E Bertinotti ha nostalgia di Nenni di Pietro Nenni

E Bertinotti ha nostalgia di Nenni Rimpiange il centrosinistra del '63 che nazionalizzò l'energia elettrica E Bertinotti ha nostalgia di Nenni Pierluigi Battista li A sinistra perennemente sull'orlo di una crisi Idi nostalgia rischia di convalidare un vecchio e trito luogo comune: quello secondo cui si stava meglio quando si stava peggio. F"austo Bertinotti, per esempio, che fa? Intervenendo alla presentazione della nuova «Rivista del manifesto» non perde occasione per contrapporre la vita grama dell'oggi alla luminosa condizione di ieri. E mentre l'Enel veleggia in Borsa, mentre milioni di risparmiatori si accalcano disordinatamente alla festa dell'investimento finanziario facile facile, Bertinotti rimpiange il governo di centro-sinistra del '63, a suo dire «incomparabilmente» più a sinistra di quello attuale e che l'energia elettrica, anziché metterla sul mercato, la nazionalizzava e basta. «Quel centro-sinistra aveva a che fare con una politica riformista che andava criticata anche per il pericolo di integrazione che c'era in quel tempo di nascita della società dei consumi, questo centro- E B sinistra ha una politica moderata», aggiunge e spiega Bertinotti. Il centro-sinistra del vicino, tanto per cambiare, è sempre il più bello. Peccalo però che la stessa sinistra «antagonista» che oggi accusa la sinistra «moderata» di essere poco di sinistra, scatenò contro il centrosinistra originario che procedeva alla nazionalizzazione dell'energia elettrica una crociata che non si arrestò nemmeno di fronte alla scissione della famiglia socialista di Pietro Nenni con la nascita dello Psiup. Questo sul versante del massimalismo socialista, che considerava il «riformismo» una parolaccia. Ma anche nel campo comunista, fu proprio la corrente di sinistra del Pei dalla cui costola si sarebbe poi formato il gruppo del «Manifesto» a teorizzare una contrapposizione durissima al centro-sinistra proprio negli anni in cui, in pieno centro-sini¬ stra, la «destra» comunista di Amendola, allora in polemica contro la sinistra ingraiana, parlava addirittura di partito unico della sinistra e rifiutava la rottura con i socialisti al governo con la De. Del resto, proprio nel giorno del rimpianto bertinottiano per il centro-sinistra «riformista» di ieri contraopposto a quello soltanto «moderato» di oggi, sul quotidiano // manifesto Rossana Rossanda propone un nuovo capitolo nostalgico alla sinistra nel rimpianto dell'«italiano medio» che fino a dieci anni fa «puntava essenzialmente su un lavoro, un salario o stipendio, una pensione, in ciò simile al metalmeccanico» e che invece adesso si fa abbacinare dalle luci abbaglianti del gioco di Borsa: «Alle soglie del Duemila almeno due terzi degli italiani sono convinti che il mercato non è più cosa dei padroni, ma anche loro. O meglio delle loro famiglie, nni perché il portafoglio azionario è familiare, la famiglia non è più soltanto unità di consumo ma soggetto di investimento». Dunque se per Bertinotti il centro-sinistra di ieri, pur aspramente combattuto quando era in vita, è comunque meglio di quello di oggi che privatizza l'Enel e cede al mercato quote di economia statizzata, per Rossanda è l'«italiano medio» ad essere peggiorato, mercatodipendente tutto casa e Borsa che si muove soltanto per acquistare azioni dell'Enel messe in vendita da un «centrosinistra che ha sicuramente accelerato il processo». Anche la privatizzazione dell'Enel e la febbre borsistica dei risparmiatori italiani creano insomma tensioni e malumori tra le «due sinistre». Nenni, dice Bertinotti, «realizzò la nazionalizzazione dell'industria elettrica come momento di modernizzazione». Chi l'avrebbe detto, a quasi quarant'anni di distanza, che sarebbe stata riabilitata nell'estrema sinistra la «stanza dei bottoni» di Pietro Nenni.