Anonimo è bello? Gli spazi per giocare con l'identità di Anna Masera

Anonimo è bello? Gli spazi per giocare con l'identità Anonimo è bello? Gli spazi per giocare con l'identità bi n diretta), orum ttroniche) gli utenti midezza ANONIMO è bello? Internet garantisce ampi spazi per giocare con la propria identità, per assumere ruoli diversi, per mettersi la maschera. È una pacchia per i timidi, che vogliono fare nuove conoscenze senza esporsi. Le chat (gli scambi di messaggi in diretta, vere e proprie «chiacchiere» digitali) e i forum (le bacheche elettroniche) permettono di scegliere uno pseudonimo e di buttarsi nella mischia. I gay si fingono etera e gli etera gay, le donne uomini, gli uomini donne, i poveri ricchi, i brutti belli... Quando ci si traveste e si finge di essere qualcun altro una volta all'anno, è carnevale (o al massimo Halloween). Quando la gente si maschera nel resto dell'anInternet. no. Spesso i travestimenti sono innocui. Ma - attenti! - non abbastanza spesso. A volte le insidie sono inaspettate. E i boomerang dietro l'angolo. Pensate a quello che è successo a una mia amica, che ha affisso un messaggio fittizio su un servizio Web dedicato agli annunci per single. L'amica, che lavora per un'importante società di software americana, era curiosa: chi risponde agli annunci per i single sulla rete? Dopo tutto, se fate una ricerca online su Yahoo! (www.yahoo, com), che ha una propria area di annunci pubblicitari personali, emergono più di 500 siti dedicati a fare incontrare le persone: ognuno con centinaia di annunci. Per scoprirlo, la mia amica ha inserito un messaggio personale sul sito americano Match (www. match.com). Non lo ha fatto però presentandosi come se stessa, una brunetta minuta molto simpatica ma poco appariscente: voleva vedere l'effetto che avrebbe fatto fingersi una donna dotata di attributi di pura fantasia: «Affascinante professionista, bionda, alta e in forma». Non è rimasta sorpresa quando le sono arrivate tante risposte. Lo shock è arrivato quando ha incominciato a leggere le proposte. Per l'esattezza, quando ha letto «chi» aveva risposto. Là, esposti davanti a lei, c'erano anche alcuni suoi colleghi di lavoro, alcuni dei quali sposati o fidanzati. Non solo. C'era anche il «suo», di fidanzato. Un vero disastro: le è crollato il mondo addosso. Sulla rete, non si sa mai chi è vero, e chi si nasconde dietro una maschera. Attenti a non indovinare male. I fondatori californiani di The Well (www.thewell.com), una delle prime comunità virtuali, la crème dell'intellighenzia digitale (che adesso fa parte della webzine Salon www.salon.com), sono stati tra i primi a puntare il dito contro il dilagare dell'anonimato, dichiarando che le persone per essere credibili devono prendersi la responsabilità di quello che dicono. Su The Well, tutti i nomi reali di chi partecipa sono a disposizione per eventuali verifiche. «Le parole sono di vostra proprietà, fatene buon uso» e il credo di The Well. Peraltro, serve anche a liberare un sito dalla responsabilità sugli interventi nei forum di discussione o nelle chat. Le chat (scambi di messaggi in diretta), come pure i forum (bacheche elettroniche) consentono agli utenti di vincere la timidezza Anna Masera

Persone citate: Well