Wojtyla ricuce lo «strappo» di Lutero
Wojtyla ricuce lo «strappo» di Lutero La firma ad Augusta, da dove partì lo scisma. Giovanni Paolo II: «E' una pietra miliare» Wojtyla ricuce lo «strappo» di Lutero Dichiarazione comunefra le Chiese dopo 482 anni di anatemi Luca Tornasi CITTA' DEL VATICANO «Una pietra miliare»: così alle 12 di ieri, parlando ai fedeli in Piazza San Pietro, Giovanni Paolo II ha definito la firma, avvenuta 40 minuti prima ad Augusta, della «Dichiarazione comune» cattolico-luterana che mette fine alle scomuniche di 482 anni fa. Anche la data del 31 ottobre e il luogo in cui è avvenuta la firma hanno un valore altamente simbolico: per i luterani infatti è la loro festa, in quanto il 31 ottobre del 1530 con la «Confessio Augustana», solennemente proclamata nella città tedesca, si solennizzava in 95 tesi lo strappo da Roma. Da ieri la rottura è meno drammatica, almeno sul principale pomo della discordia teologica, appunto laflottrina della «giustificazione». Nella Chiesa di S. Anna, nella città tedesca, il cardinale australiano Ca'ssidy, presidente del Pontificio consiglio per l'unità dei cristiani, e il presidente della Federazione luterana, il vescovo Christian Kraus, hanno firmato la riconciliazione. Della Federazione Luterana fanno parte oggi 105 chiese in tutto il mondo, cui appartengono 55 milioni di battezzati. Legittima dunque la soddisfazione del Papa, che vede arrivare a compimento un processo di dialogo cominciato nel 1980. «Pietra miliare sulla strada non facile» per arrivare alla piena unità, ha osservato Giovanni Paolo II. E ha aggiunto che si tratta di una «significativa risposta alla volontà di Cristo che prima della sua Passione pregò il Padre perché i suoi discepoli fossero una cosa sola». Ma Giovanni Paolo II non ha nascosto un altro motivo di soddisfazione, legato a uno dei temi ricorrenti del pontificato: con questa firma i cristiani possono «presentarsi al Giubileo se non del tutto uniti almeno più pronti a superare le divisioni del primo millennio», lasciando da parte gli «spettri del passato» e le «memorie dolorose della separazione». La «giustificazione» riguarda una questione teologica stratificatasi nei secoli in scomuniche reciproche e dunque non per caso ci sono voluti quasi venti anni per smussare gli angoli, superando sia le resistenze teoriche che l'opposizio- ne dei settori più intransigenti delle due confessioni. Per Lutero, la «giustificazione per sola fede» significava che solo grazie all'azione di Dio i credenti sono salvati e chiamati a una vita nuova; in questo modo il monaco riformatore negava ogni valore alle opere come condizione per la giustificazione. I cattolici, pur ritenendo anch'essi che la salvezza proviene solo da Cristo, insistevano e insistono sulla necessità delle opere come risposta al dono di Dio. Il Concilio di Trento mise a punto la dottrina cattolica sulla «giustificazione» in risposta al luteranesimo, approfondendo il solco tra le confessioni. .. Ora questa differenza non esiste più. Il paragrafo 15 della «Dichiarazione» così indica il superamento della diatriba: «Insieme confessiamo che soltanto per grazia e nella fede nell'opera salvifica di Cristo, e non in base ai nostri meriti, noi siamo accettati da Dio e riceviamo lo Spirito Santo, il quale rinnova i nostri cuori, ci abilita e ci chiama a compiere le buone opere». In un documento allegato di chiarificazione, inoltre, cattolici e luterani cancellano le reci¬ proche scomuniche del passato, ma riconoscono che il dialogo deve ancora proseguire perché restano altri punti di disaccordo, anche se meno profondi di questo: l'autorità del Papa, i sacramenti (per i luterani sono fondati nel Vangelo solo battesimo ed eucarestia), il ruolo della Chiesa. Ad abbattere la barriera costituita dalla «giustificazione» aveva provato nel lontano 1957 un giovane teologo cattolico, poi colpito da sanzioni vaticane: era lo svizzero Hans Kùng che nella sua tesi di licenza, proprio dedicata a questo tema, mostrava che la distanza tra le due chiese non era poi così profonda e che le due dottrine potevano considerarsi le facce di una stessa impostazione. Ma erano tempi non favorevoli al dialogo. Superate le storiche divergenze di dottrina, resta irrisolta la questione dell'autorità del Pontefice che i protestanti rifiutano Il Papa: «Al Giubileo senza gli spettri e le memorie dolorose della separazione» p Il cardinale Cassidy e il vescovo luterano Krause ad Augusta dopo aver firmato la Dichiarazione
Luoghi citati: Augusta, Citta' Del Vaticano, Roma, Trento
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