Purità, offensiva dei centristi sulla Finanziaria

Purità, offensiva dei centristi sulla Finanziaria Purità, offensiva dei centristi sulla Finanziaria «Un emendamento per ridurre i contributi dei docenti non statali» Verso un vertice di maggioranza sulla parità scolastica, da tenersi nella prossima settimana, tra tante polemiche. Lo ha proposto lUdeur di Clemente Mastella, che ieri - attraverso l'onorevole Roberto Manzione, presidente del gruppo - si è fatto promotore di un incontro con i colleghi «centristi» che sostengono il governo: Ppi (Giovanni Manzini), Rinnovamento (Bonaventura La Macchia), cossighiani (Angelo Sanza). C'è di più: al termine dell'incontro, è stata decisa la presentazione di un emendamento dei «centristi» alla Finanziaria «per consentire la riduzione contributiva dei docenti delle scuole non statali». Essendo equiparati alla categoria «commercio», essi devono ora versare una quota pari al 52 per cento, contro il 18 dovuto per gli insegnanti della scuola pubblica. «Un primo risultato importante - spiega Alberto Aciemo deUTJdeur -; riteniamo che que- sta soluzione sia accettabile per tutta la maggioranza». Ma l'iniziativa piace poco ai laici della coalizione, a partire dai Verdi, «del tutto contrari - dicono - a un supplemento di trattativa» tra le forze di centro e il ministro Berlinguer: se ci sarà - avvertono Fiorello Cortiana, capogruppo del Sole che ride in commissione Cultura al Senato e Mauro Romanelli, Giovani Verdi - «chiederemo un incontro dei laici per cambiare di nuovo la legge e cassare i finanziamenti alle materne private». Turbolenze che preoccupano D'Alema, anche in relazione al cammino della Finanziaria 2000. Ieri mattina, partecipando alla riunione della maggioranza tenutasi al Senato, il premier avrebbe usato paradossi forti per ribadire la priorità della scuola pubblica. L'emendamento proposto dal Polo per un bonus di 2 milioni a studente costerebbe 12-15 mila miliardi - ha spiegato -. Ma, so- prattutto, se si dovessero rincorrere simili spinte, si arriverebbe alla disgregazione della scuola pubblica nazionale, arrivando alla scuola padana, a quella islamica, a quella meridionale e via dicendo. «Non a caso - avrebbe aggiunto D'Alema - la Lega è orientata a sostenere questa tendenza». D premier ha confermato, invece, la validità del disegno di legge sulla parità all'esame eli Montecitorio, pur dichiarando la disponibilità a esaminare eventuali proposte di modifica. Una mano tesa, subito raccolta da Rocco B ti t tiglio ne, il segretario Cdu che a luglio era uscito dalla maggioranza proprio in polemica sui contenuti della proposta governativa sulla parità: «La soluzione al problema - sostiene - è a portata di mano e per raggiungerla occorrono solo pochi e opportuni correttivi al disegno di legge. Non serve riaprire un nuovo dibattito, occorre operare qui e subito». Di diverso avviso, le opposizioni. Ieri, An ha attaccato duramente i popolari, mentre il Ccd chiede - attraverso il senatore Giuseppe Brianza - di «risolvere il problema in rermini giuridici e economici e non con limitati interventi assistenziali» e avverte: «Aspettiamo Ppi e Udeur alla prova dei fatti». Gianfranco Fini va oltre, puntando a una «intesa trasversale» e annunciando una conferenza nazionale «per la libertà di insegnamento tra tutti coloro, politici, associazioni, partiti, organizzazioni territoriali, sindacati, uomini e donne di cultura che, indipendentemente dalla loro appartenenza partitica, ritengano necessario introdurre nell'orditi a mento giuridico italiano una effettiva parità tra scuola pubblica e privata». Perplesso è, invece, Mario Segni: «Il principio della parità è giusto e va portato avanti. La cosa strana è che si porta avanti solo quando lo dice il Papa. Lo dico a tutti, a destra e a sinistra: io a Piazza San Pietro non ci sarei andato e soprattutto non ci sarebbe andato De Gasperi, perché, cattolici o non, i politici italiani hanno loro la responsabilità delle scelte». Infine, due commenti sindacali e un appello dei salesiani. Anche per la Cgil-scuola, il discorso è chiuso. «La Costituzione à chiara - osserva il segretario Enrico Panini -. n testo del ddl approvato al Senato non consente ulteriori interventi». Per la Cisl e la Cisl-scuola, invece, «la parità giuridica e economica può essere assicurata attraverso il regime delle convenzioni; una formula che può offrire parità di trattamento rispetto agli utenti». I dirigenti delle scuole salesiane hanno un altro motivo di preoccupazione: la riforma dei cicli. «L'età evolutiva - affermano - deve avere una attenzione specifica e adeguata alle esigenze e alle attitudini dei preadolescenti». [ m. tor.] Verso un vertice di maggioranza D'Alema: attenti a non disgregare la scuola II leader dell'Udeur Clemente Mastella