Le principesse di Nattier in vetrina a Versailles di Fiorella Minervino

Le principesse di Nattier in vetrina a Versailles NEL MONDO Le principesse di Nattier in vetrina a Versailles Ottanta ritratti di dame e cavalieri raccontano lo splendore della corte di Luigi XV Fiorella Minervino LA corte di Versailles era dispendiosa per la Francia, così Luigi XV inviò, su consiglio del ministro Cardinale de Fleury, le tre figlie minori ai confini dell'Anjou, nel 1738, all'Abbazia di Fontevrault. Nel settembre '47 il pittore Jean-Marc Nattier venne spedito da Luigi XV per eseguire i ritratti delle principesse e donarli alla regina che non le vedeva da 10 anni. L'artista si mise di buona lena, ne sortirono tre deliziosi dipinti: le due maggiori in pose garbate, abiti fastosi, scollature, guance rosate, giochi di trine e fiori, là dove le pennellate lievi e fluide creavano sottili armonie. La piccola Luisa è una delizia: volto infantile, occhi grandi e malinconici, fiori in testa, garofano in mano, un fondo d'alberi e cielo, il corsetto triangolare con maniche a merletti, ancora fiori, sottana a strisce rosse, tra un sapiente incrocio di bianchi, grigi, marroni, oro. Il 13 ottobre il sovrano mostrò il regalo alla moglie, che raccontò la commozione per la piccola, «tenera e triste, dolce e spirituale». I tre ritratti sono ora esposti in uno dei saloni a Versailles destinati alla prima retrospettiva di Nattier, con 80 dipinti, prestati dalla Russia, Giappone, Germania, Inghilterra, Usa, Italia, Danimarca, per rispolverare l'artista da un giudizio liquidativo che lo voleva interprete solo di fasti e mondanità a corte. Scoperto come incisore da Luigi XIV, Jean-Marc Nattier fu pittore di storia, lavorò per lo zar Pietro il grande, in Olanda e a Parigi, si specializzò nel ritratto, in voga nel secolo, e dopo i dipinti eseguiti per due sorelle della contessa de Mailly, amante di Luigi XV, venne apprezzato alla corte, tanto da effigiarne i componenti, comprese altre figlie del re, Hen nette come Flora nel'42, Adelaide come Diana nel '45, la regina nel '48. Poderosa per psicologia, posa, finezza, la regina si volle in abito da città, come le altre donne. Venne la volta della Pompadour, del duca di Richelieu, dei gentiluomini in costume da caccia, armature, o colti in momenti di riflessione. Nelle sale si succedono volti femminili talora simili, qualche posa ripetuta, ma là dove è colpito, Nattier affina la psicologia, interpreta personalità, costruisce sublimi composizioni come Madame Adelaide mentre fa i nodi. La regale principessa, celibe per mancanza d'uno sposo prestigioso, trascorreva ore intenta in lavoretti da salotto: questo banale dei nodi consentì a Nattier di creare due splendide mani, svelando negli occhi, noia e tristezza. Altro capolavoro del '57 è Marion Balletti, amica, a 15 anni, di Giacomo Casanova. Marion ardeva d'amore per l'incostante. Disperata, nel'60 sposò un architetto del re. Nattier la immortalò giovane, sognante, con simboliche violette del pensiero e la rosa; tenerezza e pittura finissima rivelano che Nattier si commosse nel ritrarre la giovinetta. La storia non dice se la commintenza partì da Casanova. I visitatori, t uttavia, ne sono convinti. «Marie-Thérèse Geoffrin», un ritratto di Nattierdel 1740 Jean-Marc Nattier Castello di Versailles, Orano di apertura dalle 11.30 alle 17,30 Fino al 30 gennaio 2000