Nove in equilibrio molto schizofrenico tra paese e città di Mirella Appiotti

Nove in equilibrio molto schizofrenico tra paese e città PROSSIMAMENTE LIBRI Mirella Appiotti Nove in equilibrio molto schizofrenico tra paese e città PRIMI mesi 2000, Stile Libero-Einaudi: «Amore mio infinito». Sarà una sorta di «canzoniere» tra gli Anni Settanta e i Novanta. Un romanzo «di formazione a tappe», dall'infanzia all'età adulta. Al quale accudisce con passione «tremenda» (come direbbero gli inglesi) un autore tra i più interessanti della generazione appena trentenne: l'Aldo Nove di «Woobinda», uno dei libri che hanno segnato un punto di rottura nella produzione letteraria italiana dell'ultimo decennio (con seguito, nel bene o meno, di cannibali); l'Aldo Nove di «Puerto Piata Market», la sua seconda sfida dove «la profonda compassione per i protagonisti», come qualcuno ha scritto, conduce, nel continuo spezzarsi delle forme narrative convenzionali (ma Nove, secondo i suoi editor, più che un narratore è un prosatore, il chimico della parola) a una «forma di lirica», d'altronde profondamente nei geni di questo scrittore che pare da sempre tentar di sciogliere il grumo del suo (nostro) dolore, attraverso la violenza (il trash, la desolazione metropolitana) nello struggimento della poesia. Nel nuovo libro ci sarà il mondo visto da un bambino in un «equilibrio molto schizofrenico» tra una realtà di paese contrapposta alla città sul filo di un susseguirsi, drammatico e romantico, in un continuo deragliamento sintattico E CASTELVECCHI REPLICA CON ALDO DIECI E UNA STORIA DELLA NUTELLA dell'amore o meglio dell'innamoramento, dove la donna è, pressappoco, «ladonna» di Lacan. Non è tipo da spianare la strada ed lettore, Aldo Nove. «Ma intanto arriva Aldo Dieci)). Presentato come «il primo scrittore della letteratura mondiale ad essere l'«Up-grading» di un altro scrittore: come dopo Windows 95 c'è stato Windows 98, cosi il nostro costituisce l'ultima evoluzione della «serie Aldo». Autore inesistente, eteronimo (ma troppo nobile parola) dietro cui si cela il team Castelvecchi, l'editore romano che per primo pubblicò «Woobinda», il quale inizia proprio con «Route 66 Storia di un teologo che viveva in un gross-market», evidente provocazione, la sua campagna-strenne '99 (ricca peraltro di buoni argomenti: dalla «New York» Anni 80 di Rosma Scuteri al saggio di Massimo Carboni su arti e filosofie del '900; da un'analisi della nuova scena musicale inglese di Monica Melissano alla storia della musica ebraica «Klezmer!» di Gabriele Coen-Isotta Toso mentre il filosofo Mario Costa ridisegna il rapporto avanguardie-tecnologia in «Estetica dei media», e ci sarà anche una documentata storia sociale della Nutella di Gigi Padovani). «No, non si tratta solo di provocazione né di qualcosa di personale contro Aldo Nove - dichiara Castelvecchi -. La maschera di Aldo Dieci, in questa favola allegorica, si adatta a qualunque scrittore della covata dei '90. L'obiettivo dell operazione è un altro: puntualizzare il modo in cui l'industria culturale "produce l'autore". Un'industria che sta all'autore e al suo libro come Bill Gates sta al software e alle releases ch'esso sforna. Sarà il primo libro della letteratura mondiale prodotto come un software». Diviso in due parti: cento pagine per raccontare come lo studente di teologia del titolo, appassionato di videogiochi, s'innamori di una commessa Feltrinelli; un'altra cinquantina di pagine con gli interventi di noti critici, Cotroneo, Caltabelotta, forse La Porta che «per la prima volta - illustra l'editore - intervengono non "dopo" ma "dentro" la storia suggerendone anche un finale». A questo punto delle due 1 una: o questa favola metaforica risulterà debole, e allora l'evento si giudicherà da solo; o questa favola metaforica risulterà forte, utile, una vera denuncia, come il suo editore annuncia, e sino a prova contraria è giusto credergli, allora perché aver giocato tanto goffamente su un nome amico, o ancora peggio, ex amico? Sono queste le idee? E CASTELVECCHI REPLICA CON ALDO DIECI E UNA STORIA DELLA NUTELLA

Luoghi citati: New York