elsa rise ed egli l'abbracciò, anche lui ridendo a bocca piena. Passò un'automobile con a bordo la persona che stava in fila, dietro a loro. «Il nostro vicino!» disse Arbaud. «Oh! Non ci darà troppa noia. Fra ciascuna casa ci sono più di dieci miglia di distanza... Giacomo aveva un appettito eccezionale e adocchiando l'ultimo sandwich che andava di diritto ad Elsa, mormorò: «Tieni!... Mangialo!...». Ella sorrise ed indovinando il desiderio di Giacomo: «Mangialo tu, via! Lo so che sei più goloso di me! Goloso di tutto. Mangialo, mio povero Giacomo!...». L'aria pura e fresca li rendeva sempre più allegri. «Non credi, Elsa, che dall'altra parte della strada si starebbe meglio?» domandò improvvisamente Arbaud con un sorriso misterioso. «Credi?». Si alzarono, ma attraversata la scarpata si trovarono in presenza di una mucca che un giovinetto stava mungendo. Giacomo Arbaud sospirò: «Andiamo! Credo meglio aspettare la nostra fattoria. Ma sei sicura che per quel prezzo che l'abbiamo pagata i muri non siano di carta?». Salirono in motocicletta e si diressero a gran velocità verso Chicago. Ma avanti di arrivarci immaginiamo che sostassero a mezza strada, perché alcuni automobilisti affermarono di aver visto a venti miglia circa da Chicago una motocicletta rovesciata sul ciglio della strada nel punto in cui questa attraversava un piccolo sentiero che conduce ad un piccolo bosco. Per la verità aggiunsero che non si erano troppo inquietati del fatto avendo udito provenire da un cespuglio delle risate soffocate. Adesso soltanto «Brooks and C.» potrebbero dire dove si trovano Arbaud ed Elsa, quante vacche posseggono, quante camere per i bambini hanno fatto aggiungere al loro bungalow e quanto guadagnano. Ma la ditta «Brooks e C.» è troppo seria per dare delle indicazioni dei propri affari alle persone indiscrete. ©1929 Estate of Georges Simenon ali rights reserved Per gentile concessione di Adelphi Edizioni (fine) aveva ormai confessato tutti i suoi torti e lei moriva dalla voglia di stringerlo fra le braccia e baciarlo La coppia viaggia allegra in motocicletta verso l'Arizona, dove l'attende la nuova casa tra il verde di una fresca campagna LSA Giacomo è salvo. Elsa gii ha raccontato come ha dovuto affrontare da sola i giorni della sua dolorosa lontananza: adesso la paura è passata e finalmente... UN GENTILUOMO TRA I BANDITI 5

Persone citate: Georges Simenon, Giacomo Arbaud, Hutchinson, Mover, Simenon, Terroni, Tieni