Uccisero per poche lire: arrestati

Uccisero per poche lire: arrestati Napoli, ai funerali il figlio di 11 anni: «Saremo forti come tu ci hai insegnato» Uccisero per poche lire: arrestati Presi i killer del bigliettaio alla Circumvesuviana Mariella Cirillo NAPOLI Chissà se le parole di Maria li toccheranno al cuore, se alla fine capiranno di aver cancellato una vita per un pugno di banconote. Dall'altare, durante i funerali del bigliettaio della Circumvesuviana ucciso domenica dai rapinatori che volevano l'incasso, ieri la sorella si è rivolta all'assassino: «Pentiti, lo hai ucciso per 200 mila lire appena, pentiti». Poche ore più tardi i carabinieri hanno fermato due giovani con l'accusa di omicidio. La loro storia conferma i sospetti degli investigatori, sicuri fin dal primo momento che ad ammazzare Francesco Primato, 38 anni, moglie e tre figli, fossero stati balordi di periferia, con il cervello bruciato dalla droga e alle spalle una lunga serie di scippi e rapine. Forse si pentiranno davvero, ma per ora Domenico Barba, 27 anni, e Giulio Velluto, di 28, hanno scelto la linea del silenzio. Gli inquirenti sembrano convinti che gli indizi raccolti a loro carico siano sufficienti, anche se ribadiscono l'appello lanciato ad eventuali testimoni del delitto avvenuto nella stazioncina di Boscotrecase. I due pregiudicati fermati ieri erano stati notati nella zona e sono noti a carabinieri e polizia per la sfilza di colpi messi a segno nei Comuni vesuviani e nei confinanti centri in provincia di Salerno. Da lì, da Nocera Inferiore, il paese in cui abitano, Domenico Barba e Giulio Velluto sarebbero arrivati domenica pomeriggio nella stazione della Circuiti, decisi a mettere le mani sull'incasso. Chi abbia affondato il coltello nel petto di Francesco, che aveva inseguito il rapinatore in fuga verso il complice, gli investigatori non lo hanno ancora accertato. Una palpabile sofferenza ha accomunato ieri le oltre 2 mila persone che hanno partecipato ai funerali di Francesco nella parrocchia di Santa Maria a Scafati, il centro del Salernitano dove vive la famiglia, Sull'altare, accanto al sacerdote, si sono alternati il figlio undicenne, la bambina di 9 (il più piccolo, 4 anni, è rimasto con una nonna), la sorella dell'ucciso. Con la voce rotta dal pianto, il ragazzino ha pronunciato parole toccanti: «Papà, saremo forti come tu ci hai insegnato». La figlia, invece, non ce l'ha fatta a parlare ed è scoppiata in lacrime, mentre Maria, la sorella, ha invocato il pentimento degli assassini, tacitando con un gesto chi tra la folla ha urlato: «Bastardi». Nella chiesa c'erano il sindaco di Scafati, Nicola Pesce, che ha proclamato il lutto cittadino, rappresentanti del Comune di Boscotrecase e anche delle squadre di calcio della zona: nel tempo libero il bigliettaio arbitrava infatti partite dei campionati dilettanti. Alla fine i colleghi hanno portato fuori a spalla la bara, alla quale il padre di Francesco Primato si è aggrappato piangendo disperatamente.

Persone citate: Domenico Barba, Francesco Primato, Giulio Velluto, Mariella Cirillo, Nicola Pesce

Luoghi citati: Boscotrecase, Comune Di Boscotrecase, Napoli, Nocera Inferiore, Salerno, Scafati