Pasta e risotto, nuovo menu giapponese di Roberto Ippolito
Pasta e risotto, nuovo menu giapponese Un piatto tricolore servito al fratello dell'imperatore durante una cerimonia. Battuto il primato dei francesi, anche la popolazione cambia dieta Pasta e risotto, nuovo menu giapponese Record di ristoranti italiani, i cuochi vanno a scuola di cucina mediterranea Roberto Ippolito inviato a TOKYO Il principe Hitachi, fratello dell'imperatore, è seduto a tavola. Si trova a pochi passi da un tempio shintoista nella Meiji Hall, una grande sala da banchetti. In un'atmosfera rarefatta, partecipa alla cena di chiusura della cerimonia del Premium Imperiale, una specie di Nobel delle arti giapponese. E gusta il «rizolto», ovverol'italianissimo risotto il cui nome ò stato trascritto sul menu ufficiale con un piccolo errore. Errore che nulla loglio all'evento: in un'occasione solenne, a Tokyo, un piallo italiano esordisce fra le portate. Sorpresa? Fino a un certo punto. I giapponesi hanno scoperto la cucina italiana, vanno matti per spaghetti e pizza, olio e pomodori. «In Giappone i ristoranti italiani hanno ormai superato come numero quelli francesi» garantisce Yoshihiko Saeki, vicepresidente dell'organizzazione per il commercio estero Jetro, nel corso del discorso ufficiale pronunciato alla riunione dell'Italy Japan Business Group (il comitato per le relazioni economiche fra i due paesi). La svolta è clamorosa, come racconta Keiichi Kondoh', presidente di un istituto di ricerche strategiche Internazionali e collaboratore dell'ex pruno ministro Yasuhiro Nakasone: «Tradizionalmente la gastronomia cinese era l'alternativa a quella nazionale, poi ha prevalso quella francese. Ma la cucina francese è rimasta riservata alla sola classe alta. Ed è stata soppiantala da quella italia¬ na, amata dai giapponesi perché leggera e salubre». Nel passato, salvo la breve e lontana esperienza di Pietro Migliore, cominciata nel 1854 nel Nord del Paese, il cibo italiano è rimasto sconosciuto in Giappone. All'inizio degli anni Settanta c'(;rano solo duo ristoranti italiani a Tokyo e uno a Osaka. «Poi il boom è cominciato con l'arrivo di Sabatini e dell'Enoteca Pinchiorri» racconta Kondoh. «E ora sono settemila i ristorami italiani in Giapponi!» calcola Shigeru Hayashi, direttore della divisione vino del colosso alimentare Suntory. In vista di «Italia in Giappone 2001», una serie di manifestazioni che spaziano dalla cultura all'economia, è cominciata la corea di tutte le regioni italiano per realizzare uno stand e proporre i propri piatti tipici, come rivela il segretario del comitato organizzatore Umberto Donati. L'avanzata della cucina italiana sembra inarrestabile: «Molli ristoranti francesi si stanno riconvertendo diventando italiani» spiega Hayashi. Fra questi un locale dell'Imperiai Hotel: finita la gestione francese, ora si chiama Cicerone. I fans della dieta Mediterranea sono rintracciabili in tutti gli strali della popolazione. «Io conosco quasi tutti i ristoranti italiani» si vanta Toshimitsu Motegi, viceministro dell'Industria. La ricetta vincente della cucina italiana rispetto a quella francese, sostiene Kondoh, è il binomio «qualità e prezzi accessibili, visto che la pasta e la pizza sono più alla portata di tutti». Domenico Cantatore, titolare del ristorante Colosseo a Osaka, è uno dei protagonisti dell'invasione degli spaghetti: «Non faccio in tempo a fare gli ordini al pastificio Divella che ho già finito le provviste». Cantatore spiega cosi il successo tricolore: «Molti ingredienti di base dell'alimentazione giappo¬ nese e di quella italiana, come il riso e i legumi, sono uguali, dal momento che i due Paesi si assomigliano peri prodotti e per la cui.formazione, con montagne al centro e mare ai lati». Gli stessi giapponesi vogliono approfittare del trionfo della pasta. In tanti partono per Verona e Costigliole d'Asti per partecipare a corsi di cuochi. I migliori cuochi giapponesi «laureati» alla scuola di Costigliole d'Asti saranno presentati il 24 novembre a Tokyo: si esibiranno nella preparazione del risotto. Il Giappone e stato conquistato dalla cucina dei ristoranti italiani
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