« Ecco le nuove armi anticancro» di Gabriele Beccaria

« Ecco le nuove armi anticancro» IL CANCRO. LE FRONTIERE DELLA RICERCA « Ecco le nuove armi anticancro» «Superfarmaci contro le cellule maligne» intervista Gabriele Beccaria ROMA LE domande dei profani, le risposte degli scienziati. Si incontreranno domani, alla Giornata Nazionale per la Ricerca sul Cancro organizzata dall'Aire: sparsi in 40 città, 500 oncologi pronunceranno la parola che ci ispira ancora paura cancro, appunto - e spiegheranno a che punto è la ricerca e quali sono gli obiettivi del prossimo futuro. Racconteranno soprattutto una rivoluzione in corso, che - annuncio dopo annuncio - sta diffondendo altri termini, gonfi di speranza, come chemioprevenzione, terapia genica, anticorpi monoclonali, immunoterapia, anti-angiogenesi. Professor Paolo Comoglio, lei è vicedirettore scientifico dell'Istituto per la Cura e la Ricerca di Candiolo, nei pressi di Torino: i vostri laboratori sono tra i luoghi di punta della ricerca in Italia. Mai come in questi mesi si sono accavallate tante notizie e, in tutto il mondo, l'opinione pubblica si sente frastornata. Che cosa lega tra loro queste nuove armi anti-cancro? «In realtà si tratta di approcci diversi ma complementari, tutti volti allo stosso obiettivo, vale a dire quello di potenziare i meccanismi naturali di cui dispone il nostro organismo e che si oppongono alla crescita del tumore». Quali promettono di essere maggiormente efficaci? «Le terapie basate sulle tecnologie biologiche. E mi spiego: si stanno sperimentando farmaci in grado di agire su bersagli innovativi, tra cui le molecole controllate dagli oncogeni. Intervengono sui fattori di crescita e sui loro recettori, inibendoli. In questo modo impediscono alle cellule del tumore di crescere. Un'alternativa sono le molecole definite 'pro-apoptotiche': in questo caso fanno un passo ulteriore e inducono la cellula maligna al suicidio». Può fare qualche esempio concreto? «Mi riferisco, ad esempio, alle cure che prevedono la somministrazione di 'segnali differenziativi' come l'acido retinoico ed efficaci in alcuni tipi di leucemia. Oppure - a un livello più avveniristico - all'introduzione di geni che arrestano la crescita cellulare e inducono un processo di 'reversione' attraverso il quale le cellule maligne riacquistano caratteristiche normali». Gli ammalati - e non solo loro - si chiedono quando queste scoperte diventeranno pratica corrente negli ospedali. «Tutte le molecole biologicamente attive devono in un primo tempo essere studiate con attenzione in sistemi sperimen¬ tali, non solo per non nuocere ai pazienti ma anche per non generare false speranze». Qual è oggi la speranza di sopravvivenza? «Si ammala di cancro una persona su tre, ma circa il 60% può guarire». I maggiori successi? «Nei casi di carcinoma alla mammella, di alcuni tipi di leucemie e linfomi e la lista si sta allungando». Trent'anni fa il cancro era «Il Male Oscuro». Oggi co¬ me lo si definisce? «Lo definiamo una malattia genetica-somatica, quindi non necessariamente ereditaria. E' dovuta alle mutazioni di un numero limitato di geni, gli oncogeni e gli oncosoppressori. I primi stimolano la proliferazione delle cellule, i secondi la inibiscono. Agiscono come un acceleratore o un freno biologici: quando il loro equilibrio si altera, si manifesta la malattia. E' stato calcolato che, nella stessa cellula, devono avvenire almeno trecinque mutazioni, con progressiva perdita di funzioni. Il processo - che definiamo 'progressione' - è quindi lungo ed è per questo motivo che in genere ci si ammala dopo una certa età». La Giornata Nazionale rinnoverà gli appelli per la raccolta di fondi necessari alla ricerca: soltanto l'anno scorso l'Aire - l'Associazione per la Ricerca sul Cancro - e la Fondazione Piemontese hanno finanziato progetti per oltre 68 miliardi. Quanto sono importanti questi soldi? «Molto. Anche grazie alla generosità dei privati possiamo affrontare il cancro con armi affilate». Comoglio: «Uno su tre si ammala, ma già oggi il 60% delle persone colpite può guarire» 1 Paolo Comoglio, vicedirettore scientifico dell'Istituto per la cura e la ricerca del cancro di Candiolo

Persone citate: Comoglio, Cura, Paolo Comoglio, Professor Paolo Comoglio

Luoghi citati: Candiolo, Italia, Roma, Torino