// velo cattolico di Lietta Tornabuoni

// velo cattolico // velo cattolico Lietta Tornabuoni MA come fanno le suore cattoliche per i documenti d'identità con fotografia? Vengono costrette a togliersi velo e soggolo,vengono obbligate a farsi fotografare a testa nuda? Certamente no:allora non si capisce perché si dovrebbero porre problemi per le donne musulmane con la testa coperta dal velo islamico (non per quelle che si coprono la faccia, naturalmente): e infatti i dirigenti di polizia dicono che non c'è mai stato alcun problema, che da tanti anni le donne musulmane si procurano i documenti senza difficoltà, che è pretestuosa l'origine dichiarata della grande manifestazione islamica di protesta e denuncia organizzata qualche giorno fa a Torino. La faccenda del velo islamico, però, induce a riflettere, come ogni abitudine e costume etnico° religioso? % CfiSeTlb ' delle suore potrà essere definito «il velo cattolico»? Naturalmente c'è un'immensa differenza tra un gruppo minoritario di donne che segue la vocazione e sceglie la pratica dello stato religioso, e tutte le donne alle quali vengono imposti dall'esterno certi abiti e comportamenti. La differenza radicale sta nella libertà o nella costrizione. Salvo questo (e certo non è poco), il criterio che guida il costume delle donne musulmane e delle suore cattoliche non è dissimile. E' l'idea che la femminilità abbia in sé qualcosa di indecente e provocatorio, che i caratteri del sesso femminile debbano essere occultati, che le diverse bellezze donnesche debbano essere nascoste: le —ibe celate dagli abiti ghi,il corpo dissimula¬ to dalle vesti informi, i capelli spariti sotto il velo oppure con la rasatura della testa o con tutt'e due, le labbra e i lineamenti non esaltati dal trucco. E' l'idea che la forma d'una donna debba essere invisibile, forse perché fonte di pensieri lascivi, e possa essere visibile soltanto per il possessore divino o umano, Dio o il marito. Il vestire modesto e il capo coperto, del resto, nel passato anche recente erano imposti dalla Chiesa cattolica a tutte le donne, non soltanto a quelle che avevano scelto la condizione religiosa. Alla Messa o alla processione le dorurejassistevano con la tèsta velata, con abiti più che coprenti e composti: come se la divinità e le sue cerimonie fossero incompatibili non soltanto con le forme femminili belle, attraenti, desiderabili, ma con la femminilità in se stessa che includeva pure le vecchie e le bambine. Oggi usi simili si sono perduti e cancellati, pure la Chiesa cattolica s'è arresa al mutare dei tempi, alla pressione cosmopolita dei turisti, al bisogno di non scoraggiare le fedeli giovani o alla moda; anche le suore debbono lavorare e hanno adottato indumenti più pratici e più somiglianti a quelli di tutte le altre. Ma forse non sarebbe male pensare un po' a queste cose e a noi stessi, prima di far tanto i civilissimi, i superiori e gli spiritosi sulle abitudini altrui.

Luoghi citati: Torino