Sequestro lampo a Nuoro per un direttore di banca

Sequestro lampo a Nuoro per un direttore di banca Liberato all'alba in cambio di mezzo miliardo Sequestro lampo a Nuoro per un direttore di banca I suoi familiari sono stati tenuti in ostaggio fino a quando non ha consegnato ilriscatto Corrado Grandesso NUORO L'Anonima sarda si aggiorna e inventa il sequestro pronta cassa: presi in ostaggio, martedì notte, il direttore di un istituto di credito, la moglie e i due figli, un commando di fuorilegge ha spedito ieri mattina il capofamiglia in banca con l'ordine di prelevare almeno mezzo miliardo. Nel giro di qualche ora, i malviventi hanno incassato il riscatto e sono scomparsi, ingoiati dai fitti boschi della Sardegna centro-orientale. Quando è scattato l'allarme, il rapimento-lampo era già concluso e sulle indagini è calata una impenetrabile coltre di riserbo, perché la vicenda fa suonare l'allarme ai massimi livelli. E' accaduto tutto nel giro di 13-14 ore, ma la ricostruzione della mezza giornata di terrore è frammentaria e lacunosa. Martedì sera, Martino Mulas, 46 anni, responsabile della filiale di Lanusei del Banco di Sardegna, e da qualche mese anche dell'agenzia di Tortoli (centro nel quale venne rapita, anni fa, Silvia Melis), era impegnalo in un incontro con il nuovo direttore dell'istituto di credito. Quando, intorno alle 21, ha fatto ritomo a casa, nella località turistica di Cala Gonone ha trovato ad attenderlo davanti all'ingresso di casa come ha poi raccontato - quattro banditi, mascherati e armati di pistole e fucili. «Sta zitto ed apri la porta», gli hanno intimato. Mulas ha obbedito e così i malviventi sono entrati nella villetta ed hanno immobilizzato anche la moglie del funzionario, Caterina Gomez, 44 anni, e i figli Giuseppe e Andrea, 19 e 16 anni. Per pochi minuti carcerieri e vittime sono rimasti nell'abitazione, distante qualche centinaio di metri dall'albergo nel quale venne rapito, anni or sono, l'imprenditore romano Ferruccio Checchi. Poi i malviventi hanno invitato gli ostaggi a prelevare dai letti le coperte ed a seguirli. «Uscite senza fare scherzi», hanno sibilato. Utilizzando la Vectra del funzionario e un'altra vettura, il gruppo si è trasferito nelle montagne di Urzulei (in provincia di Nuoro). Trascorsa la notte nel bagagliaio di una macchina, mentre i congiunti venivano tenuti sotto controllo, separati, in altre zone, Martino Mulas è stato fatto uscire alle 7. «Va in banca e ritira almeno mezzo miliardo. Poi toma su questa strada, percorrila fino a quando non vedrai per terra un ramo di corbezzolo» gli ha intimato il capo della banda, prima di consentirgli di mettersi al volante di una macchina e di avergli spiegato, con poche feroci parole, a quali conseguenze avrebbe esposto i familiari se avesse segnalato il rapimento a polizia e carabinieri. Terrorizzato, Martino Mulas è corso fino agli uffici del Banco di Sardegna di Tortoli e ha prelevato l'ingente somma. Tornato indietro seguendo l'itinerario che gli era stato imposto, il funzionario si è ripresentato ai fuorilegge e ha consegnato loro i fasci di banconote. Poi, riabbracciati finalmente moglie e figli, è tornato indietro e ha lanciato l'allarme.

Persone citate: Caterina Gomez, Corrado Grandesso, Ferruccio Checchi, Martino Mulas, Mulas, Silvia Melis, Tortoli

Luoghi citati: Lanusei, Nuoro, Sardegna, Urzulei