Pronti a nascer i «club Craxi» Obbiettivo lista per Bettino

Pronti a nascer i «club Craxi» Obbiettivo lista per Bettino Mentre a Tunisi le condizioni di salute dell'ex premier migliorano. Nuova telefonata di Cossiga alla famiglia Pronti a nascer i «club Craxi» Obbiettivo lista per Bettino Aldo Cazzullo invialo a TUNISI Hakkinene Balbo gli hanno rovinato la prima domenica di convalescenza. Nella camera numero 1, al quinto piano dell'ospedale militare di Tunisi, all'ora di pranzo il televisore è rimasto acceso. Ma a Bettino ( ;raxi non interessava tanto la politica, quanto lo sport.. Canale obbligato, Ballino, l'unico disponibile nel palazzone grigio del quartiere di Bah Aliwa. L'ex premier, tifoso del 'l'orino, ha apprezzato il primo gol in serie A dei ragazzo del Filadelfia Sommese, «Peccato per il pareggio dèlia Fiorentina. All'ultimo minuto poi», ha sorriso al figlio Bobo. Poi, alle 14 e 05, la replica del Gran Premio di Suzuka. «Peccato per le Ferrari - ha commentato Craxi -. Anche loro pagano le divisioni interne. Litigano, e perdono». Non è dato sapen: a quale schieramento si riferisse l'ex premier. Se alla rissosa maggioranza di governo. Oppure ai suoi potenziali alleati, alle «vittime di quella che Craxi ama definire la F'alsa Rivoluzione, per usare il linguaggio del comunicato firmato da Bobo ina ispiralo da Bettino. Secondo fonti della famiglia, l'ex premier non avrebbe apprezzato la lettura che alcuni giornali hanno dato della nota dell'altro ieri (interpretata quasi come un'ammissione di fallimento dei colloqui romani del figlio). E' certo, però, che Craxi è rimasto perplesso ascoltando in tv Di Pietro invocare la commissione d'inchiesta su Tangentopoli, mentre Berlusconi e gli ex De sembrano rinunciare a spingere sull'acceleratore. Proprio ai vecchi alleati De, e in particolare ai popolari, che percepisce sempre più insofferenti verso «l'asso pigliatutto» di Palazzo Chigi, Craxi rivolge l'appello a «occuparsi più seriamente e a fondo nella conoscenza di un lungo capitolo della storia recente del nostro Paese». Un messaggio che ha trovato interlocutori attenti negli ambienti vicini a Francesco Cossiga (che sabato sera ha telefonalo in Tunisia per la seconda volta in cinque giorni). Una commissione d'inchiesta che scriva «pa¬ gine convincenti di giustizia e di verità», redistribuisca le colpe e metta in imbarazzo i detestati postcomunisti, magari alla vigilia delle politiche, è considerata da Craxi una premessa indispensabile al suo vero obiettivo: il ritorno in Italia. Non da malato, né da comune cittadino, ma da interlocutore politico. E magari proprio da testimone-chiave della commissioni.'. Che avrebbe gli stessi poteri della magistratura ordinaria: compresi quelli di chiamare in causa il «paziente italiano» (come 10 definiscono i giornali tunisini). Commissione d'inchiesta, chiamati! a correo del Pci-Pds (tentata invano con il discorso alla Camera nel '92, con quella denuncia, «i soldi 11 prendevano tutti», die ora ripetono anche D'Ambrosio e Occhetto), e amnistia. Questa è la tela che Craxi ha cominciato a tessere. L'assoluzione di Andreotti, e l'aggravarsi della malattia, possono influenzare il clima politico in Italia; ma l'ex premier non li considera elementi essenziali della sua strategia. «Non ci interessa un salvacondotto medico», annuncia la figlia Stefania. «In Italia da uomo libero», ripete la moglie Anna. «0 da morto», aggiunge Bettino nelle conversazioni private; ad esempio in quelle, frequenti nei giorni precedenti alla crisi cardiaca, con il sindaco di Aulla Lucio Barani, che in Italia sta lavorando a una rete di «club Craxi», premessa di una Lista che nelle intenzioni dell'entourage dell'ex premier po- trebbe riunire la diaspora socialista. Craxi se ne va convincendo vieppiù in crueste ore: è la via politica quella che lo riporterà in Italia. La via umanitaria è esclusa. Della grazia invocata da Andreotti, per il momento l'ex presidente dei Consiglio non vuol sentir parlare. Sa che Ciampi, che ieri ha festeggiato a Villa Rosebery a Napoli lo scampato pericolo per la stabilità del governo (almeno fino a gennaio), non ha finora affrontato il dossier. Craxi ò consapevole che la grazia andrebbe chiesta - un passo che non ha alcuna intenzione di fare -, e che il suo attuale status - di esule, secondo politici di entrambi gli schieramen¬ ti; di latitante, secondo la legge non gli offre molte speranze. Resterebbe la via giudiziaria. Ma il ricorso per la revisione del processo presso la Corte di Strasburgo è considerato dalla famiglia più una forma di pressione sui sistema politico italiano - una sentenza favorevole a Craxi non gioverebbe certo all'immagine del Paese - che non la chiave che possa spalancare la via dell'Italia. L'ex premier ne parlerà nei prossimi giorni con l'avvocato Giannino Guiso. Ieri ha avuto un incontro più dolce: con la nipotina prediletta, Vittoria, 5 anni, quella che - dicono in famiglia - gli somiglia di più. Intanto il Quirinale non ha ancora affrontato il dossier relativo ai possibili provvedimenti per consentire il ritorno in patria Un'immagine d'archivio di Bettino Craxi col figlio Bobo