«Troppi onori a L'Avana per il "compagno G"»
«Troppi onori a L'Avana per il "compagno G"» Cuba, l'ex funzionario Pei condannato per tangenti si occupa di import-export: An protesta «Troppi onori a L'Avana per il "compagno G"» Maurizio Tropeano PIACERE, Primo Greganti». «Ma lei è proprio quel Greganti?». «sì». «Ah. Ma lei che cosa ci fa qui? Ha concluso i suoi problemi con la giustizia?». «No». La Habana, Cuba. Martedì 2 novembre. Aperitivo allo stand della Regione Piemonte alla XVII Fiera Internazionale. Il dialogo tra il compagno G e il consigliere regionale subalpino, Roberto Salerno (An), si interrompe qui. Ma il giorno dopo Greganti, accompagnato dalla figlia, ritorna allo stand. Chissà, forse nostalgia dell'Italia o della vecchia nùlitanza nel Pei. Della delegazione fa parte anche Pino Chiezzi, attuale capogruppo dei Comunisti Italiani. E' lui che presenta Greganti a Salerno. E' il preludio della polemica. Salerno, infatti, abbandona la missione, ritorna anticipatamente in Italia non prima di aver scritto una lettera indignata ai presidenti polisti della Giunta e del Consiglio regionale lamentando deU'«accoglienza con tutti gli onori riservata a Greganti da parte di una funzionaria della Regione». Spiega: «Greganti non è un piemontese qualunque. E' stato condannato per Tangentopoli. Un ente pubblico non può promuovere o usare le conoscenze cubane di Primo Greganti. Non si possono avere rapporti istituzionali». A tranquillizzare Salerno ci pensano l'assessore regionale al Commercio (Pichetto, F.I.): «La Regione non ha rapporti istituzionali con Greganti». E poi il direttore del Centro Estero delle Camere di Commercio, Enrico Gennaro: «Nessuna consulenza». Ma che cosa ci fa il compagno G a Cuba? Attività di import-export e con un ruolo non secondario visto che nel 1998 l'accordo di coproduzione cinematografica tra Italia e Cuba siglato più di un anno prima dall'allora vicepresidente del Consiglio, Walter Veltroni rischiò di saltare dopo le accuse di un parlamentare di An (Morselli) che lo indicò come il destinatario occulto di quei fondi. Toccò a Piero Fassino, all'epoca sottosegretario agli Esteri escludere «qualsiasi coinvolgimento di Greganti». E poi grandi infrastrutture: porti e aeroporti (gli interni dello scalo de La Habana) Un ritomo alle origini. La prima società messa in piedi nel 1989 dal compagno G una volta uscito dalle strutture del pei (membro della segreteria di Torino e collaboratore dell'ammi nistrazione della direzione del partito), fu proprio una società specializzata in service industriali e impiantistici. Attività interrotta il primo marzo 1993 quando venne fatto arresta re dalla magistratura di Milano per finanzia mento illecito al partito. Trascorre tre mesi a San Vittore senza mai arrendersi ai giudici Torna in carcere il 19 di settembre. Ventisei giorni dopo il Tribunale della Libertà lo scarcera. Non parlerà mai. Per il Gip, Italo Ghitti il motivo è che gli uomini del «pci-pds erano persone selezionate e preparate». La replica? «No, semplicemente perché ho ragione», ricorda in un libro intervista. Diventa un mito. Lui abbozza: «Ho fatto una vita modesta e ho lavorato per qualcosa in cui ho creduto». Di lui Achille Occhetto, allora segretario del pds, dirà: «Mi ha rovinato la vita». Il suo curriculum giudiziario è fatto di proscioglimenti, archiviazioni e di condanne. L'ultima il 22 gennaio 1999, in primo grado a Milano a 3 anni e 7 mesi per le tangenti Enel. Qualcuna già passata in appello: 5 mesi e 10 giorni per finanziamento illecito nella vicenda Itinere. Primo Greganti il «compagno G»
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