Muro contro muro sulla parila scolastica
Muro contro muro sulla parila scolastica «Prove di dialogo» tra Forza Italia e Ppi. Il Polo insiste: bonus già nella legge finanziaria Muro contro muro sulla parila scolastica D'Menta: difendo l'istruzione pubblica, non togliamole risorse Mario Tortello La maggioranza torna a dividersi sulla questiono della parità scolastica, segnando una nuova spaccatura fra laici e cattolici. Dietro l'eco delle parole del Papa, la questione mette a dura prova l'equilibrio instabile del centrosinistra, fino a lambire il percorso della Finanziaria per il 2000 e a agitare sullo sfondo il fantasma di quel fronte trasversale già collaudato con le norme sulla fecondazione assistita. Massimo D'Alema, presidente del Consiglio, mette le mani avanti: «Guai se qualcuno volesse sottrarre risorse alla scuola pubblica. Tutto il confronto si concentra sul diritto, che va comunque garantito, di quei pochi che vanno alla scuola privata. Ma il dibattito dimentica il 95 per cento dei ragazzi italiani che hanno diritto ad una scuola pubblica di buon livello», li ammonisce: la Costituzione prevede «una scuola privata libera», ma «senza oneri per lo Stato». Con il presidente del Consiglio si schierano Ds, socialisti, repubblicani, Verdi e Comunisti italiani. Un punto di equilibrio e già stato trovato, dicono in sintesi; perciò, la legge che martedì va in discussione alla Camera non si cambia. Mentre il Ppi (ma anche Rinnovamento italiano, l'Udeur di Mastella, Francesco Cossiga e, dall'opposizione, i Leghisti) torna a sostenere la necessità di modifiche anche profonde: «Noi popolari - spiega il segretario Pierluigi Castagnetti - sosteniamo il testo sulla parità scolastica, ma proponiamo anche al vertice della maggioranza una soluzione più avanzata, così come accade già in Paesi europei come la Francia, la Germania e l'Olanda relativa al sostegno di alcuni oneri da parte dello Stato». Sul fronte opposto, il Polo rilancia la proposta di un bonus alle famiglie per scegliere fra scuola pubblica e privata. Forza Italia, Ccd e Cdu propongono una linea comune a tutti i partiti che fanno capo ai Popolari europei. An va oltre, sollecitando una modifica costituzionale. Azzurri in testa, il centrodestra cerca di mettere in difficoltà il Ppi; ma, in realtà, paiono affiorare «prove di dialogo» nello schieramento di Centro, in particolare tra Forza Italia e Popolari. Berlusconi sottolinea «l'imbarazzo del Ppi», ma aggiunge: «Il buono scuola alle famiglie resta la via maestra per una vera parità; con i Popolari siamo pronti a un confronto sereno in Parlamento». Replica Castagnetti: il disegno di legge concordato dalla maggioranza rappresenta comunque «un risultato», un «obiettivo storico su cui si può lavorare senza mettere a rischio un'approvazione rapida e costituzionalmente corretta del prov¬ vedimento». Frecciata numero due: il provvedimento voluto dal governo e votato dalle forze che sostengono D'Alema mettono a disposizione delle scuole non statali «risorse finanziarie come mai prima d'ora era successo e in misura sei volte superiore a quelle stanziate dal governo del Cavaliere». Tuttavia, osserva ancora Castagneti, il testo in discussione può essere migliorato «nel rispetto pieno deldettato costituzionale» e il Ppi «non si sente a disagio nella politica del centrosinistra». Di dialogo al centro, parla anche l'Udeur, ma escludendo il Polo e proponendo, con il capogruppo al Senato Roberto Napoli, un incontro con Ppi, Rinnovamento e il ministro della Pubblica istruzione Luigi Berlinguer. Il riesplodere della polemica mette comunque in allarme i laici della coalizione, come documentano gli aut aut del socialista Enrico Boselli e quello del Pdci. Il numero uno dello Sdi definisce la discussione sulla parità «una questione chiusa»; in caso contrario chiederà l'abrogazione del Concordato. Cossutta va oltre: «Siamo giunti a un limite non superabile». Più diplomaticamente il Pri di Giorgio La Malfa parla del disegno di legge come di «un punto di equlibrio sufficientemente avanzato»; mentre i Verdi, con Alfonso Pecoraro Scanio e Raffa¬ ello Cortiana, ipotizzano il ricorso al referendum «se dovesse prevalere il tentativo di accaparramento di risorse pubbliche per la scuola privata». I Democratici di Prodi provano a fare i pontieri: bisogna andare avanti, garantendo un'effettiva libertà di scelta alle famiglie. Ma di fatto è tutto pare rinviato alla settimana prassi- ma, quando la commissione Cui- tura della Camera dovrebbe co- minciare a votare gli emenda- menti al disegno di legge sulla parità. E' molto probabile che, prima della scadenza, venga convocata una riunione di mag- gioranza. E i nodi verranno al pettine. Il Premier Massimo D'Alema: «Non dimentichiamo il 95 per cento degli allievi che frequenta la scuola pubblica»
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