Nomi dolci, effetti killer «Una dose e si scoppia» di Paolo Colonnello

Nomi dolci, effetti killer «Una dose e si scoppia» l'SOS DEI MEDICI, LA GENERAZIONE DELLE PASTICCHE SINTETICHE Nomi dolci, effetti killer «Una dose e si scoppia» retroscena Paolo Colonnello MILANO s I chiamano ecstasy, rave energy, love pili: evocano amore, divertimento, socialità. Invece provocano eccitazione, ansia, manie di persecuzione, irritabilità. Nomi dolci, effetti assassini. «E' come quando tiri un elastico: uno continua a ballare finché scoppia», spiega con efficacia Nunzia Lopez, titolare della cattedra di tossicolq,gia forense all'università la Sapienza di Roma. Ci si «cala» una pasticca e si precipita dal paradiso della techno all'inferno stroboscopico dell'ansia, della palpitazione, della perdita di contatto con la realtà, fino a morirne. «Queste sostanze inibiscono quella sorta di relè presente nel nostro organismo che scatta quando una persona arriva al limite. Quando ho letto sui giornali che quel ragazzo morto a Brescia e gli altri giovani intossicati potevano aver ingerito una sostanza tagliata male, mi sono arrabbiata: le cose non stanno così. E' la pericolosità intrinseca delle anfetamine e dei suoi derivati che uccide. Nient'altro». E allora perché, professoressa, si dice che le anfetamine in sé non sono pericolose? «La pericolosità - spiega - non è dovuta tanto alla tossicità propria delle anfetamine quanto al fatto che essendo stimolanti centrali e avendo la proprietà di non far sentire fame, fatica, sete, provocano facilmente collassi, infarti, scompensi al sistema nervoso. Non è un caso che i primi morti in questo campo si sono avuti nel ciclismo». Allarme giustificato dunque? «Più che giustificato: purtroppo oggi queste pilloline si possono produre in casa, basta qualche conoscenza elementare di chimica. Si pensi che una delle componenti principali di queste droghe si prepara partendo da un estratto utilizzato per il sapone». «Non fanno male», ti dicono gli amici. «Sono droghe leggere», si legge a volte sui giornali. Ma chi ogni tanto deve lavorare sui tavoli bianchi degli obitori occupandosi di giovani finiti male, rabbrividisce e si arrab¬ bia quando sente queste cose. «Non esiste la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti. Soprattutto quando il paragone è con le droghe sintetiche», taglia corto il professor Franco Lodi, ordinario di tossicologia alla Statale di Milano e coordinatore dei medici forensi milanesi. «Io è da molto che sostengo la necessità di occuparsi di questo tipo di droghe. Altro che liberalizzare l'eroina». Ma da quanto tempo i medici sono a conoscenza dei danni provocati da queste droghe? «Da sempre. L'anfetamina era usata come farmaco già nel 1935: i tedeschi avevano la "bomba Goering", che era cioccolato con anfetamina, e la davano ai piloti quando tornavano dalle missioni per farli ripartire in fretta». E qual è oggi la sostanza più pericolosa? «Mi sembra la 4TMA: fa roteare gli occhi, provoca forti crampi allo stomaco, mal di testa cronici». E l'ecstasy? «E' più un allucinogeno che uno stimolante. Agisce sul sistema nervoso e sui neuroni distruggendoli. Si va dall'ipertensione ai collassi, dalla perdita di memoria alle aritmie con rischio d'infarto fine alle lesioni al fegato e febbre a 43 gradi, con conseguenti lesioni interne inarrestabili». Secondo il professor Lodi oggi sul mercato circolano dai 200 ai 250 tipi di droghe sintetiche: «Si chiamano "designer drugs", ovvero sostanze ad attività prevista: tu produttore o spacciatore sai che una tal struttura ha quella attività e così se ne possono creare tantissime, sempre diverse: un disastro». Esistono rimedi di pronto intervento? «In parte. Se ad esempio sei in ipertermia, bisogna raffreddare il soggetto con del ghiaccio. Ma sono rimedi empirici, la cosa migliore è correre in ospedale». Una corsa in ospedale, come quella del giovane morto sabato notte fuori da una discoteca del bresciano. O come quella di Giorgia, la diciassettenne salva ta con un trapianto di fegato. Chi sono questi giovani? «Spesso sono figli di buona famiglia, meno disperati ma più capricciosi, senza spina dorsale. Ragazzi che magari hanno avuto tutto dalla vita e vogliono di più», prova a raccontarli don Antonio Mazzi, il responsabile della comunità di recupero Exodus. «Quelli che arrivano da noi ormai prediligono cocaina, droghe sintetiche e spinelli. Più l'alcol, ovviamente». Ed è facile disintossicarsi? «E' ancora presto per dirlo, dovremo aspettare ancora 4 o 5 anni per capire se le terapie che utilizziamo funzionano». Anche per don Mazzi le droghe sintetiche vanno classificate nella categoria «subdole» e dunque più pericolose. «Tutti sanno che l'eroina fa male. Mentre ecstasy e altre pillole si crede siano innocue. Purtroppo la mia impressione è che l'assunzione di queste pasticche sia diventata ormai una cerimonia d'iniziazione all'adolescenza, come era una volta lo spinello o la prima sigaretta. E' questa la filosofia che fa "calare"». Ecstasy, rave energy e love pili: sono alcune delle nuove e pericolosissime droghe sintetiche

Persone citate: Franco Lodi, Goering, Mazzi, Nunzia Lopez

Luoghi citati: Brescia, Milano, Roma