C'era una volta la Tamaro con la «Testa tra le nuvole»

C'era una volta la Tamaro con la «Testa tra le nuvole» PROSSIMAMENTE LIBRI Mirella Appiotti C'era una volta la Tamaro con la «Testa tra le nuvole» COS'È'? Solo mercato, un momento di stanchezza produttiva, o la riprova d'un talento di razza? Qualunque cosa si pensi della Tamaro e degli 8 milioni di copie nel mondo del suo «Va' dove ti porta il cuore», è l'ultima ipotesi a sembrare più giusta. Prima di tutto perché è dei veri narratori tornare sui propri testi, specie quelli molto giovanili, e lavorarci arricchendoli dì nuove pagine. E poi perché, riproponendo a fine novembre «La testa tra le nuvole», il primo romanzo che la futura star del nostro non grandioso mondo letterario, riuscì a farsi pubblicare nel 1989 grazie all'intuito di Cesare De Michelis della Marsilio e unico titolo rimasto alla casa veneziana (sarà lei a riproporlo) dopo il passaggio della scrittrice a Baldini & Castoldi, la Tamaro ci offre non proprio un'autobiografia ma una sorta di «ritratto di se stessa», in due testi inediti che potranno considerarsi un prolungamento o meglio una riflessione sulla storia di Ruben, il ragazzino dai «capelli ispidi e rossi» e «le gote schizzettate di lentiggini», favola tutt'altro che «buonista» nella quale subito si erano visti gli artigli dell'allora poco più che trentenne Susanna (già autrice di altri quattro libri da tutti rifiutati) che lei stessa definisce il suo libro «più anomalo, più difficile da MARSILIO RIPUBBLICA IL PRIMO ROMANZO DELLA SIGNORA BESTSELLER classificare (...)» dove «lo stile è eccessivo, tragicomico, ironico, crudele, giocato, come mai nei miei altri libri, sulla sonorità della frase...». Défledué appendici l'editore regala qualche piccolissimo scampolo: «L'umiltà dello sguardo» racconta di una Tamaro «bambina apatica e priva di energie che sembrava non interessarsi a nulla» ma che poi lentamente si è avvicinata alla lettura scoprendo di essere anche capace di scrivere. Neh"«Elogio della grazia» Susanna spiega: «Bello è per me tutto ciò che non ha consapevolezza, l'armonia delle forme della natura in costante movimento», ovvero, a quanto si apprende, un'amabile dissertazione sulla categoria del bello in generale e in letteratura. Il tutto corredato da una nota di De Michelis che certamente suonerà come un gesto di speciale amicizia dopo le lotte a colpi di carta bollata di qualche anno fa. D'altronde un vero gentiluomo non conserva rancore verso una vera signora. Pace, bene e auguri di ottimi affari per tutti. «Natane in casa Consolo». Tre brevi racconti inediti dello scrittore siciliano per la collana «Nativitas», l'unica sino a prova contraria in Europa, suggerita qualche anno fa da Carlo Carena a Interlinea: «Il Teatro del Sole» è, sostanzialmente, Palermo del passato e del presente, tra Filippo II e la Kalsa; è «il libro di storia più chiaro, il nuovo libro che i viceré avevano scritto sopra un altro più antico e consunto...» anche quando il presepe emigra a Parigi o quando nella cuna al posto del Bambino Gesù viene posata una tortora tra fiotti di sangue «perché a Palermo anche nel tempo del Natale «bellezza e orrore stanno insieme». «Ragazzi, ecco i vostri 540 film». Li presenta, in appendice e per la prima volta, la nuovissima edizione 2000 del Morandini, l'ormai classico «Dizionario dei film» della Zanichelli (anche in cd-rom naturalmente, 17 mila schede sino a «Tutto su mia madre» di Almodóvar): ci sono i nostri eroi al completo, Zorro e Pinocchio, Zanna Bianca e Chaplin, titoli rigorosamente in ordine alfabetico e con scelte molto accurate e non tutte prevedibili, da «Le vacanze di Monsieur Hulot» al «Flauto magico» con le animazioni di Lele Luzzati, da «Non giocate con il cactus» di Altman a «Operazione sottoveste» di Blake Edwards: «una utile guida per la costituzione di una cineteca scolastica». Ma quanto i ragazzi vedono i film per ragazzi? MARSILIO RIPUBBLICA IL PRIMO ROMANZO DELLA SIGNORA BESTSELLER

Luoghi citati: Europa, Palermo, Parigi