Sfida all'ultima dietrologia di Filippo Ceccarelli

Sfida all'ultima dietrologia IL PALAZZO Sfida all'ultima dietrologia Filippo Ceccarelli COME al solito: chi c'è dietro? Bene. In questo momento «dietro» c'è generalmente il Kgb, o n subordine, il servizio segreto cecoslovacco. E nonostante l'Urss non ci sia più, e la Cecoslovacchia si sia divisa in due, l'impressione è che i loro ex spioni, o spioni postumi, o spioni fantasma ci resteranno, per un bel po', «dietro». Dossier Havel e Mitrokhin battono infatti Lista Enucleandi e Cia-Brenneke 2 a 0. L'approccio agonistico non suoni irrispettoso. Invano la proto-dietrologia di sinistra ha cercato di fronteggiare la travolgente offensiva post-dietrologica di destra riesumando e buttando in pasto alla pubblica opinione segreti e misteri evergreen che un tempo avrebbero attizzato cortocircuiti di Palazzo e bruciato un congruo numero di code di paglia. Invece niente. Dopo 35 anni, l'elenco degli eventuali esponenti della sinistra da deportare nelle isole in attuazione del «Piano Solo» ha francamente perso d'attrattiva. Mentre la storia dell'ex agente Cia Brenneke, che coinvolge la P2, è troppo complicata, anche per i più appassionati. E' questo il tempo, infatti, dei post-dietrologi di centrodestra che utilizzando più o meno gli stessi schemi mentali dei loro avversari, arrivano a conclusioni opposte, sebbene altrettanto assolute e definitive. Per cui adesso è tutto chiaro, tutto si tiene, è tutta colpa del Kgb e delle sue emanazioni, lungo una filiera che attraverso mille e mille passaggi, di «manina» in «manona», comunque collega Antropov, il capo delle Br Moretti e il muratore che rifece il famoso pannello in cartongesso a via Monte Nevoso. Per la cupa e arida dietrologia di sinistra è una bella nemesi. Anche perché — sia consentita la reiterazione di un concetto e di un'attività che condizionano !a vita pubblica ormai da un quarto di secolo — la post-dietrologia non è solo la dietrolo¬ gia di sinistra ripassata in padella con l'aglio, l'olio e il peperoncino della destra. Di quella, certo, replica e ripropone con forza alcuni fondamentali tic: il «non a caso», il «cui prodest», il riflesso storico-cospirativo, la logica che non prevede mai accidente o fatalità, la nevrosi «pistarola» che mette in relazione i fatti sulla base delle conseguenze. A parte l'evidente trasfigurazione dell'antico «depistaggio» in «disinformazia», entità peraltro entrambi difficili da definire e sostanziare, tanto più a distanza di decenni. E tuttavia, in questa «nuova» ventata di riletture e' scoperte mirate, di connessioni e verità improvvisamente rivelate, pare di cogliere qualcosa di specifico che assomiglia a un'evoluzione. Qualcosa che non ha tanto a che fare con la destra, o con i suoi obiettivi, quanto con i tempi, meno ideologici, più confusi, sgangherati. E soprattutto con i moduli della comunicazione che per imporsi privilegiano la ridondanza e l'intrattenimento. «Mi intriga»: così il presidente della commissione Stragi Pellegrino su una certa ipotesi che vedeva il memoriale Moro trafugato a Praga, poi ricomparso a Roma, quindi a Milano. La storia dell'ionfitrione» e musicista Markevich, fantastico terminale di ogni trama, era la prova generale. Ora si parte dal Kgb e attraverso la spia Conforto si arriva alla magia rinascimentale di Giordano Bruno, di cui l'agente «Dario» risulta uno dei massimi studiosi. La curiosità dietrologica, a questo punto, è garantita. Per l'ironia è sempre troppo tardi. iprej

Persone citate: Brenneke, Giordano Bruno, Havel, Mitrokhin

Luoghi citati: Cecoslovacchia, Milano, Praga, Roma, Urss