Strade sicure, campagna choc a Parigi di Enrico Benedetto

Strade sicure, campagna choc a Parigi L'iniziativa di fronte all'inarrestabile impennata degli incidenti d'auto Strade sicure, campagna choc a Parigi Invalidi ai caselli: «Attenti, potreste finire come noi» Enrico Benedetto corrispondenle da PARIGI Sono le vittime, in carne e ossa, i testimonial d'una rivoluzionaria campagna sulla prevenzione stradalo. Te le trovi dinnanzi al casello. E sulle prime, l'automobilista non capisce. In genere, il volantinaggio sulle misure di sicurezza (distanze regolamentari, pause nei lunghi percorsi, controlli tecnici, occhio agli abusi alcolici...) lo fanno i gendarmi. Ma farsi abbordare da uomini e donne con handicap talora vistosi che ti dicono «Guardi che mi è successo per un'infrazione! E poteva andare peggio», costituisce un vero choc. L'iniziativa sarà discutibile, ma pochi osano contestarne l'efficacia. Lanciandola nella tre giorni di Ognissanti, Parigi colpisce duro. Già il pellegrinaggio automobilistico verso i cimiteri non induce all'alle¬ gria, e neppure le prime nebbie. Aggiungiamoci un handicappato che ti spiega: «Ero come Lei, ma adesso...». Eppure il Paese ha bisogno di segnali forti. Malgrado i miliardi spesi per urgmare il fenomeno, nella graduatoria europea la Francia è quasi maglia nera per gli incidenti mortali. Sott'accusa, in specie, l'acceleratore facile. Sono vent'anni che il codice fissa nei 130 km orari una soglia invalicabile, ma i francesi parrebbero dimenticarselo volentieri. Anzi, un periodico di automobilismo sportivo assai diffuso tra i giovani si batte per depenalizzare gli eccessi. «La velocità è un capro espiatorio», denuncia. Per chi non avesse compreso bene, ecco il reportage sulla Parigi-Lione in Porsche. Media: 206 km orari, con punte che sfiorano i 300. E una provocazione., beninteso, ma contagiosa. Le autorità la defi¬ niscono senza mezzi termini «criminale». Incontrare sulla strada uomini e donne che pagano un attimo d'imprudenza (spesso altrui) con dolorose menomazioni, disincentiva al contrario gli abusi. Anche sul fronte alcool, peraltro, Parigi usa ormai immagini finora tabù. Ma senza coinvolgere i protagonisti di episodi veri. Negli spot c'è, ad esempio, una festicciola tra amici dove il vino e la birra scorrono in abbondanza. Stacco, e poi il rumore del crash. Violenza eccessiva? Bisogna aggredire per spuntarla, dicono al ministero. Gli invalidi - una piccola campionatura - prestatisi per l'esperienza pilota non riceveranno compensi particolari. La loro è una semplice testimonianza. «Vogliamo smascherare - dicono - la "tragica fatalità", comodo alibi per negligenze intollerabili».

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