La felice primavera Vivaldi e la Bartoli di Sandro Cappelletto

La felice primavera Vivaldi e la Bartoli DISCHI CLASSjéAJf A La felice primavera Vivaldi e la Bartoli • L tenia felice della Primavera: eccolo in bocca al coro e alla I Ninfa nella «Dorilla in Tempe», una delle infinite opere I sconosciute di Antonio Vivaldi. In quel mare di virtuosismi, tra rabbiose tempeste e abbandoni patetici, abissi vocali dove precipitavano le ugole iperuranie degli evirati cantori, si avventura Cecilia Baiteli Abbandona i (inora prediletti Mozart e Rossini e toma indietro, alle radici del «cantar che nell'anima si sente», verso quello stile italiano in cui perfino agli usignuoli era concesso avere sentimenti. Dopo «Agitata da due venti», l'aria furibonda della «Griselda» cantata con successo l'anno scorso a Vicenza, ora sono tredici le arie vivaldiane, di cui sei in prima esecuzione assoluta, raccolte in un compact-disc che la Decca confeziona per una delle sue artiste più in vista (lire 36.000, dettagliate, talvolta compiaciute note illustrative, ampio corredo tli immagini storiche e di foto della protagonista). Il giovane soprano romano si avvale della presenza dell'Arnold Schoenberg Chor e soprattutto del Giardino Armonico, il gnippo strumentale diretto da Giovanni Antonini, che interpreta Vivaldi con una passionalità guerresca, ma con delicata prudenza quando gli strumenti diventano soltanto arabeschi che accompagnano il protagonismo della voce. E grande cura, lino a rischiare un'esagerazione realista e comunque distinguendosi dalla tradizione prevalente, l'interprete riserva alla comprensione del senso dei versi, per trovare un carattere, per scolpire i sentimenti, evitando di puntare tutto sulla pura astrazione vocalistica. Il dominio del registro medio e grave consente un efficace gioco di contrasti, quando la voce risale repentina, colmando anche intervalli di dodicesima. In «Di due rai languir costante», ritrovata come altre pagine nel fascicolo Foà 28, conservato alla Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, due flageolet (flauti dritti acuti come ottavini) accompagnano le tormentate carezze del canto, mentre la messa di voce dispiega il suo fascino, sia pure con una certa prudenza, nel I.argo di Morasto dalla «Fida ninfa», nell'aria di Farnace. La Bartoli ha temperamento, tecnica, intenzioni; consegna un Vivaldi dalle tinte accese, scegliendo di rischiare l'iperbole espressiva. CON VERO VIRTUOSISMO IL SOPRANO INTERPRETA LA «DORILLA IN TEMPE», OPERA SCONOSCIUTA RICCA DI ABISSI VOCALI CON VERO VIRTUOSISMO IL SOPRANO INTERPRETA LA «DORILLA IN TEMPE», OPERA SCONOSCIUTA RICCA DI ABISSI VOCALI Sandro Cappelletto

Luoghi citati: Torino, Vicenza