«Ha già scontato 11 anni, graziatelo» di Giovanni Bianconi
«Ha già scontato 11 anni, graziatelo» Appello del ministro Diliberto al Presidente Ciampi per il fotografo accusato di truffa, falso e ricettazione «Ha già scontato 11 anni, graziatelo» Condannato quarantadue volte per lo stesso reato Giovanni Bianconi ROMA Il ministro della Giustizia Oliviero Diliberto ha proposto al presidente della Repubblica di concedere la grazia ad Adriano Carlesi, il fotografo detenuto da 11 anni e condannato 42 volte per reati sempre uguali o simili, che ha accumulato una pena complessiva di quasi trent'anni di galera. Per risolvere un'ingiustizia apparsa evidente a chiunque se ne sia occupato, il Guardasigilli ha deciso di muoversi autonomamente, e ora la proposta di grazia è sul tavolo di Carlo Azeglio Ciampi. Adesso sarà il Quirinale a decidere, in piena autonomia come stabilisce la Costituzione, ma la mossa di Diliberto è servita a sbloccare una situazione destinata a trascinarsi per chissà quanto tempo ancora. La domanda di grazia, infatti, risale all'aprile del '98, il ministero l'ha ripresa in mano nella primavera di quest'anno chiedendo agli uffici competenti i pareri previsti dalla legge, ma per sei mesi non è arrivato nulla. Quando da Roma è giunto il sollecito per ottenere una risposta, la Procura generale inter- . pellata, quella di Venezia, ha trasmesso gli atti a Firenze, «per competenza»; i magistrati lagunari sostenevano di non essere più loro a dover dare il parere in seguito alla riforma sul giudice unico entrata in vigore il 2 giugno. Un nuovo impasse rischiava così di far arenare la pratica, mentre Carlesi - detenuto a Rebibbia - ha cominciato a luglio uno sciopero della fame che oggi arriva al centesimo giorno. A questo punto dal ministero di via Arenula hanno deciso di cambiare strada, imboccandone un'altra prevista dalla legge: la proposta «d'ufficio», che scavalca i pareri normalmente richiesti, contemplata quando la situazioine giuridica del condannato risulta comunque evidente e ci sono tutti gli elementi per decidere. A Diliberto è quindi giunta una relazione firmata dal direttore generale degli Affari penali e da quello dell'ufficio Grazie, e lui ha a sua volta sottoscritto la proposta girandola al Quirinale. Se Ciampi dovesse aderire alla richiesta del Guardasigilli, Adriano Carlesi potrebbe tornare a casa entro breve tempo. La sua storia occupa da settimane le pagine dei giornali, da quando la moglie Silvana ha cominciato a scrivere agli organi d'informazione e un gruppo di politici - da Luigi Manconi a Piero Milio, a Paolo Cento - ha deciso di occuparsi di questa vicenda dal sapore kafkiano. La sproporzione tra i reati contestati - ricettazione di assegni, truffa, falso - e la pena accumulata (esattamente 29 anni, 11 mesi e 5 giorni) balza agli occhi, così come l'illogicità di non aver applicato la «continuazione»' prevista dal codice per i reati che fanno parte dello stessa condotta, e che fa scattare un'unica condanna aumentata di un terzo. Per ben due volte gli avvocati di Carlesi ne hanno fatto richiesta ai giudici di Venezia, ma la Procura generale ha dato parere contrario e la Corte d'appello s'è adeguata negando la «continuazione». Una prima volta la Cassazione ha annullato il verdetto; contro il secondo «no» pende acnora il ricorso. L'ultima bocciatura risale al 1" luglio, e proprio ieri Carlesi, in una lettera ai quotidiani del gruppo Monti, chiedeva: se la magistratura veneziana non è più competente dal 2 giugno come ha detto nell'istruttoria per la grazia, perché il 1 ° luglio si sono ugualmente pronunciati confermando «graziosamente i trent'anni di pena al sottoscritto?». Da cento giorni, per protesta, Carlesi beve solo caffè e tè con molto zucchero, senza toccare cibo. Lui dice di essere pronto a portare lo sciopero della fame fino alle estreme conseguenze, e nella lettera pubblicata ieri mattina scriveva: «Temo pur- troppo che non potrò assistere ad un'eventuale riconversione sui giusti binari del mio caso...». Carlesi non si dichiara innocen- te per i reati contessi (sostiene di esservi stato costretto dagli usurai) ma ha già scontato 11 anni di galera; ora che la proposta di grazia è finalmente giunta al Quirinale, può forse ricominciare a sperare. . Ha accumulato una pena di tre decenni In cella sta facendo lo sciopero della fame «Ci crederò soltanto quando mio marito entrerà in casa. Le truffe? E' stato vittima degli strozzini» A sinistra: Silvana Carlesi. condannata per concorso morale con il marito, è agli arresti domiciliari perché ammalata di cancro A fianco: Adriano Carlesi.il fotografo detenuto da undici anni. Per lui il ministro della Giustizia Oliviero Diliberto ha chiesto la grazia al Presidente della Repubblica
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