Accoglienza gelida per il Papa in India

Accoglienza gelida per il Papa in India Wojtyla in un documento rivendica il pieno diritto della Chiesa cattolica al proselitismo religioso Accoglienza gelida per il Papa in India Navarro: non sospettiamo Gorbaciov Marco Tosarli invialo a NEW DELHI Dopo tante polemiche degli integralisti indù, il Papa è arrivato ir sordina a Delhi, accolto ai pied della scaletta solamente da un sottosegretario agli Esteri, Ajit Rumar Panjia. Ma non è una mancanza di riguardo, o una sgarberia da parte del governo nazionalista, accusato da più parti di utilizzare per scopi elettorali le spinte fondamentaliste dei seguaci di Rama. A quanto pare, o almeno questa è la giustificazione ufficiale, è il protocollo che prescrive così: niente banda, colpi di cannone picchetti schierati e discorsi all'arrivo dei Capi di Stato. Il Papa è un Capo di Stato particolare, perché è anche il rappresentante massimo di una religione. E porta con sé qua in India un documento: l'Esortazione ili chiusura del Sinodo dell'Asia, che verrà resa nota oggi, ma di cui siamo in grado di anticipare il senso; un messaggio che certamente renderà ancora più furibondi gli estremisti indù. La Chiesa cattolica - questo il significato - anche in Asia deve proclamare con forza chi; Gesù Cristo è l'unico salvatore. Non solo: tutti hanno il diritto di ascoltare questo messaggio, e di conseguenza i missionari hanno il diritto e il dovere di raggiungere il maggior numero possibile di non credenti. E anche coloro che non capiscono il messaggio, anch'essi sottolineerà l'Esortazioni; - comunque sono stati redenti e salvati da Gesù Cristo. E' esattamente il tipo di affermazione che può ridare spinta all'estremismo induista. Che da parte del vaticano si tende a non drammatizzare. «Dalle informazioni che abbiamo questo fenomeno ò molto piccolo - ha detto il portavoce valicano Navarro -, ma molto rumoroso. I fenomeni radicati e popolari non hanno bisogno di tanto minore. Oliando c'è rumore, c'è anche il sospetto che si voglia supplire alla piccolezza del fenomeno». Divema invece è la valutazione sulle persecuzioni crescenti di cui sono bersaglio i cristiani: «E' in questione la libertà di coscienza, la libertà per una persona di scegliere la religione che lui o lei liberamente vuole scegliere. Anche se piccolo è un problema molto serio, è un problema di diritti umani nella prima democrazia del mondo, in termini numerici, e cioè l'India». Il dialogo con Navarro ha in una certa misura sostituito l'incontro con il Papa, che non c'è stato; ed è un fatto eccezionale, chi! Giovanni Paolo li in un viaggio di sette ore e mezzo non appaia ai giornalisti. Ma era installato nella «gobba» del Jumbo, e probabilmente i suoi collaboratori non hanno voluto affaticarlo con la discesa e la risalita, in volo, della stretta scala a chiocciola che conduce al piano superiore del «747». Una precauzione premurosa, che il Papa sia stanco e fragile si vede chiaramente. E lo aspetta un anno pesantissimo. Dal colloquio con ii portavoce sono cinerei vari elementi di interesse, primo fra tutti «l'assoluzione» vaticana per Gorbaciov in relazione ai vari dossier e rivelazioni di provenienza est europea. Oll.ro il Portone di Bronzo non si dà molta importanza, per non dire nessuna al voto del Politburo nel '79. «Quando tu conosci bene una persona - ha commentato Navarro - e a un certo punto ti dicono, questa persona ha fatto questo, non è che tu lo creda; perché è più solida in te la conoscenza di quella persona. Non tutte le accuse sono possibili». Può essere che il Partito comunista sovietico tramasse contro il Papa; su questo punto «ognuno ha le sue idee, ma per quanto riguarda Gorbaciov, come dicevo prima se conosci una persona e ti dicono delle cose terribili, non le puoi accettare perché conosci la pereona». E' possibile che Gorbaciov abbia votato nel '79 la risolu¬ zione del Politburo, «ma non è che in quella votazione si sia detto di sopprimere il Papa. Si diceva: è un pericolo, e che fosse un pericolo si è dimostrato, un pericolo per loro». In realtà la visita del Papa a Delhi comincia solo oggi, con la visita al Presidente della Repubblica, e al Memorial di Gandhi, il luogo in cui il Mahatma fu crema¬ to, dopo essere stato ucciso da un integralista indù. Si attende con qualche apprensione domenica, perché la visita papale coincide con «Diwali» la festa della luci induista. La liturgia cattolica celebra domenica il Cristo della luce; doveva essere una coincidenza fortunata, ma i fondamentalisti di qui l'hanno presa male. «Conosciamo bene l'ex leader sovietico è un uomo che non può avere ordinato attentati contro Giovanni Paolo II» IL MOSAICO RELIGIOSO DELL'ASIA J INDUISMO. La religione dell'83% degli abitanti dell'Indio, conta negli altri Paesi urta 30 milioni di praticanti j BUDDISMO. Molto minoritario in India (0,7%), il buddismo è diffuso soprattutto in Cina, Giappone, Thailandia, Birmania, Sri Lanka. Conta circa 350 milioni di adepti. j S1KHISMO. Presente soprattutto nel Puniab (Nord-Ovest dell'India), si colloca come monoteismo a metà strada tra l'Islam e l'induismo, in opposizione al sistemo delle caste. j ISIÀM. Un terzo dei musulmani nel mondo (un miliardo di fedeli), si trova in Asia, in particolare in Indonesia, Pakistan e Bangladesh j CRISTIANESIMO. Le Chiese protestanti rappresentano 30 milioni di fedeli, soprattutto in Cina (6 milioni), in India (8 milioni) e in Indonesia (più di 8 milioni). Quanto alla Chiesa cattolica, ne conta 93 milioni, ossia soltanto il 2,8% della popolazione asiatico. E' presente nelle Filippine (83%) - unico Paese o maggioranza cattolico nel Continente assieme a Timor Est • ed anche in Vietnam (7 milioni), India (1.800.000), Taiwan, Corea del Sud J CONFUCIANESIMO. I fedeli sarebbero da 150 a 300 milioni, soprattutto in Cina. j TAOISMO. Da 35 a 55 milioni, ancora in Cina J SHINTOISMO Settanta milioni di adepti, in Giappone jCIANISMO. E' la più antica religione indiana (circa 5 milioni di praticanti, ossia lo 0,5% della popolazione) Il Papa accolto dal vescovo «Siriano-Cattolico» del Kerala, Cyrel Mar Vasulius