Tato alle prese con la sua miniera d'oro

Tato alle prese con la sua miniera d'oro Tato alle prese con la sua miniera d'oro Scommesse difficili per un colosso che può crescere ancora MILANO La rivoluzione Enel si commenta in poche cifre. Già all'esordio l'Enel sarà probabilmente la società numero uno di Piazza Affari sfondando il tetto dei centomila miliardi di capitalizzazione (quasi cinque volte la Fiat). In un colpo solo, il peso della Borsa italiana sale del 10%, dando il via ad un processo che potrebbe avere conseguenze clamorose: nei prossimi tre anni, stima una ricerca della Reuters Tempest, la capitalizzazione della Borsa italiana potrebbe passare infatti dal 50% al 130% rispetto al prodotto interno lordo, una percentuale simile ad una società «Borsa-dipendente» come quella britannica. Ma questa strategia di crescita del mercato passa, in buona parte, dal successo delle strategie industriali dei nuovi colossi del listino. Enel in testa. Saprà la società di Franco Tato tener fede alle attese? Il futuro del gruppo, probabilmente, sta in questa scommessa: nel giro di quattro anni il 25% dei ricavi del gruppo dovrà nascere da attività diverse dall'energia elettrica. E da quelle iniziative dovrà scaturire già allora il 27% del margine industriale. La parola d'ordine, insomma, è: diversificare. L'Enel è oggi un colosso integrato «verticalmente», una sorta di piramide che copre le attività di produzione, trasmissione e distribuzione dell'energia elettrica. Domani, al contrario, la società dovrà svilupparsi «orizzontalmente»; una «multiutility» capace di amministrare interessi nell'acqua, nel gas, nella telefonia e nelle televisioni. Magari anche nella gestione del Superenalotto, come non dispia¬ cerebbe a Tato. Il tutto finanziato dal rilevante flusso di cassa garantito dalla gestione industriale e dall'elevata capacità di indebitamento della società. Un obiettivo ambizioso, ma non impossibile per la «miniera d'oro su cui sono seduto», come lia detto lo stesso Tato. Una miniera d'oro la cui pepita più preziosa è rappresentata senz'altro dal patrimonio clienti, oltre 29 milioni di utenti a cui Tato intende offrire, a fianco dell'attività tradizionale, nuovi servizi innovativi, tra cui la trasmissione dati e Internet. Le ragioni di questa metamorfosi? La liberalizzazione del settore elettrico determinerà un calo del 17% delle tariffe che non sarà compensato da un possibile (anzi, probabile) aumento dei consumi. Inoltre, l'Enel dovrà cedere 15 mila megawatt di capacità produtti¬ va sui 59 mila attuali. Un'operazione non facile, quella delle dismissioni, che già sta suscitando polemiche e che potrebbe non portare nelle casse del gruppo quei 12-15 mila miliardi previsti da Tato. Alcuni analisti, infatti, scommettono che l'Enel dovrà accontentarsi di 8-10 mila miliardi. Altra incognita riguarda il fronte dei costi. Qui Tato ha già dato prova delle sue innegabili qualità, come dimostrano i risultati raggiunti: l'indebitamento è sceso, in rapporto ai mezzi propri, da 1,1 a 0,5, e si presenta oggi assai più favorevole di quello della francese Vivendi (la multiutility transalpina, però, ha sfondato sul mercato Usa) e inglesi. Ma ora si tratta di tagliare, come ha promesso il manager di Stato (probabilmente con il pieno avallo dell'azionista di Palazzo Chigi...), ben 25 mila posti di lavoro su 81 mila. Il fiore all'occhiello della strategia di Tato è, per ora, senz'altro Wind. 11 terzo gestore telefonico, che ha puntato le sue carte sull'integrazione tra fisso e mobile, ha ormai raggiunto il milione di abbonati. In campo televisivo Tato vuol ripercorrere il cammino di Vivendi, azionista di riferimento di Canal plus. La logica è quella di sfruttare per Telepiù, in cui Enel ha acquisito una partecipazione, i 13 mila chilometri di fibra ottica posseduti dal gruppo. L'incognita risiede nelle potenzialità di espansione della televisione digitale sul mercato italiano. E altre incognite riguardano l'espansione sul fronte dell'acqua. Il primo bersaglio, l'Acquedotto pugliese, è appena uscito dall'emergenza. Franco Tato amministratore delegato dell'Enel

Persone citate: Franco Tato, Tempest

Luoghi citati: Milano