Garzón: estradate Videla di Gian Antonio Orighi

Garzón: estradate Videla Dopo Pinochet, il giudice di Madrid vuole processare i responsabili della dittatura a Buenos Aires Garzón: estradate Videla Ordine di cattura per 98 argentini Gian Antonio Orighi MADRID Un anno dopo il clamoroso man dato di arresto contro l'ex dittatore Pinochet, il gip del «Tribù naie Nazionale» Haltasar Garzón è passato ieri alla seconda fase della sua crociata contro gli ex dittatori latino-americani. Ben 98 mandati di ricerca e cattura per «genocidio, terrorismo e tortura» sono stati spiccati contro lutto il vertice militare della dittatura argentina dal '76 all'83: da Videla a Massera, da Lambruschini a Galtieri. L'ordinanza, 300 pagine raccapriccianti diffuse via Internet da «El Pais», non ha ancora ricevuto risposta dal governo argentino del neopresidente De la Rùa. Ma le «Madri di Plaza de Mayo» sono soddisfatte, Garzón, che in Spagna chiamano ormai il «giustiziere planetario», conclude così le sue indagini iniziate il 10 giugno '96 grazie alle denunce presentate alla sua V sezione penale dalla «Unione progressista dei pimi, dalla «Associazione argentina dei diritti umani di Madrid» e da «Izquierda Unida», il cartello dei comunisti. L'ordinanza ò una minuziosissima ricostruzione di quanto pati l'Argentina per sette, terribili anni. Tra le 30 mila vittime di quella tragedia, ci sono anche 576 spagnoli o figli di spagnoli, li, in virtù di una legge del 1705, il «Tribunale Nazionale» ha competenza per giudicare fatti occorsi ai suoi connazionali anche all'estero. Di qui la richiesta di estradizione in Spagna. Il gip andaluso ripercorre l'intera vicenda, incurante del fatto che l'Argentina abbia già processato tutti i golpisti, li abbia condannati nel dicembre dell'85 (ergastolo a Videla e Massera, 17 anni a Lambruschini, Gualtieri assolto), e poi, con due leggi, li abbia assolti tutti tranne Videla e Massera, ai quali ha però provveduto l'indulto dall'ex presidente Carlos Menem (che patì cinque anni di galera durante la dittatura) nel dicembre del '90. Sono storie già sentite nei processi della «Conadep», la «Commissione Nazionale dei Desaparecidos» creata da Alfonsin nel '76 e presieduta dallo scrittore Ernesto Sabato. Ma il «supergiudice» è intenzionato a fare la storia del diritto penale internazionale, indifferente agli inevitabili problemi diplomatici che sorgeranno tra Madrid e Buenos Aires. «Non possiamo essere i gendarmi del mondo», commentava nell'ottobre scorso il ministro degli Esteri spagnolo Abel Matutes, dopo l'arresto di Pinochet a Londra. L'ordinanza « 19-'97» (sito Internet http:\www.elpais.es\p\d\ temas\argen\auto) lascia a piede libero solo il noto torturatore pentito ed ex capitano della Marina Adolfo Scilingo, l'uomo che nel '96 confessò di aver organizzato i «voli della morte», durante i quali le vittime venivano lanciate nell'Atlantico. L'ex torturatore, che riconobbe di aver personalmente gettato ai pescecani 30 persone, si è recato due anni fa da Garzón per testimoniare. E il gip gli ha riconosciuto la collaborazione, anche se le suo confessioni erano già tutte contenute nel bestseller «El vuelo de la muerte», scritto da Horacio Verbitsky. Il «giustiziere planetario» ripercorre la storia dal 23-3-'76 al 10-10-'83, nel corso della quale «si produsse uno sterminio di massa di cittadini e si impose un terrore generalizzato con morti, sequestri, desaparecidos, tortura inferta con metodi "scientifici", appropriazione e sostituzione di bambini». E prosegue: «Le vittime furono migliaia di persone per tutta l'Argentina e fuori, con l'aiuto di governi affini che applicarono gli stessi metodi, come il Cile di Pinochet, il Paraguay di Stroessner, l'Uruguay, la Bolivia. Il piano, chiamato "Processo di Riorganizzazione Nazionale", faceva parte della "Operazione Condor", una "internazionale del terrore" che fece decine di migliaia di vittime». L'ordinanza ricorda l'orrore di torture come il «rectoscopio» e il particolare accanimento del generale Jorge Rafael Videla, dell'ammiraglio Emilio Eduardo Massera, dell'ammiraglio Armando Lambruschini e del generale Leopoldo Fortunato Galtieri contro gli argentini di ascendenza ebraica. Garzón conclude la sua sterminata arringa scritta ricordando che genocidio, terrorismo e tortura sono reati che non cadono in predizione. Si dimentica però di dire che la storia la fanno i popoli e i loro governi, non un gip straniero. Furono vittime delle Giunte militari al potere dal 76 all'83 quasi 600 spagnoli Un'ordinanza lunga trecento pagine L'ammiraglio Emilio Massera e il dittatore argentino Jorge Videla durante una cerimonia nel 1979 Nella foto grande il giudice spagnolo Baltasar Garzón che in Spagna ornai chiamano «il giustiziere planetario»