Mosca rispolvera il suo scudo spaziale di Anna Zafesova

Mosca rispolvera il suo scudo spaziale I russi lanciano un avvertimento agli Usa: non accettiamo variazioni agli accordi esistenti sul disarmo Mosca rispolvera il suo scudo spaziale Dopo 6 anni di pausa ripresi i test antimissilistici Anna Zafesova MOSCA Le divergenze sul disarmo trt Russia e Usa non si manifesta no più solo sulla carta delle missive diplomatiche e nei colloqui tra ministri. Ieri Mosca ha dato alla controparte americana una visibile dimostrazione di forza. Perla prima volta dopo una pausa di sei anni i russi hanno ricominciato i test del proprio sistema antimissilistico, senza nascondere che si tratta di un avvertimento nel caso {di Usa decidessero di rompere gli equilibri di armamenti esistenti. Un missile intercettore a corto raggio è stato lanciato ieri dalla base di Sary-Shagan, nel Kazakhstan. Un esperimento che si è concluso con il «completo successo», secondo il comandante delle truppe missilistiche russe, il gencral-colonello Vladimir Yakovlev. Il missile - di una modificazione «nuovissima», frutto delle ultime ricerche del complesso bellico dell'ex Urss - ha colpito in volo un altro razzo sparato poco prima. Ora i nuovi intercettori a corto raggio, che entreranno in servizio per i prossimi 12 anni, verranno installati nel sistema di difesa antimissilistica della regione di Mosca, tradizionalmente la più attrezzata e potente. Secondo Jakovlev, i nuovi missili sono più potenti e più veloci dei loro concorrenti sul mercato. Il generale non ha nascosto che l'esperimento contiene anche e soprattutto un messaggio politico diretto a Washington. Secondo Yakovlev, il nuovo missile è «una risposta logica alle intenzioni degli Stati Uniti di ritirarsi in via unilaterale dagli obblighi imposti dal trattato Abm», Il trattato Abm sulla difesa antimissili:;! ica, firmato nel 1972 dall'Urss e dagli Usa, impo¬ ne delle limitazioni sui sistemi di difesa antimissilistica alle due potenze nucleari. Negli ultimi anni la Casa Bianca ha chiesto di emendare il documento, concedendo agli Usa il diritto di costruire un sistema antimissilistico nazionale per fronteggiare eventuali attacchi nucleari da parte di Paesi del Terzo Mondo che solo recentemente si sono dotati - o potran¬ no dotarsi tra non* molto - di armi atomiche. Un'idea che ha suscitato scontento al Cremlino. Solo nartedì scorso, il giorno prima Jel test del nuovo missile, il premier russo Vladimir Putin ha consegnato a Bill Clinton una lettera di Boris Eltsin. Nel messaggio al suo collega d'Oltreoceano il presidente russo ammonisce che il dislocamento di sistemi antimissile non previsti dal trattato Abm «può avere conseguenze molto pericolose per tutto il processo di disarmo nucleare». Una delle prime conseguenze sarà la defimtica rinuncia della Duma a ratificare il trattato sulla riduzione dei missili strategici Start-2, già approvato dal Senato americano. Ma i deputati russi sono convinti che una riduzione del potenziale nucleare ereditato dall'Urss non può che danneggiare il loro Paese e con vari pretesti (tra cui l'operazione della Nato in Jugoslavia) hanno continuato fino ad ora a rinviare la votazione. E ieri il generale Yakovlev ha fatto capi¬ re che, in caso di superamento unilaterale del trattato Abm da parte degli Usa, non solo il Start-2, ma anche il Start-1 firmato e ratificato ancora ai tempi sovietici - potrà essere rimesso in discussione. Il clima tra i due Paesi ultimamente sa sempre più di una nuova guerra fredda. Negli uffici del ministero della Difesa russo si sta preparando la nuo¬ va dottrina militare che - secondo fonti militari - rivendicherà per la Russia il diritto di usare per prima armi nucleari. In altre parole, Mosca vuole potere non soltanto rispondere in caso di aggressione, come era stato fino ad ora, ma anche attaccare per prima a scopi preventivi e perfino in caso di «minaccia agii interessi nazionali». li presidente russo Boris Eltsin con il premier Vladimir Putin