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Nasce PUpr Nasce PUpr Stajano cacciato da Rinnovamento ROMA Ernesto Stajano «Ha gettato discredito sul partito». «Metodi stalinisti, non finirà così...». Sta finendo con una esplosione, dopo mesi di scaramucce e litigi, la guerra dentro Rinnovamento italiano, la formazione politica che fa capo al ministro degli Esteri, Lamberto Dini. Ieri, la direzione del partito ha espulso - con un comunicato stringatissimo - il deputato Ernesto Stajano, che di Ri è (è stato) un esponente di spicco: «Ha assunto posizioni pubbliche indirizzate a gettare discredito su Ri», si legge nel documento, «e con i propri comportamenti, ivi inclusa l'adesione di fatto ad altra formazione politica, si è posto al di fuori di Ri». Una scomunica, ma non precisamente una soipresa: Ernesto Stajano da tempo si oppone alla inarrestabile marcia di Rinnovamento italiano verso le spiagge prodiane. Lui stesso, ieri sera, ha spiegato: «Avrei dovuto dimettermi, ma poi ho preferito aspettare, perché lutto capissero a che punto siamo arrivati». Cioè? «Si è tradito il nostro elettorato, lo sono contrario a questa deriva del partito verso sinistra. Noi con l'Ulivo non c'entriamo niente, anche se Lamberto Dini ora va dicendo addirittura di esserne uno dei fondatori». Sicché la complicata geografia del centro in queste ore si arricchisce di una nuova formazione, lontana dall'Asinelio e vicina, vicinissima a Francesco Cossiga: «Ci chiameremo llpr, cioè Unione per la Repubblica», ha annunciato Stajano. L'Upr farà parte della rosa-trifoglio lanciata nei giorni scorsi dall'ex presidente della Repubblica e forse già oggi - uscirà con la prima iniziativa politica, una specie di documento programmatico. Le linea è questa: fedeltà a un centro autonomo, liberal-democratico, di stampo europeo. I numeri però sono quelli che sono, cioè molto piccoli (e vai la pena di ricordare che Rinnovamento italiano alle europee di giugno aveva ottenuto l'I,] per cento). Ancora Ernesto Stajano: «Quanti siamo? Otto deputati e sette senatori», dice, per aggiungere subito: «Più numerosi, comunque, di quelli rimasti con Lamberto Dini. La mia espulsione è stata decisa da un gruppo di sei deputati e tre senatori, figuriamoci. Il resto del partito è scomparso». Per quanto «mini», questa è pur sempre una scissione e i toni lo confermano: per Stajano, Dini «ha sempre anteposto gli interessi personali a quelli del suo elettorato». Naturalmente, si finirà in tribunale: «Intendo far valere i miei diritti di fondatore in sede giudiziaria», conclude. Ir. i.j Ernesto Stajano

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