Asinelio, il rebus delle tessere di Fabio Martini
Asinelio, il rebus delle tessere CHIUSA LA CAMPAGNA IN VISTA DEL CONGRESSO «MA SU QUESTI DATI SIAMO PERPLESSI» Asinelio, il rebus delle tessere Boom di iscritti E metà tifano per Di Pietro retroscena Fabio Martini ROMA ILLE, duemila, cinquemila, diecimila... Negli [ultimi dieci giorni gli addetti al «tesseramento» dell'Asinelio hanno sgranato gli occhi: di ora in ora lo domande di iscrizione ai Democratici lievita vano impetuosamente. Il 31 ottobre ora l'ultimo giorno por potersi iscrivere e in altri tempi questo boom di tesserati in «zona Cesarini» avrebbe autorizzato sapido ironie su pacchetti di tessero, «animo morte», nonni e bisnonni iscritti senza saperlo. Tre giorni fa, sia pure nel massimo riserbo, si è chiusa la campagna di «tesseramento» dei Democratici, prima tappa di una sorta di congresso dell'Asinelio, al termine del quale sarà elotto il vertice del movimento fondato da Romano Prodi. E se i giochi sono ampiamente consumati per la «poltronissima» del movimento, una certa suspense divide le sorti delle arce dell'Asinelio, che negli ultimi giorni sono diventate addirittura quattro: oltre ai dipietristi, al drappello di amministratori raccolti attorno al duo Rutelli-Bianco, ai prodiani di Parisi e della Magistrelli, ora c'è anche la corrente «neo giustizialista» di Elio Veltri che si candida a fare l'opposizione interna. E' quasi scontato che ai primi di gennaio del Duemila, l'Assemblea delle Regioni eleggerà presidente dei Democratici il profes- sor Arturo Parisi (ora è vicepresidente), ma la vera novità spunterà nell'esecutivo e dunque nelle scelte di tutti i giorni: Antonio Di Pietro e i suoi conteranno più di oggi. Certo, soltanto i congressi provinciali, in programma da metà novembre, potranno confermare l'illazione che circola in queste ore: circa la metà degli aderenti tifa Di Pietro. Ed è proprio alla luce di questo congresso sotto traccia, che si può rileggere la clamorosa autoesclusione di Antonio Di Pietro: «Io al governo? Preferisco dedicarmi alla famiglia e all'organizzazione del movimento...». Quanti siano alla fine gli iscritti all'Asinelio, ieri sera nessuno dei big era in grado di dirlo. Un dato ufficioso parla di 55-60.000 iscritti, ma qualcosa di più sicuro si potrà sapere soltanto domani quando dovrebbe concludersi il su¬ perlavoro cui è stato sottoposto il «cervellone» dell'Asinelio: stamattina saranno infatti attivate 15 nuove postazioni elettroniche per immagazzinare la raffica di nuovi iscritti dell'ultima ora, che come tutti gli altri non riceveranno una vera e propria tessera dell'Asinelio, ma un attestato dell'adesione. E proprio il boom di iscritti negli ultimi dieci giorni ha sollevato qualche sospetto: «Le corse dell'ultimo minuto non sono mai un buon segno dice l'ex senatore Pietro Giurickovic, ora uomo di fiducia di Di Pietro a Milano -. Non vorrei che qua e là si fosse fatto ricorso a metodi antichi, al reclutamento di nipoti e cognati...». Insomma, gli iscritti all'Asinelio non sono tutti veri? «Io spero di sì - dice Renato Cambursano, deputato di Chivasso -, alcune cose andranno verificate, ma non modificheranno il dato di fondo: considerando il tempo ristretto e l'assenza di iniziative mass-mediologiche, 50-60.000 adesioni rappresentano un risultato enorme». E in effetti qualche, eventuale iscritto inconsapevole non cancella un dato di adesioni che per dirla con Willer Bordon «porrebbe l'Asinelio in una posizione di assoluto rilievo: soltanto Ds, An, Forza Italia, Ppi con tanti anni alle spalle e qualche interrogativo sull'effettività degli iscritti, possono contare più adesioni di noi». Nelle prossime ore il gioco di società dei big dell'Asinelio sarà quello di «spuntare» i dati regione per regione, cercare di capire come mai l'Emilia di Prodi, Parisi, La Forgia - che si sono sostanzialmente disinteressati alla questione-tessere - conti la metà degli iscritti della Campania o del Lazio del sindaco Rutelli e dell'imprenditore Raffaello Fellah, legato al mondo «cielli no» romano, un tempo vicino a Vittorio Sbardella. Per il momento i dirigenti dell'Asinelio si preoccupano soltanto di propalare l'immagi ne di un partito unito sui temi della Grande Politica: «Sulle elezioni anticipate - spiega il coordinatore Willer Bordon nella sostanza la posizione di Parisi e Di Pietro è identica, sia pure con accenti diversi. E in più si può aggiungere un altra riflessione: se qualcuno tradu cesse le ultime dichiarazioni del presidente del Consiglio come l'indisponibilità ad un nuovo governo, a limitarsi ad un rimpasto, beh noi tutti diciamo: basta con le meline». Si parla di quasi 60mila adesioni WMa i Democratici sono dubbiosi e temono siano stati reclutati «anche nonni, bisnonni e nipoti» W^^S^ Qui accanto: Willer Bordon Nella foto grande: Antonio DI Pietro e II vicepresidente del movimento Arturo Parisi
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