«Ecco le richieste dèh Nrito qiFEuropa»

«Ecco le richieste dèh Nrito qiFEuropa» Il SEGRETARIO GENERALE DELL'ALLEANZA ATLANTICA «Ecco le richieste dèh Nrito qiFEuropa» Robertson: troppe carenze nel campo della difesa intervista Lue Rosenzweig, Daniel Vernct BRUXELLES SIGNOR Robertson, secondo lei il Segretario generale della Nato dovrebbe prendere un'iniziativa per rendere possibile il ritorno della Francia nella struttura militare integrata, dopo l'abbandono nel 1996? «Il Segretario generale e al servizio del Consiglio atlantico. Non spetta a lui farsi avanti. Le decisioni devono essere prese dal popolo francese e dai suoi rappresentanti. Io mi occupo dell'efficienza operativa dell'Alleanza, e la Francia vi ricopre un suo ruolo». La particolare posizione della Francia non ostacola l'efficienza della Nato? «No». Che significa per lei il rafforzamento dell'identità europea di sicurezza e di difesa (Iesd)V «La priorità della Nato è costruire capacità migliori. Il Kosovo ha sottolineato ciò che già si sapeva: gli europei non hanno fatto abbastanza per organizzare le loro forze annate in funzione delle minacce per l'avvenire. Siamo ancora troppo orientati verso i nemici del passato. Gli europei dovrebbero fare di più, nel loro interesse e nell'interesse dell'Alleanza. Ma più Europa non significa meno America, significa soltanto una Nato più forte». Gli europei dovrebbero fare di più all'interno della Nato, o all'esterno, in una struttura autonoma? «Ero u Saint-Malo (dove inglesi e francesi hanno rilanciato la questione della difesa in Europa ndr). Ero ministro della Difesa. Molte delle idee presenti nella dichiarazione di Saint-Malo venivano dal ministero britannico della Difesa. Personalmente sono molto favorevole all'idea che le Nazioni Unite rafforzino le loro capacità di difesa per difendere gli interessi europei quando gli americani non possono o non vogliono impegnarsi. Sono un pragmatico. Mi auguro che gli europei contribuiscano a rafforzare l'Alleanza attraverso un migliore equilibrio al suo interno. Come ha detto Jacques Chirac a Strasburgo, l'Alleanza resta il perno della difesa collettiva dell'Europa, e la nascita di un vero pilastro europeo contribuirà a garantire una collaborazione dinamica. Per quanto mi riguarda, vi aderisco con tutto il cuore». Quali sono le priorità degli europei per rafforzare le loro capacità di difesa? «Dobbiamo fare di più nel campo delle armi strategiche, degli aerei capaci di trasportare le nostre truppe verso le zone difficili prima che le crisi dilaghino. Dobbiamo fare di più per la logistica, perché abbiamo troppi sistemi che risalgono alla Guerra Fredda, ma non abbastanza per la protezione delle forze. Abbiamo bisogno di più truppe capaci di intervenire rapidamente. Francamente è uno scandalo che i Paesi europei della Nato abbiano solo due milioni di uomini e che con un dispiegamento di 40.000 o 50.000 uomini - come è stato nel Kosovo - siamo prossimi al punto di rottura. Ecco dunque tre aspetti su cui dovremo concentrare i nostri sforzi. Ma non sono i soli». Non ha citato il satellite europeo d'osservazione... «Non dobbiamo duplicare ciò che la Nato già possiede. Uno dei problemi più grossi è che in Europa spendiamo i due terzi di ciò che spendono gli americani per la difesa, senza mantenere la proporzione in termini di capacità. Essenzial- mente facciamo tutti la stessa cosa: ci facciamo concorrenza l'un l'altro e non spendiamo abbastanza bene il denaro dei contribuenti». Dunque le priorità dell'Iesd riguardano le capacità, non le istituzioni. «Possiamo avere le più belle istituzioni del mondo, ma se non abbiamo forze armate ben equipaggiate, e capaci di affrontare situazioni di crisi nel lungo termine, cosa ce ne facciamo? Adesso abbiamo l'occasione di combinare un rafforzamento delle nostre capacità con le possibilità offerte da Javier Solana per dare agli europei, nel campo della sicurezza, un'influenza paragonabile a quella che hanno in campo economico. È importante tenere insieme tutto ciò, ma senza capacità, l'Europa sarà un tigre di carta». Cosa pensa quando vede Paesi come la Germania che tagliano le spese militari? «Credo che i Paesi europei dovrebbero pensarci due volte. Bisogna mettere fine a questa tendenza, altrimenti non saremo più in grado di garantire la sicurezza delle generazioni future. Non potremo continuare a spartirci i risultati della pace quando non ci sarà più la pace». Oual è lo stato delle relazioni Nato-Russia? «Lo riassumerei con queste parole: difficile, ma in via di miglioramento. La chiave per ristabilire relazioni amichevoli, dopo la guerra del Kosovo, è la cooperazione pratica delle nostre truppe sul territorio, e in questo senso le relazioni sono molto buone». Copyright Le Monde «La guerra del Kosovo ha sottolineato ciò che già si sapeva Siamo ancora troppo orientati verso i nemici del passato, non verso quelli del futuro» «Bisogna porre fine alla tendenza di tagliare le spese militari» Un militare britannico mostra un'arma al Segretario della Nato George Robertson Militari dell'Alleanza Atlantica durante un'esercitazione

Persone citate: Daniel Vernct, George Robertson, Jacques Chirac, Javier Solana, Robertson, Rosenzweig