le insidiose scelle della giovane Bce

le insidiose scelle della giovane Bce BANCHIERI CENTRALI ALIA FROVA DEI MERCATI le insidiose scelle della giovane Bce Atteso per oggi un rialzo dei tassi dalla spiegazione pericolosa analisi Carlo Bastatiti FRANCOFORTE ■ L primo rialzo dei tassi euroH pei da parte della Banca cen- ■ tra le europea (Bce) è atteso per oggi, a conclusione della riunione quindicinale dei governatori a Francoforte. L'incertezza riguarda più la dimensione che réventualità dell'aumento. La pubblicazione dei dati di forte aumento dell'offerta di moneta a settembre ha orientato ultimamente le attese del mercato a favore di un rialzo di mezzo punto del tasso di rifinanziamento rispetto al 2,5% attuale, anche se in prima intenzione la Bce era parsa preferire un aumento moderato di solo lo 0,25%. Dopo una preparazione di quattro mesi, con comunicazioni della Bce sempre più esplicite, c'è ora molta attesa per conoscere le motivazioni che il presidente della Bce, Wim Duisenberg, dovrà dare sia in caso di aumento, sia a maggior ragione nell'improbabile caso di un nulla di fatto che getterebbe un'ombra di incomprensibilità sulle intenzioni della Banca. La difficoltà di spiegare il quadro in cui opera la giovane istituzione di Francoforte rischia di pesare comunque sui commenti della decisione di oggi, qualunque essa sia. Ma proprio la credibilità delle motivazioni sarà cruciale alla buona riuscita della decisione. In un recente discorso a Londra, Otmar Issing, capoeeo nomisi a della Bce, ha sottolineato il rapporto tra la quantità di moneta e l'inflazione futura, come metro di orientamento per la politica della Bce. Secondo gli economisti della Banca la correlazione tra l'aumento degli aggregati monetari e la crescita dell'inflazione (con 1-2 anni di ritardo) è ancora valida in Europa, nonostante le diversità tra i Paesi dell'euro e nonostante la correlazione sia messa in dubbio dall'esperienza nordamericana. Anche ai vertici della Bce sono stati sollevati dubbi sulla linea di Issing (alzare i tassi per frenare l'aumento della moneta), tanto che il prevalere dell'analisi dell'ex capoeconomista della Bundesbank è considerato un fatto chiave per il futuro della politica monetaria europea. L'estensione all'area dell'euro della tradizione monetaria tedesca semplifica l'analisi della Bce forzando l'omogeneità monetaria dell'area dell'euro, ma complica la credibilità delle singole scelte. Gli osservatori anglosassoni in particolare fati¬ cano a giustificare un aumento dei tassi in assenza di tensioni inflazionistiche e nell'incertezza delle previsioni sulla ripresa europea. Negli ultimi giorni tuttavia si sono intensificati i segnali positivi dell'attività economica. Dopo il forte aumento della produzione industriale nell'area dell'euro ad agosto, è attesa una conferma della ripresa dai dati di settembre e ottobre. Gli indici di fiducia nei tre maggiori Paesi, Germania, Francia e Italia, stanno puntando tutti verso l'alto. In Germania in particolare le attese per la crescita del pil nel 2000 variano tra il 2,5 e il 3%, rispetto all* 1,4-1,5% del '99. Sia le esportazioni, sia gli investimenti produttivi dovrebbero aumentare del 7% nel prossimo anno. In Italia i dati sulla fiducia delle imprese sono cresciuti per quattro mesi consecutivamente. In Francia la fiducia nella crescita è al livello più alto dal '94. Anche le famiglie segnalano solide intenzioni di spesa grazie al calo della pressione fiscale in media nell'Unione europea. Nonostante l'assenza di innazione nei prezzi alla produzione, i prezzi al consumo mostrano una leggera tendenza all'aumento, più vistosa in Italia, ma sensibile anche in Germania seppur contenuta grazie alla liberalizzazione del¬ l'industria dell'energia. Se quindi dall'economia vie ne una giustificazione a una mossa preventiva della Bce, sono paradossalmente proprio parametri tradizionali dell'aria lisi in stile-Bundesbank (crescita potenziale delle economie e rapporto tra moneta e credito) a ofl rirsi a valutazioni controver se, tanto che un rialzo dei tassi oggi potrebbe far accelerare, anziché frenare, la crescita de- Sli aggregati monetari. La credi ilitadelTintervento è però cruciale per la Bce: l'aumento dei tassi a lunga negli ultimi due mesi, considerato eccessivo al l'interno della Bce, potrebbe infatti rientrare, almeno in parte, se la Banca centrale europea riuscirà a far riconoscere legitti ma la propria strategia di con trullo dell inflazione. In tal caso l'effetto del rialzo dei tassi sul l'economia sarà di stimolo anzi che di freno. Il presidente della Banca centrale europea Wim Duisenberg

Persone citate: Banchieri, Carlo Bastatiti, Issing, Otmar Issing, Wim Duisenberg