L'Enel ha preso la scossa, ma la colpa non è di Testa e Tato di Valeria Sacchi

L'Enel ha preso la scossa, ma la colpa non è di Testa e Tato I NOMI E GLI AFFARI L'Enel ha preso la scossa, ma la colpa non è di Testa e Tato Valeria Sacchi La sentenza del Tar del Lazio, confermata dal Consiglio di Stalo, sulla pussivity rute che ha dato torto all'interpretazione restrittiva della Consob di Luigi Spaventa, potrebbe suggerirò a qualche banchiere ardimentoso (li pone al tribunale amuiinistralivo il quesito si; abbia ragione il governatore Antonio Fazio a imporre ad ogni banca che voglia intraprendere un attacco, amichevole o ostile, ad una consorella, di andare da lui ad informarlo con otto giorni d'anticipo, prima ancora di portare la proposta a conoscenza del suo consiglio di amministrazione. Una regola che, tanto per citare un caso, stroncò sul nascere le mire del Sanpaolo Imi di Luigi Arcuti sulla Banca di Ro- Luigi ma- . Spaventa Ma è proba- Antonio Fazio bili; che passi parecchio temilo prima che un banchiere «ardimentoso» appaia all'orizzonte. Almeno in Italia. Perchè invece in Spagna il presidente del San tander, oggi presidente del Banco Santander Central Hispano, Emilio Botin, quando il governo di Lisbona si è messo di traverso contro il suo accordo con il groppo finanziario portoghese di Antonio Champalimaud (che controlla tra l'altro assicurazioni e banche), è subito corso a Bruxelles, dove il commissario alla concorrenza Mario Monti gli ha dato ragione. So i tentativi del ministro portogesc delle Finanze Antonio de Sousa Franco di resistere al governo europeo non avranno successo, vorrà dire che sarà più semplice per una banca straniera venire a prendersi una banca italiana che per una banca italia¬ na conquistare un'ultra banca italiana senza il benestare, rigorosamente «anticipato», di Bankitalia. La curioso abbinata Tar-Consiglio di Stato-Mario Monti potrebbe, insomma, far tornar la voglia a qualche gigante d'oltralpe di portare affondi decisi nel Bel Paese. Alle frontiere sono in molti a scalpitare. Basti pensare all'olandese Abn Amro che ha già un piede in Antonveneta e non perde di vista il presidente della Banca di Roma Cesare Geronzi. Il quale per sfuggire alla presa vuole diventare più grande, per cui va alla conquista del Mediocredito di Gianfranco Imperatori e, qualcuno sostiene, guarda anche alla Bnl presieduta da Luigi Abete. O al Corsaro Nero della finanza Claude Bebear, padre padrone di Axa e regista Luigi della fusione Arcuti Lucio Rondelli tra Bnp e Paribas. Senza dimenticare Rolf Breuer presidente della Deutsche, che in Italia ha già piazzato diverse pedine, e così dicasi di H e n n i n g Schulte Noelle, presidente di Allianz, padrone di Ras e con forti interessi in Unicredito Italiano. Gruppo sul cui futuro nessuno se la sente di scommettere, conoscendo il non grande amore del governatore Fazio per il presidente Lucio Rondelli e l'amministratore delegato Alessandro Profumo. Se i barbari caleranno, nella storia dell'evoluzione dei mercati europei sia al presidente dell'Ina Sergio Siglienti per aver promosso la causa al Tar, sia a Botin per essere corso di volata a Bruxelles, spetterà un posto d'onore. Curioso anche il fatto chementre l'Europa arranca tra ve- ti e «nazionalismi finanziari» come li definisce l'ex presidente di Bnl Mario Sarchielli, gli Stati Uniti condannano Bill Gates, uno dei grandi motori della loro rivincita economica e del computer in ogni casa, ma anche troppo ricco, troppo saputo, troppo di tutto, dunque pericoloso. Un virus che ha creato i suoi stessi anticorpi: Janet Reno, ministro della Giustizia Usa, Joel Klein, capo dell'Antitrust e Thomas Jackson, il giudice cattivo. A una settimana dall'avvio della quotazione, si può ormai dire: il prezzo di collocamento dell'Enel era troppo alto. Di chi la colpa? Qualcuno dice delYadvisor Mediobanca che avrebbe voluto fare un piacere al ministro del Tesoro Giuliano Amato (che così ha potuto distruggere 35 miliar- Mario di di debito Monti pubblico) contro il parere dellaltro advisor: l'americana Merrill Lynch che ora si frega le mani soddisfatta. Deludere quasi quattro milioni di piccoli investitori non è uno scherzo che si possa dimenticare facilmente, e forse bisognerà aspettare un po' di tempo prima di mettere sul mercato un'altra fetta dell'ente elettrico guidato da Chicco Testa e da Franco Tato. I quali di questo prezzo non sono colpevoli, semmai vittime avendo avuto la festa rovinata. Nella loro inarrestabile ascesa ai vertici Enel, è il primo inciampo. Le amministrazioni regionali di Campania, Lazio, Sardegna e Sicilia sono sotto procedura di «commissariamento». Lo ha precettate il ministro dell'Industria Pier Luigi Bersani perchè non si sono messe in regola con la riforma del commercio, i cui termini scadevano alla fine di ottobre. Il Piemonte si è salvato in extremis approvando in fretta e furia la legge che recepisce la riforma, e anche le «inadempienti» potrebbero riuscire a farcela, avendo ancora due mesi di tempo. Ma poi, comunque, non sarà finita. Per applicare la legge ci vogliono i regolamenti. Forse nel Tremila il commercio sarà libero. Cosa si sta preparando in casa Ferfin-Montedison? Qualcosa è nell'aria intorno alle società guidate da Luigi Lucchini e Enrico Bondi. Potrebbe essere un patto di ferro con l'Italmobiliare di Giampiero Pesenti per una diversificazione nel business dell'acqua, nuova frontiera su cui tutti si stanno buttando, attraverso un collegamento del cementiere bergamasco con Edi- Lutó son' Lucchini Luigi Spaventa Antonio Fazio Luigi Arcuti Lucio Rondelli Mario Monti Chicco Testa Franco Tato Lutó Lucchini