In crisi la «fabbrica dei maestri »

In crisi la «fabbrica dei maestri » Disertati i nuovi corsi di laurea per docenti delle materne ed elementari In crisi la «fabbrica dei maestri » Cattedre vuote, ma poche matricole Mario Tortello Il posto di lavoro 6 sicuro; l'assunzione (quasi) garantita. Ministero della Pubblica Istruzione e ministero dell'Università calcolano che - dopo il 2002 - vi sarà bisogno di almeno 7400 nuovi maestri laureati, per rimpiazzare i colleghi che andranno in pensione; altri 7450 dall'anno successivo. La scuola italiana, anche riformata, torna a essere occasione di occupazione per le nuove leve, ma la prospettiva del posto fisso pare non entusiasmare le giovani matricole: corrono in massa a intasare corsi di laurea .sovraffollati, come medicina o psicologia, e disertano quello in Scienze della formazione primaria, nonostante il fatto che le possibili cattedre siano già state programmate e promesse dal «datore di lavoro». Sono ventisei le sedi universitarie che, dallo scorso anno, accolgonogli aspiranti maestri di scuola materna ed elementare. Da Aosta a Palermo; da Torino a Trieste, da Napoli a Salerno: Ma nel '98-99, su 7400 posti disponibili, ne sono stati occupati solo 4150. Quest'anno, su 7450, le matricole sarebbero poco più di 3 mila. Come ricordava Luciano Guerzoni, sottosegretario all'Università, commentando i dati relativi alla prima tornata, tra quattro anni probabilmente non avremo laureati a sufficienza per coprire i posti vacanti. Per diversi motivi: le cifre stabilite dai ministeri sarebbero sottostimate per ragioni prudenziali; complessivamente, le iscrizioni si sono ulteriormente ridotte; non tutti gli studenti arrivano alla laurea e, soprattutto, terminano gli studi nei tempi regolari. Dunque, appena aperta, la «fabbrica dei maestri» entra in crisi. E già si parla di nuovi cambiamenti. Osserva il pedagogista Cesare Scurati, sulla rivista Vita scolastica: «Un corso di laurea del tutto necessario, ma arrivato tardi e già impigliato nelle spire dei cambiamenti che stanno investendo il sistema scolastico: le innovazioni che riguarderanno l'Università e la modifica dei cicli di istruzione». Domani, il ministro dell'Università Ortensio Zecchino presenta la bozza di riforma generale dell'istruzione universitaria e tutto pare rimesso in discussione. C'è chi teme passi indietro: solo un diploma triennale per i maestri della materna; un ulteriore anno di specializzazione per chi aspira all'insegnamento nelle elementari; due ulteriori anni (cinque in tutto) per i futuri professori. «Ipotesi che mal si accordano, fra l'altro, con il progetto di riordino dei cicli, il cui fulcro è la continuità educativa dai tre ai tredici anni - osserva Giorgio Chiosso, Università di Torino, direttore di Scuola italiana moderna -. Una gerarchizzazione improponibile. Non si può accettare il principio che la formazione del personale docente, anche se spostata a livello universitario, continui a essere direttamente proporzionale al livello scolastico di spendibilità del titolo». Così, alcuni dei più bei nomi della pedagogia italiana hanno firmato una «carta» alla quale occorrerebbe ispirare il riordino della formazione dei docenti. Nella scuola di base rinnovata non ci dovrebbe più essere la distinzione tra maestri e professori. Fino ai 13 anni, la preparazione degli insegnanti dovrebbe prevedere una base comune e un successivo percorso attento «alle abilitazioni specifiche riferite ai diversi livelli di sviluppo dell'età evolutiva». Firmatari, tra gli altri: Benedetto Vertecchi (Roma), Franco Frabboni (Bologna), Giuseppe Vico (Milano), Giorgio Chiosso (Torino), Luciano Corredini (Roma), Serenella Macchietti (SienaArezzo), Giovanni Genovesi (Ferrara), Giuseppe Bertagna (Bolo¬ gna), Luciano Galliani (Padova). Una posizione che trova il consenso dei direttori dei nuovi corsi universitari post-laurea che abilitano all'insegnamento nelle attuali medie e superiori. «Per ciò che concerne la scuola di base scrivono fra gli altri Tullio De Mauro e Clotilde Pontecorvo, aderendo al documento del Concured, la Conferenza nazionale dei centri universitari di ricerca educativa e didattica, predisposto da Giunio Luzzatto - è evidente che il carattere unitario di essa implica un livello di formazione identico dei relativi insegnanti». Ma il futuro della preparazione universitaria dei docenti resta più incerto che mai. Affollate medicina psicologia; fra 4 anni impossibile coprire i posti vacanti CORSO 01 LAUREA IN SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA dati relativi agli a.a. 1998-1999 e 1999-2000 (provvisori aggiornati al 12-10-1999) Data ultimo aggiornamento 12-10-1999 Fonte: MURSTTUfflclo di Statistica JBa& 1998-1999 1999 - 2000 ., .^Wffif **** • **** 1999 - 2000 ... 1 \ -::■/>'., . i AOSTA 25 25 25 In com NAPOLI 550 350 S50 286 BARI 500 158 500 155 PADOVA 400 221 400 163 BOLOGNA 440 193 660 135 PALERMO 580 229 580 191 MODENA - REGGIO 220 142 v. Bologna 67 PERUGIA 150 94 150 41 BOLZANO 175 III 175 73 POTENZA 120 119 120 142 CAGLIARI 240 110 240 123 ROMA III 250 211 250 250 CAMPOBASSO 90 76 90 III ROMA - LUMSA 200 24 200 COSENZA 250 287 250 211 SALERNO 550 225 550 FIRENZE 250 176 250 158 TORINO 300 207 350 279 GENOVA 150 79 ISO • 103 TRIESTE 180 65 180 23 L'AQUILA 200 129 200 31 UDINE 180 171 180 91 MACERATA 200 238 200 165 URBINO 200 107 200 40 milano 600 eo 600 68 fflffffjfti fm^ 1 =|MMt*IW^WIIt^^ 1 »l«la—tL Mi ^| «flrffflfnTTnTTi MILANO - BICOCCA 400 266 400 . 242 Percentuali 100 56,1 100