Gommone sugli scogli, muoiono in quattro

Gommone sugli scogli, muoiono in quattro L'imbarcazione si è rovesciata all'alba forse per la velocità: una decina i dandestini soccorsi e salvati Gommone sugli scogli, muoiono in quattro Dramma a Brindisi: tra le vittime c'è anche uno scafista Sandro Tarantino BRINDISI Sul gommone c'erano ragazze moldave, tutte minorenni. Dovevano raggiungere la Puglia e poi chissà. Forse una tratta delle bianche, un lungo e pericoloso viaggio verso una vita di prostituzione e di ricatti. Il gommone è affondato all'ingresso del porto di Brindisi dopo avere urtato violentemente sugli scogli. C'era una secca, lo scafista non se n'è accorto. Quattro morti, fra cui uno scafista, dieci superstiti, almeno 11 dispersi: potrebbero essere finiti in fondo al mare o, raggiunta la spiaggia a nuoto, sono fuggiti. Le ricerche, nelle quali sono stati impegnati Capitaneria di porto, polizia, sommozzatori' dei vigili del fuoco e Guardia di finanza, sono state sospese in serata per il buio e il mare forza quattro che rendevano difficoltoso il lavoro delle motovedette. Riprenderanno stamane. La tragedia è avvenuta all'alba di ieri, quando il gommone si è avventurato nella secca di Torre Cavallo. L'imbarcazione si è rovesciata. Sono stati ripescati i corpi di due uomini albanese e di due ragazze moldave. In otto si sono salvati, nuotando fino a riva e sono stati soccorsi sulla spiagga delle Saline. Altri due hanno trovato un appiglio nel relitto di un motopeschereccio affondato nel marzo del '91. Sono sette uomini e una donna albanese, due ragazze moldave. Si pensa che sul gommone vi fossero 25 persone, sicché mancherebbero all'appello in 11, annegati o probabilmente riusciti a raggiungere terra e a a scappare. Nessuna traccia dell'altro scafista: erano in due. Partito da Durazzo, il gommone aveva viaggiato ad altissima velocità profittando del mare calmo. «Abbiamo pagato mille dollari» racconta parlando quel po' di italiano che conosce, una ragazza moldava. Racconta che il motore si è fermato e che sono tutti finiti in acqua. L'incidente è avvenuto a circa duecento metri dall'ingresso nel porto brindisino. Lo scafista non si è accorto della secca, non è riuscito ad evitare lo scoglio. Il gommone si è ribaltato. Un pescatore dilettante si è accorto, ha lanciato l'allarme, ma quando le motovedette sono arrivate la tragedia era compiuta. Solo 24 ore prima un marocchino era morto a Otranto dopo essere stato gettato in acqua dagli scafisti insieme con altri 39 clandestini. Tragedie frequenti, dal naufragio di una imbarcazione albanese a Otranto nel dicembre del '92 (due morti, undici dispersi), al clamoroso affondamento della Kater I Rades dopo la collisione con la corvetta italiana Sibilla (28 marzo '97, 56 morti) passando per decine di altri episodi, alcuni noti, altri passati inosservati. Non c'è notte senza sbarchi, e anche ieri nel Salento sono arrivati in 150, iracheni, turchi, albanesi. Clandestini sono stati fermati nella stazione di Monopoli (Bari), nel porto di Bari. Almeno venti gommoni al giorno partono dalle coste albanesi. Negli ultimi giorni alcuni bambini senza genitori, ultimi casi che alimentano i sospetti di traffico di minori, di adozioni illegali. Il commercio di donne da mettere sul marciapiede non è un sospetto, è una certezza, e lo conferma uno degli investigatori maggiormente impegnati sul fronte-Albania, il magistrato antimafia Ca¬ taldo Motta. «I clan albanesi dice - sono interessati alla gestione del traffico di ragazze dell'Est». Nel mare dei profughi passa di tutto. Droga, sigarette e armi, disperati e criminali, bambini e ragazzine portate in Italia per essere vendute sul marciapiede. Poco o nulla resta in Puglia, terra si passaggio. Chi arriva in Italia, va al Nord. Oppure viaggia da Sud a Nord per andare all'estero. L'arcivescovo di Lecce, monsignor Cosmo Francesco Ruppi, lancia ancora una volta lo stesso appello dicendo che bisogna concentrare «gli interventi in Albania, alla partenza, con rapidità ed efficacia richiedendo alle autorità di Tirana di bloccare gli scafisti». C'è qualcosa che incora non funziona e il ministro dell'interno Rosa Russo Jervolino ha deciso di inviare in Albania, domani, il suo sottosegretario Alberto Maritati, che di Albania si è già occupato quando ricopriva l'incarico di procuratore aggiunto della Procura nazionale antimafia. Ma l'emergenza non può nascere dall'ultimo naufragio. L'emergenza, in Puglia, si vive ogni notte. Il timoniere non si è accorto di una secca Trasportava ragazze moldave, tutte minorenni, forse da avviare alla prostituzione Una sopravvissuta: «Abbiamo pagato mille dollari per il viaggio. A un certo punto il motore si è fermato, siamo finiti tutti in acqua»

Persone citate: Alberto Maritati, Francesco Ruppi, Motta, Rosa Russo Jervolino, Sandro Tarantino, Torre Cavallo